UN MIGRANTE E' PER SEMPRE - ORA CHE LA SITUAZIONE DELLA TUNISIA PREOCCUPA MENO, È RIPARTITO IL FLUSSO DI PROFUGHI DALLA LIBIA: 850 PERSONE SONO SBARCATE A TRAPANI, ALTRE 300 RESTANO IN ATTESA A BORDO DI UNA NAVE - GERMANIA E FRANCIA SE NE FREGANO E PERSINO LA LAMORGESE STAVOLTA SBROCCA: "È GIUSTO CHE SI SALVINO VITE, MA È INGIUSTO CHE SIAMO SOLO NOI A FARLO..." (LO DICA A BRUXELLES)

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Alessandro Barbera e Francesco Grignetti per "La Stampa"

 

luciana lamorgese 1

Lo sbarco di 850 migranti, recuperati in mare dalla nave umanitaria tedesca Sea Eye 4, i 67 approdati a tarda a Lampedusa e la notizia di altri 300 a bordo di una seconda nave di Ong che attendono di toccare terra al più presto, riporta in primo piano un problema che apparentemente era stato accantonato: la Libia.

 

Al ministero dell'Interno sono più che consapevoli del fatto che non appena si chiude un rubinetto, se ne apre subito un altro. Perciò se la Tunisia preoccupa meno di qualche mese fa, perché sta funzionando il meccanismo dei rimpatri con 3 voli charter a settimana, ecco che dalla Libia riprendono massicciamente le partenze.

 

SBARCO DI MIGRANTI

E la ministra Luciana Lamorgese si trova suo malgrado in una morsa soffocante: da una parte gli scafisti approfittano di questi scampoli di bel tempo per far partire più persone possibile; dall'altra, complici il Covid-19 e il periodo pre e post elettorale in Francia e Germania, manca ogni barlume di solidarietà europea.

 

luciana lamorgese

La sua delusione è palpabile. La Lamorgese, solitamente molto cauta, si è sfogata qualche giorno fa: «È giusto che si salvino vite, ma è ingiusto che siamo solo noi a farlo. Non può essere un carico che deve avere soltanto il Paese di primo approdo».

 

Di fatto però è così. Raccontano le fonti del Viminale che la trattativa di questi mesi sul nuovo Patto europeo per l'asilo e le migrazioni, bloccato da un muro contro muro tra europei del Mediterraneo e europei del Centro-Nord, ha lasciato molte scorie tossiche.

 

SALVINI MIGRANTI

Così anche i piccoli segni di solidarietà si sono ridotti progressivamente. Intanto la ministra dell'interno viene martellata dal solito Matteo Salvini. «Una nave tedesca - dice il leader del Carroccio - sta per lasciare in Sicilia più di 800 clandestini. Domanda: i ministri dell'Interno e degli Esteri hanno chiesto a Berlino e Bruxelles di farsi carico di questi immigrati o per loro va bene così?».

 

maurizio gasparri foto di bacco

Contro gli sbarchi tuona anche il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri. In verità, il Viminale fa sapere che anche stavolta, come sempre, ci si è rivolti tanto alla Commissione quanto ai partner. Solo che nessuno risponde. Salvini lascia fuori Draghi dalla polemica, ma il problema è palesemente di tutto il governo e si chiama Libia, dove la situazione politico-istituzionale non sta andando affatto bene.

 

Anzi. Siamo alla vigilia di una nuova Conferenza internazionale, che si terrà venerdì 12 novembre a Parigi. Sarà il tentativo in extremis della comunità internazionale, ma innanzitutto del duo Macron&Draghi, di rimettere in carreggiata il processo politico di pacificazione nazionale a Tripoli.

 

mario draghi recep tayyip erdogan g20

Ormai però, nelle stanze del governo italiano si ritiene pressoché defunta la possibilità di chiamare il popolo libico a votare per il presidente il 24 dicembre. Giusto ieri c'è stata l'ennesima spaccatura, pro o contro la ministra degli Esteri, la signora Najla Mangoush, ritenuta troppo filo-occidentale. Addirittura c'è un presidente che l'ha bandita dal Paese e un premier che invece la difende. In questo contesto, gli europei ripongono le ultime speranze della Conferenza di Parigi che avrà una presidenza franco-italo-tedesca.

 

il presidente della turchia erdogan

Ma i segnali sono avversi. Non ultimo, l'annunciata assenza di Recep Tayyip Erdogan, che in Libia ha sistemato le sue truppe e ha disatteso ogni invito delle Nazioni Unite a ritirarle. C'è poi il solito generale Haftar che non ha rinunciato alle sue ambizioni e cerca nuovi sponsor internazionali.

 

Se questo è il quadro, con una Libia fuori controllo, e totale libertà di azione per gli scafisti, è chiaro che il Viminale si prepari al peggio. Ogni schiarita meteo significherà nuove partenze.