NASRALLAH, NUN PARLÀ – IL GOVERNO LIBANESE PROVA A PLACARE L’IRA DI HEZBOLLAH E INVITA IL “PARTITO DI DIO” A NON RISPONDERE ALL’UCCISIONE DI SALEH AL-AROURI, IL LEADER DI HAMAS AMMAZZATO IN UN RAID ISRAELIANO A BEIRUT. SECONDO UNA TV SAUDITA, IL CAPO DI HEZBOLLAH, HASSAN NASRALLAH, POTREBBE RINVIARE IL DISCORSO PREVISTO PER OGGI – CON AL-AROURI È STATO UCCISO ANCHE SAMIR EFFENDI, L’UOMO CHE TENEVA I RAPPORTI CON I RIBELLI HOUTHI DELLO YEMEN
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1. LIBANO ESORTA HEZBOLLAH A NON RISPONDERE A MORTE AROURI
(ANSA) - Il governo libanese esorta Hezbollah a non rispondere all'uccisione di al Arouri. Lo ha detto il ministro degli Esteri del Paese, Abdallah Bou Habib, alla radio della Bbc: "Li esortiamo a non rispondere da soli e dialoghiamo con loro a questo riguardo".
"Siamo molto preoccupati. I libanesi non vogliono essere trascinati, anche Hezbollah non vuole essere trascinato in una guerra regionale", ha aggiunto secondo quanto riporta SkyNews.
2. MEDIA, IPOTESI DI RINVIO DEL DISCORSO DEL LEADER DI HEZBOLLAH
(ANSA) - La tv saudita al Hadath ha oggi affermato che a Beirut circola l'ipotesi di un rinvio del discorso pubblico previsto per oggi alle 17 italiane (le 18 in Libano) del leader di Hezbollah, Hasan Nasrallah, all'indomani dell'uccisione da parte di Israele a Beirut di Saleh Arouri, numero due di Hamas.
Da Hezbollah per ora non ci sono conferme né smentite a questa notizia mentre altri media libanesi confermano che Nasrallah parlerà in diretta, da una località segreta, come previsto, per commemorare il quarto anniversario della morte di Qasem Soleimani, il generale iraniano ucciso dagli Usa in un raid aereo a Baghdad il 3 gennaio del 2020.
3. A BEIRUT UCCISO ANCHE L'UOMO CHIAVE DEI RAPPORTI CON GLI HOUTHI
(ANSA) - All'indomani dell'attacco a Beirut in cui è stato ucciso il numero 2 di Hamas Saleh al-Arouri, cominciano ad amergere i profili e l'importanza nell'organizzazione terroristica delle altre vittime dell'esplosione di ieri. Avvenuta nel quartiere di Dahah, il cuore dell'attività di Hezbollah nella capitale libanese.
Secondo fonti del quotidiano israeliano Yedioth Ahronoth, Samir Effendi (detto Abu Amer), 54 anni, era il contatto principale di Hamas con il gruppo Houthi dello Yemen, sostenuto dall'Iran. Effendi, comandante in Libano delle brigate Az ad-Din al-Qassam, ha fatto parte di Hamas per 30 anni, iniziando la sua attività nell'apparato di sicurezza dell'organizzazione terroristica.
Quest'anno i partiti politici libanesi hanno consegnato a Hezbollah un elenco di nomi di membri di Hamas che pianificavano operazioni contro Israele dal territorio libanese e Effendi era in cima alla lista. Le autorità israeliane ritengono che dietro il lancio di razzi dal Libano cominciato nei giorni della Pasqua ebraica ci fosse proprio lui insieme con al-Arouri.
L'altro partecipante di rilievo alla riunione di ieri ucciso dall'esplosione era Azzam al-Aqra, che ha operato in Siria, Arabia Saudita e Turchia, prima di prendere parte a diversi attacchi terroristici anche in Cisgiordania. Membro anziano del quartier generale di Hamas in Siria, per suo conto sono stati messi a segno attacchi terroristici in Siria e Turchia.
Dopo che Hamas lasciò la Siria per la guerra civile, al-Aqra trasferì la sua sede in Arabia Saudita, da dove lanciò gli attentati nella Cisgiordania. Successivamente si è trasferito in Turchia e ha vissuto a Istanbul.
4. OMICIDIO MIRATO
Estratto dell’articolo di Micol Flammini per “il Foglio”
Settimane fa il premier israeliano Benjamin Netanyahu aveva dato ordine al Mossad di uccidere, ovunque si trovassero, i leader di Hamas. Il ministro della Difesa, Yoav Gallant, aveva ripetuto che tutti i capi dell’organizzazione terroristica avevano il tempo contato e la lotta contro di loro non conosceva confini.
Ieri un drone israeliano è volato fino alla periferia di Beirut, nel quartiere Dahiyeh, e ha ucciso almeno quattro persone prendendo di mira un ufficio dell’organizzazione. Tra le vittime c’era anche Saleh al Arouri, tra i membri fondatori di Hamas, responsabile delle attività terroristiche in Cisgiordania.
