MONNEZZOPOLI – MAXI INCHIESTA DELLA PROCURA DI ROMA SULLA MANCATA RACCOLTA DEI RIFIUTI A ROMA – SULLA MONNEZZA IN PARTENZA PER LA SCANDINAVIA CON LA BENEDIZIONE DEL MINISTRO DELL'AMBIENTE, SERGIO COSTA (AREA M5S) PIOMBA IL NO DELLA LEGA: “IL CAMPIDOGLIO CONTINUA A NON AVERE UN PIANO STRUTTURALE PER I RIFIUTI, AL CONTRARIO DELLE REGIONI DEL NORD. E QUESTO NON VA BENE. IN QUESTO MODO SI SPRECANO MOLTI SOLDI PUBBLICI”- IL BOOM DEI COSTI: TUTTE LE CIFRE
-Fulvio Fiano per il “Corriere della sera”
Non basteranno questi giorni di raccolta spinta (3.400 tonnellate di indifferenziata levata dalle strade nelle ultime 24 ore) per cancellare l' onda lunga della crisi rifiuti nella Capitale: sui cumuli di sacchetti lasciati ammassare per giorni ora indaga la Procura, che ipotizza violazioni al codice dell' ambiente sul corretto smaltimento e trattamento della spazzatura, sia essa differenziata o meno.
Il procuratore aggiunto Nunzia D' Elia, sul cui tavolo sono arrivati in questi giorni centinaia di esposti di cittadini esasperati, corredati da foto e frasi di fuoco sulla puzza e l' impraticabilità dei marciapiedi, parte da qui per approfondire le cause remote di questo caos, senza escludere possibili omissioni in capo all' amministrazione cittadina. I due ultimi bilanci di Ama non sono stati approvati per lo scontro tra il cda nominato dalla sindaca Raggi e l' assessore grillino Lemmetti, le gare per nuovi mezzi e cassonetti sono andate deserte (si muove anche l' Antitrust), mentre il piano industriale sui nuovi impianti è rimasto sulla carta e quello regionale per la gestione integrata è in ritardo. La municipalizzata fa sapere che «procedono celermente i recuperi delle giacenze e si sta tornando alla normalità» con l' intervento di mezzi speciali (autocarri con casse a ragno, bob-cat) in tutti i municipi e che «vengono tenuti sotto controllo, con interventi di sanificazione», i siti sensibili come ospedali, Asl, cliniche, scuole e asili.
Non a caso, nell' ordinanza della Regione che ha imposto ad Ama questi interventi in urgenza si faceva riferimento anche a possibili rischi per la salute. Ma, come detto, la grossa incognita resta sulla gestione del medio e lungo periodo. A complicare il quadro, i sindaci della Ciociaria hanno ribadito ieri il proprio «no» ad accogliere i rifiuti prodotti dai romani.
2 - TRASPORTO ALL’ESTERO, COSTI BOOM
Simone Canettieri e Mauro Evangelisti per “il Messaggero”
Sui rifiuti di Roma in partenza per la Scandinavia con la benedizione del ministro dell'Ambiente, Sergio Costa (area M5S) arriva la frenata della Lega. «Il Campidoglio continua a non avere un piano strutturale per i rifiuti, al contrario delle regioni del nord. E questo non va bene», dice il sottosegretario all'Ambiente, leghista, Vannia Gava. Intanto da Stockholm Exergi, la società dei rifiuti della capitale svedese già contattata da Ama, vengono posti alcuni paletti: saranno accettati solo rifiuti di qualità certificata e comunque attualmente gli spazi sono limitati.
