MI SENTO UNO STRALCIO - ALLA FINE LA NORMA SUL MASSIMO RIBASSO NELLE GARE PUBBLICHE È STATA STRALCIATA DAL DECRETO SEMPLIFICAZIONI, PER LA GIOIA DI PD E M5S. MA PURE SALVINI SI DICE “SODDISFATTO” PER CERCARE DI INTESTARSI UN PEZZO DI VITTORIA - DRAGHI VORREBBE ABBATTERE IL LIMITE AI SUBAPPALTI, PER ALLINEARE L’ITALIA ALLA NORMATIVA EUROPEA. MA I SINDACATI…
-Federico Capurso per “la Stampa”
Entra oggi in Consiglio dei ministri il decreto Semplificazioni, contenente la governance del Recovery plan. Sono le due colonne portanti che, insieme al piano di reclutamento di tecnici per la Pubblica amministrazione, previsto la prossima settimana, consentiranno di mettere a terra i progetti del Piano nazionale di ripartenza e resilienza.
Mario Draghi vuole accelerare e lo dice chiaramente ai ministri riuniti in mattinata nella cabina di regia a palazzo Chigi, perché «l'accordo con la Commissione europea è di approvare i due decreti entro fine maggio, così da poter accedere al più presto alla prima tranche dei fondi, che andranno spesi entro il 2026. E perché questo avvenga, in Italia, c'è molto da cambiare».
I ministri Andrea Orlando e Roberto Speranza, però, gli chiedono di incontrare i sindacati, per sciogliere gli ultimi nodi: la norma sul massimo ribasso, quella sui subappalti, e il coinvolgimento delle parti sociali nella governance del Recovery plan. La riunione con i vertici di Cgil, Cisl e Uil si tiene nel pomeriggio con una prima conquista già in tasca: lo stralcio della norma sul massimo ribasso nelle gare pubbliche, ottenuta da Pd e M5S.
Con il massimo ribasso si sarebbe affidato il contratto all'azienda che avesse presentato il prezzo più conveniente, a discapito - avvertivano anche i sindacati - di cautele e tutela del lavoro. Un punto sul quale Draghi mostra sintonia di vedute. E persino Matteo Salvini si dice «soddisfatto», cercando di intestarsi un pezzo di vittoria.
Le parti sociali, con l'occasione, mettono sul tavolo anche il blocco dei licenziamenti: «La mediazione trovata per noi non è sufficiente», spiega il segretario della Cgil, Maurizio Landini. Draghi tiene il punto: «Non ho le vostre stesse idee, ma sono disponibile al confronto. Non ora però». Difficile chiamarla apertura (i sindacati oggi scenderanno in piazza), ma resta un segnale sul metodo di concertazione che il premier intende adottare.
A partire, ad esempio, dalla governance del Recovery plan: nascerà un tavolo permanente a palazzo Chigi per il partenariato economico-sociale, con il quale i sindacati potranno essere coinvolti.
Si discute anche della possibilità di estendere il limite sui subappalti. Il precedente decreto Semplificazioni prevede un limite del 40% di opere subappaltabili, argine che Draghi vorrebbe abbattere, in linea con la normativa europea. Ma i sindacati, con Pd e M5S, non sono disposti a rivederlo, a meno che un eventuale allargamento delle maglie, magari al 50%, non venga controbilanciato da forti tutele per i lavoratori e da paletti più stretti per la stazione appaltante.
«Altrimenti si trasformerebbe in un invito a nozze per la criminalità organizzata, che con i subappalti ha sempre banchettato». La mediazione, però, chiude in fumata nera. Se ne parla anche nel preconsiglio dei ministri, riunito in serata, dove però sale il nervosismo per una «manina» che avrebbe inserito all'insaputa di tutti un articolo sulle assunzioni di 350 tecnici da affiancare alla Ragioneria dello Stato, quando l'accordo era di affrontare il nodo la prossima settimana. I sospetti cadono sul ministero dell'Economia e quello che sale a palazzo Chigi è un coro di no da parte dei ministri "politici". Tanto che alla fine l'articolo viene stralciato. Si deve andare di corsa - pungono i contrari -, ma con ordine e ragionevolezza. -