MORTACCI “SUA”! - LA DECISIONE DELLA PROCURA INDIANA DI APPLICARE IL “SUA”, LA LEGGE ANTI-TERRORISMO, AL CASO DEI MARÒ FA PERDERE LE STAFFE A ENRICHETTO: “L’ITALIA NON È UN PAESE TERRORISTA. REAGIREMO”


1 - MARÒ: PALAZZO CHIGI, ACCUSA SPROPORZIONATA,NOI NON TERRORISTI
(ANSA) - Il capo d'imputazione presentato in India dall'Attorney General, che prevede di giudicare il caso dei due marò "sulla base della legge antipirateria (SUA) è assolutamente sproporzionato e incomprensibile: assimila l'incidente a un atto di terrorismo. L'Italia non è un Paese terrorista". Lo sottolinea in una nota di Palazzo Chigi.

TERZI E MARO

2 - MARÒ: P. CHIGI, CON 'SUA' RIPERCUSSIONI RAPPORTI ITALIA E UE
(ANSA) - "Qualora fosse convalidata dalla Corte Suprema" la tesi del 'Sua Act', la legge antipirateria, si tratterebbe di "un esito di estrema gravità, sconcertante e contradditorio. Esso comporterebbe conseguenze negative nelle relazioni con l'Italia e con l'Unione Europea, con ripercussioni altrettanto negative anche sulla lotta globale contro la pirateria". Lo sottolinea, in una nota, palazzo Chigi sul caso dei due marò.

3 - MARÒ: BONINO; RICORSO A ONU?, "STRADA EVENTUALE"
(ANSA - "Queste sono strade eventuali, tutto è sul tappeto. E penso anche che forse non è il caso di rendere pubbliche tutte le carte che abbiamo". Così il ministro degli Esteri Emma Bonino a chi chiede se tra le possibili reazioni dell'Italia nel caso marò ci sia anche un ricorso davanti al tribunale Onu per il diritto del mare.

Massimiliano Latorre e Salvatore Girone

4 - MARÒ: GOVERNO, ITALIA SI RISERVA OGNI INIZIATIVA
(ANSA) - Il Governo italiano chiede che la Corte Suprema, nella seduta del 18 febbraio, "decida di portare il caso nella sua corretta dimensione",in linea "con la sentenza del 18 gennaio" della stessa Corte "che ha escluso la Sua", la legge antipirateria. Lo sottolinea Palazzo Chigi annunciando che "il Governo si riserva di assumere ogni iniziativa".

5 - MARÒ: LETTA, 'ACCUSA INACCETTABILE, ITALIA E UE REAGIRANNO'
Da "Ansa.it"

"Inaccettabile l'imputazione proposta dalle autorità indiane. L'uso del concetto di terrorismo da rifiutare in toto, l'Italia e l'Ue reagiranno". Così il premier Enrico Letta su Twitter commenta la richiesta, giunta dalla Procura indiana, di applicare la legge antiterrorismo nei confronti dei due marò.

I DUE MARO GIRONE E LATORRE

La Corte suprema di New Delhi, incaricata di esaminare il ricorso italiano sulla vicenda dei marò, ha fissato una nuova udienza per martedì 18 febbraio.

Nell'udienza di oggi il giudice Chauhun ha ascoltato la pubblica accusa, che ha confermato la richiesta dell'applicazione nella vicenda della legge per la repressione della pirateria (Sua act), e la categorica opposizione ad essa da parte dell'avvocato della difesa italiana Mukul Roahtgi.

La Procura generale indiana ha presentato un'ipotesi di accusa basata sulla Legge anti-pirateria (Sua Act), in una versione però "light", senza evocare una richiesta di pena di morte. Ipotizzando cioè un'accusa per violenze in base ad un articolo della legge che comporta fino a dieci anni di carcere.

EMMA BONINO ENRICO LETTA E MARTIN SORRELL

"Abbiamo riproposto con forza la richiesta che i marò tornino in Italia in attesa di una soluzione sul processo" ha detto l'inviato Staffan de Mistura.

6 - MARÒ:ACCUSA VUOLE 'SUA ACT' SENZA PENA MORTE, NUOVO RINVIO
(ANSA) - La Corte Suprema indiana rinvia di un'altra settimana, al 18 febbraio, la decisione sui marò dopo che la procura generale ha presentato un'ipotesi di accusa nei confronti dei due fucilieri Massimiliano Latorre e Salvatore Girone basata su una versione "light" della legge per la repressione della pirateria (Sua Act). Senza cioè la pena di morte ma con un'imputazione per "violenze" che prevede fino a dieci anni di carcere. Un'ipotesi cui però si oppone duramente l'Italia.

bonino amato enrico letta
Li Keqiang Manmohan Singh

"E' inaccettabile l'imputazione proposta dalle autorità indiane. L'uso del concetto di terrorismo" è da "rifiutare in toto: l'Italia e l'Ue reagiranno", ha twittato il premier Enrico Letta appena appresa la notizia. "Anche una versione dimezzata del Sua Act non va assolutamente bene", sottolinea la difesa a Delhi mentre l'inviato del governo, Staffan De Mistura, ribadisce "con forza" la richiesta italiana: "in attesa di una soluzione sul processo i marò tornino in Italia".

Li Keqiang Manmohan Singh

I giudici dell'alta Corte di New Delhi hanno così deciso di non ratificare la richiesta dell'accusa, fissando una nuova udienza per il 18 febbraio. Un punto probabilmente, è la prima lettura degli osservatori, a favore dell'Italia. Intervenendo per il governo, il procuratore G. E. Vahanvati ha presentato alla corte un documento di tre pagine in cui si sostiene che sulla base delle assicurazioni fornite dall'India all'Italia sul fatto che "il caso non rientra in quelli rarissimi che richiamano la pena capitale", si utilizzerebbe un articolo del Sua Act (la legge anti-pirateria) che punisce più genericamente le violenze e che comporta una pena fino a dieci anni di carcere.

Contrastando con forza per la difesa questa soluzione l'avvocato della difesa italiana, Mukul Rohatgi, ha ribattuto che "e' inaudito che si possa utilizzare una legge concepita per reprimere i pirati nei confronti di due militari italiani in servizio di sicurezza anti-pirateria su una petroliera italiana". Inoltre, ha ricordato, nella sua sentenza del gennaio scorso la stessa Corte Suprema non aveva contemplato il Sua Act fra gli strumenti utilizzabili per processare i marò". Ed ha aggiunto - parlando con l'ANSA - che "anche una versione dimezzata della legge non va assolutamente bene".

A questo punto il giudice B. S. Chauhan ha preso atto che "le parti sono in disaccordo e che quindi spetta a questa Corte decidere", non accettando cosi', come invece probabilmente si attendeva l'accusa, l'ipotesi offerta di uso del SUA Act ridotto. Prima della successiva udienza il 18 febbraio, la difesa presenterà una memoria alla Corte in contrapposizione alla soluzione fornita dall'accusa.