«Sì, sette anni fa avevamo già preso i rifiuti di Napoli. Ora stiamo valutando come accogliere le richieste di Roma. In queste ore ci è arrivato il documento ufficiale dell'Ama» spiega al Messaggero Jonas Collet, portavoce di Stockholm Exergi, il gruppo proprietario un termovalorizzatore nell'area di Högdalen. La qualità dei rifiuti inviati da Roma dovrà essere certificata da analisi puntuali. In passato, con la spazzatura mandata da Napoli, secondo il quotidiano Dagens Nyeter, vi furono problemi perché 40 lavoratori dell'impianto si sentirono male. Ora in Svezia vogliono evitare un analogo problema. Inoltre, secondo l'ufficio stampa di Stockholm Exergi in questo periodo la capacità del termovalorizzatore è già sfruttata quasi al massimo, lo spazio non è molto, anche per una partnership in corso con il Regno Unito.
COSTI
Quello della capitale svedese è solo uno degli impianti su cui si sta puntando, per potere spedire almeno 100 mila tonnellate di rifiuti in tre anni. In media, si andrà a sborsare il 30 per cento in più della spesa affrontata normalmente per smaltire i rifiuti. Circa 15 milioni di euro. Normalmente il costo medio per smaltire una tonnellata di rifiuti per Ama è di 160 euro a tonnellata. Quattro anni fa, quando fu aggiudicata la gara grazie alla quale si mandarono rifiuti romani in Austria e Germania, si trovò l'intesa sui 137 euro a tonnellate.
Da allora però molte cose sono cambiate: il mercato degli spazi negli inceneritori in tutta Europa è profondamente modificato, per una serie di concause. La Cina ha chiuso le frontiere e non accetta più, come in passato, rifiuti dall'estero; anche nel sud-est asiatico stanno frenando l'importazione di spazzatura, mentre il Regno Unito, in attesa di completare i propri impianti, ha chiesto aiuto a molti temovalorizzatori del resto d'Europa come quello di Copenaghen e in Germania.
Oggi, prevedono gli esperti, Roma dovrà pagare almeno 200 euro a tonnellate per portare lontano parte dei rifiuti. Ieri l'Ama ha chiesto di prorogare, per altre 10.000 tonnellate, l'accordo con l'Abruzzo, che quest'anno ne ha già prese 70 mila. Nel 2020 però quell'accordo non potrà essere rinnovato, per questo è urgente trovare alternative anche all'estero.
LA RESA
Ma sulla bandiera bianca di Roma che, priva di impianti, chiede aiuto al resto d'Europa (trattative anche con Bulgaria, Cipro, Portogallo e Austria), piomba il no della Lega. Spiega la sottosegretaria all'Ambiente Vannia Gava: «Concettualmente sono contraria a questa ipotesi». Perché? «In questo modo non c'è la risoluzione del problema, ma solo una mossa tampone. Questo non va bene.
Il Campidoglio, al contrario di tanti comuni virtuosi soprattutto del Nord, continua a non aver un piano per dotarsi di impianti e queste sono le conseguenze». E cioè i viaggi all'estero dei rifiuti. «In questo modo si sprecano molti soldi pubblici». Ecco perché, conclude Gava, quando la richiesta di Ama e Regione arriverà sul tavolo del ministero dell'Ambiente «voglio leggermi bene tutte le carte: come spirito non possiamo che essere contrari a questi modi».
Ricapitolando: smaltire 100.000 tonnellate mediamente (anche se ci sono molte variabili), costa 16.000.000 di euro. Si stima che per portarli all'estero si spenderanno 20.000.000 di euro. E che l'impianto di Stoccolma macinerà profitti grazie all'arrivo in nave dei rifiuti romani che userà per produrre energia e riscalderà le case dei cittadini. Il no della Lega potrebbe rallentare gli accordi: in teoria Ama dovrà chiedere alla Regione Lazio di contattare l'istituzione analoga di Stoccolma, ma servirà anche il via libera del ministro dell'Ambiente, Sergio Costa (vicino a M5S). Dovrà però coinvolgere anche il governo perché una partita come questa, se non è ben gestita, è sempre a rischio di procedura di infrazione dell'Unione europea.