IL MIGLIO VERDINI - DENIS SI È ACCORTO DELLA SITUAZIONE INCIVILE DELLE CARCERI ITALIANE SOLO ORA CHE CI È FINITO DENTRO: “NOI DEL CENTRODESTRA ABBIAMO SBAGLIATO A NON AFFRONTARE MAI LA QUESTIONE” - BARBA LUNGA, SGUARDO STANCO E TUTA, HA TRASCORSO IL NATALE A REBIBBIA IN UNA CELLA SINGOLA DI POCHI METRI QUADRI CON BRANDA, TV, CUCININO E CESSO ALLA TURCA - POLVERINI E SANTANCHÉ GLI SONO VICINE, MA HA RICEVUTO VISITE ANCHE DA RENZI, LOTTI, LUPI E OVVIAMENTE DAL “GENERO” SALVINI...
-Concetto Vecchio per www.repubblica.it
La barba lunga, lo sguardo stanco, in tuta, Denis Verdini incontra l'onorevole Polverini davanti alla sua cella a Rebibbia alla vigilia di Natale: "Renata, le condizioni delle carceri italiane sono incivili! Noi del centrodestra abbiamo sbagliato a non affrontare mai la questione”.
"Ma parla per te!", lo rintuzza ridendo la deputata di Forza Italia, che anche quest'anno ha distribuito i panettoni nelle galere. "Guarda qui", le dice Verdini, allargando il braccio sul corridoio rumoroso di voci. "È dura sia per i detenuti che per le guardie carcerarie. Avremmo dovuto fare una grande battaglia politica".
Verdini, con quell'aria da attore, facondo e guascone, era una delle maschere della Seconda Repubblica. Tutto in lui era eccessivo, un potente, per giunta ricchissimo, che viaggiava in Maybach, e adesso ha trascorso le feste in una cella di pochi metri quadri.
Dal 3 novembre sconta una pena a 6 anni e mezzo per il crack del Credito fiorentino. Ma l'affetto degli amici non è venuto meno. Sono andati a trovarlo Matteo Salvini, che è il compagno della figlia Francesca, Matteo Renzi, Luca Lotti, Maurizio Lupi, e altri ancora.
Verdini lavora nell'amministrazione della cooperativa che produce il caffé Galeotto e fa da "tutor" ad alcuni detenuti che si stanno laureando. Chi vuole varcare il pesante portone del penitenziario deve esibire un tampone negativo fatto il giorno primo, e anche là dentro tutti indossano le mascherine, la Polverini addirittura tre. Verdini occupa una cella singola, c'è posto per la branda, la tv, il cucinino, il cesso alla turca.
"Non si dà pace", dice Polverini. "Abbiamo anche parlato di politica, con qualche battuta sul centrodestra e sul governo, ma senza la passione che aveva fuori. Il carcere pesa”.
I famigliari, spiega l'avvocato Marco Rocchi che lo difende con il professor Franco Coppi, hanno diritto a quattro visite al mese, contingentate causa Covid. "Gli ho detto: Denis, tagliati il barbone ", rivela Daniela Santanché. "E fai un po' di moto, non rinunciare all'ora d'aria in cortile, non stare sempre chiuso qui dentro. Quando l'ho visto io il morale era così così. Legge di malavoglia i giornali, infatti sulla branda aveva sparpagliati dei libri. "Guardo poco anche la tele, preferisco studiare".
È probabile che le immagini che vengono da fuori, la neve, la corsa a vaccinarsi, le tribolazioni di Conte, lo immalinconiscano. Alcuni detenuti fermano la senatrice Santanché, la stuzzicano sulle sue posizioni legge e ordine: "Sì, resto contraria a indulto e amnistia", tiene il punto.
A maggio Verdini compirà 70 anni. I suoi legali potranno presentare domanda per gli arresti domiciliari, ma l'ultima parola spetterà al tribunale di sorveglianza. A giugno inizierà il processo d'appello per la bancarotta della Ste, la società che editava Il Giornale della Toscana, per la quale è stato condannato a 5 anni e mezzo, e poi un altro giudizio, sempre per bancarotta, altri 3 anni e 4 mesi. Un duro inverno attende Verdini.