MINISTRI PER CASO – IERI IN PIAZZA I SINDACATI DELLA SCUOLA PROTESTAVANO CONTRO RENZI: LA GIANNINI È COME SE NON ESISTESSE – GAFFE E SCONFESSIONI A RAFFICA, E QUEST’ANNO, DOPO IL FAMOSO TOPLESS, VACANZE IN MONTAGNA


Fabrizio Roncone per il “Corriere della Sera

 

renzi giannini

Al Tg1, con l’aria di una che confessa l’inconfessabile: «A scuola non copiavo e non passavo. Ero abbastanza secchiona e un po’ individualista». 
Nel primo giorno degli esami di maturità, il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini prova a buttarla sul nostalgico. E, collegandosi a Twitter, cinguetta complice. «Avrei scelto la traccia che parte dal brano di #Malala, una piccola donna che ha lottato per studiare #Maturita2015 @MalalaFund». 
La ritwittano in 27, le rispondono a centinaia (e sono quasi tutti infuriati, indignati, polemici). 


Palazzo Chigi tace. 
I sindacati vanno a radunarsi in piazza del Pantheon, a Roma. 
Perché comunque la notizia politica di questo mercoledì non è la prova scritta di italiano: ma il rischio che possano slittare a chissà quando le assunzioni di centomila insegnanti precari. Striscioni e cori, discorsi duri dentro un microfono che gracchia. Colpisce che quasi tutti siano contro Renzi. La Giannini, praticamente ignorata. 

MADIA BOSCHI GIANNINI FIDUCIA AL GOVERNO RENZI IN SENATO FOTO LAPRESSE


«Prendersela con lei, è tempo perso. Viene scavalcata regolarmente dal capo»: questo che parla è Piero Bernocchi, lider maximo dei Cobas. Insinuazione vecchia, sospetto ricorrente, ritagli di giornale con titoli che, effettivamente, sembrano prove. 


L’estate scorsa Stefania Giannini va al Meeting di Rimini organizzato da Comunione e liberazione per illustrare le linee guida della riforma della scuola. Mezz’ora di spiegazioni appassionate, incassa applausi e complimenti. Ma il giorno dopo quelle linee-guida vengono riscritte completamente da Renzi nel corso di una riunione in cui sono tutti presenti, dai sottosegretari all’ultimo deputato della commissione competente a Montecitorio: tutti presenti, tranne lei. 

stefania giannini


Renzi la smentisce con una certa regolarità. Altro esempio: lei sostiene di voler eliminare la commissione esterna agli esami di maturità; poi arriva lui, entra in Consiglio dei ministri, e depenna la norma. 


Ha 54 anni, ha classe, tailleur chicchissimi: ci resta male sfoggiando sempre un sorriso elegante, lo sguardo che è un miscuglio di stupore e fastidio prossimo a senso di superiorità. Incassa, non molla, disinvolta si dedica ad una nuova intervista (al Foglio le hanno contate: 45 interviste nei primi 90 giorni di governo). 


Analizza, promette, annuncia. Durante la trasmissione Un giorno da pecora , su Rai Radio2, annuncia però una riforma che c’è già. Da undici anni. 


«L’inglese? Oh, beh, lo introdurremo alle elementari dal settembre 2015». Quei due discoli di Claudio Sabelli Fioretti e Giorgio Lauro, la incalzano: «No, scusi, ministro: ma l’inglese non s’insegna già?». E lei, sicura e un filo seccata: «Ragazzi... è sperimentale». E invece l’inglese è stato introdotto come materia obbligatoria dalla legge 53 del 2003. 

Piero Bernocchi


A quel tempo, Stefania Giannini era rettore a Perugia: glottologa, arriva alla politica casualmente, ma recupera rapidamente il tempo perduto all’università. 
Conosce Silvio Berlusconi (la candidatura alle Regionali del 2010 non decollò), passaggio dentro Italia Futura, approdo a Palazzo Madama al fianco di Mario Monti, conversione al rito del Partito democratico (febbraio scorso). Un bel giro. 


Renzi se la ritrova davanti per la prima volta in un pomeriggio piuttosto memorabile: sta decidendo la squadra con cui andrà a Palazzo Chigi e lei è il capo delegazione di Scelta civica. Parlano cinque minuti: poi lei esce dalla stanza con l’incarico di ministro (chicca per gli antropologi: quelli di Scelta civica erano specialisti in questo giochetto; Monti in persona racconta che la stessa cosa era accaduta pochi mesi prima, quando era toccato a Enrico Letta dover preparare la squadra di governo. E anche lì: capodelegazione Mario Mauro che arriva, entra, ed esce ministro). 

STEFANIA GIANNINI TOPLESS


Sia Letta che Renzi, sostengono numerosi osservatori, si sarebbero poi pentiti di una selezione così frettolosa. Del resto, ormai con cadenza quasi settimanale, i retroscenisti ipotizzano un rimpasto del governo e la poltrona della Pubblica istruzione è tra quelle che vacilla di più (nel dubbio che questo rimpasto alla fine non si possa fare, Renzi le ha comunque spedito come sottosegretario Davide Faraone, guardia scelta del renzismo, nel ministero di viale Trastevere non casualmente soprannominato il «commissario»). 
 

Va così. 
Ed è pure tornata l’estate. 
Sì, è già passato un anno. 
Ricorderete. 

stefania giannini


Stabilimento Marzocco, Marina di Pietrasanta (Lucca). I paparazzi s’appostano e cliccano spietati. Il ministro Maria Elena Boschi, in bikini. Lei, la Giannini, in topless. Il primo, in assoluto, di un ministro della Repubblica. 
«Era una fotografia al naturale — commentò — e vi sarete accorti che la ragazza di campagna Stefania non è una donna rifatta. Il prossimo anno, comunque, andrò in montagna».