A lui alcuni canali telegram si riferiscono come “Engineer Tufan al Aqsa”, ingegnere dell’attacco del 7 ottobre. La mattina di quel giorno era stato ripreso in un video mentre […] pregava dopo il massacro nei kibbutz israeliani al confine con la Striscia di Gaza. In sua compagnia […] c’era Ismail Haniyeh, uno dei leader più influenti, capo delle negoziazioni, trasferitosi in Qatar: al Arouri era il suo vice.
[…] nel 2018 gli Stati Uniti avevano posto una taglia da cinque milioni di dollari su Arouri e secondo alcune fonti libanesi, nell’attacco sarebbero stati uccisi altri importanti membri di Hamas, forse anche Khalil al Haya, vice di Yahya Sinwar, al quale Israele sta dando la caccia dentro alla Striscia di Gaza.
Se così fosse, Israele avrebbe eliminato in un solo colpo due figure apicali dell’organizzazione. Il messaggio […] è chiaro, se le operazioni a Gaza non sono sufficienti a mettere alle strette la leadership di Hamas, l’intelligence è determinata a colpire chi prende le decisioni: anche chi finora si è ritenuto al sicuro tra capitali di paesi amici, adesso deve percepire il pericolo.
[…] Arouri aveva scontato diversi anni di carcere nelle prigioni israeliane, era stato rilasciato nel 2010. Anche lui, come Sinwar e altri che hanno pianificato o preso parte all’attacco del 7 ottobre, era stato rilasciato in cambio della liberazione del soldato israeliano Gilad Shalit.
Era tornato nella Striscia, poi si era trasferito in Turchia, poi in Siria e infine a Beirut, da dove coordinava gli attacchi terroristici in Cisgiordania da uffici non lontani dal quartiere generale di Hezbollah, ed era tra gli uomini di Hamas che intrattenevano rapporti con l’Iran.
Oggi è giorno di celebrazioni sia a Teheran sia tra i membri dei miliziani sciiti di Hezbollah per commemorare l’uccisione di Qassem Soleimani, il generale delle forze al Quds, ucciso da un raid americano nel 2019. Era stato lui per primo a parlare di un piano fatto di penetrazioni al confine, un attacco combinato per prendere alla sprovvista Israele.
[…] Il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, pronuncerà oggi un discorso dal nascondiglio da cui non esce dal 2006.
Ad agosto aveva detto che qualsiasi assassinio sul territorio libanese, che fosse di un libanese, di un siriano, un iraniano o un palestinese, avrebbe ricevuto una “risposta decisiva”.
I media israeliani ieri in serata hanno riferito che l’esercito si aspetta un massiccio lancio di razzi da parte di Hezbollah, che colpisce Israele dal 7 ottobre costringendo le comunità del confine a evacuare. La novità ora potrebbe essere il lancio di razzi a lungo raggio, una linea rossa che finora Hezbollah non aveva superato.
Israele si prepara alla ritorsione del gruppo e l’omicidio mirato parla anche all’Iran, che ieri ha commentato dicendo: “Il sangue del martire rafforzerà la motivazione a combattere… fra tutti coloro che cercano la libertà nel mondo”. […]
5. ELIMINATO IL TEORICO DEI SEQUESTRI ERA TRA GLI IDEATORI DEL 7 OTTOBRE
Estratto dell’articolo di Francesco Semprini per “La Stampa”
[…] Al-Arouri non solo era un esponente di spicco di Hamas, uno dei fondatori delle Brigate Ezzedin al-Qassam di cui comandava la colonna operativa in Cisgiordania, ma era il grande teorico dei sequestri e senza dubbio tra i vertici del movimento islamista palestinese quello più connesso all'Iran.
[…] Il 57enne era vicecapo dell'ufficio politico del gruppo e il leader de facto dell'ala militare di Hamas in Cisgiordania. […] Era anche uno dei funzionari del movimento più strettamente legati all'Iran e ad Hezbollah e in Libano ha creato una forza locale di Hamas composta da attivisti nei campi profughi. […]
Si ritiene inoltre che al-Arouri sia stato uno degli architetti dell'attacco terroristico del 7 ottobre assieme a Sinwar e Mohammed Deif, il capo delle Brigate al-Qassam a Gaza con l'obiettivo principe (almeno nella sua ideazione originaria) di incassare un nuovo scambio di ostaggi e guadagnare consenso nella corsa per la successione ad Abu Mazen.
Sembra, infine, che fosse stata affidata a lui la trattativa con altre fazioni palestinesi, in particolare Fatah e Jihad islamica, per individuare i personaggi di alto livello detenuti nelle carceri israeliane (tra cui Marwan Barghouti) designati alla scarcerazione in cambio della liberazione dei militari ancora ostaggio a Gaza.
La sua eliminazione […] non solo mira a decapitare Hamas (e a innescare lacerazioni interne) ma mina le ambizioni di un ricompattamento con le altre forze palestinesi, e assesta un altro colpo di sponda all'Iran e all'Asse della resistenza. Alimentando al contempo tensioni in tutto il Medio Oriente e il rischio di un'accelerazione del contagio bellico. Con buona pace degli sforzi di de-escalation portati avanti dagli Stati Uniti.