IL NAZARENO E’ GIA’ RESUSCITATO: TUTTI A CACCIA DEL PD – LUIGINO CERCA I DEM PER FRENARE L’AVIDITA’ DI SALVINI. BERLUSCONI LI VUOLE PER BLOCCARE I CINQUE STELLE VERSO PALAZZO CHIGI – VISTA LA SITUAZIONE, I PIDDINI SE LA TIRANO E LASCIANO ENTRAMBI A BOCCA ASCIUTTA. PER IL MOMENTO
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Ugo Magri per la Stampa
Nulla è più riservato dei colloqui al Colle, su cui non fiata una mosca. Però se quella mosca potesse riferire ciò che ieri ha visto e udito, racconterebbe uno strano paradosso: a parte il Pd, cui piace mostrarsi del tutto indifferente, come se la cosa non lo riguardasse, tanto Di Maio quanto Salvini e Berlusconi sono stati concordi nel chiedere altro tempo.
Hanno dato al Presidente la netta sensazione che ci siano lavori in corso, o perlomeno esistano delle trame da tessere nei prossimi giorni. È la ragione che ha spinto Sergio Mattarella ad accordare volentieri la pausa di «riflessione» (lessico che richiama la Prima Repubblica). Il capo politico dei Cinquestelle ha in programma colloqui all' inizio della prossima settimana, per cui il nuovo round di consultazioni non è previsto prima di giovedì 12 aprile. Ma l' aspetto curioso è un altro: le tre richieste di rinvio sono tutte finalizzate a obiettivi diversi. Ognuno spera di usare al meglio il tempo concesso per perseguire un proprio disegno.
L' altro aspetto interessante, che una mosca testimone avrebbe notato ieri, è la straordinaria somiglianza di propositi tra Berlusconi e Di Maio. Davanti a Mattarella, entrambi hanno dato la netta impressione di guardare al Pd. L' uno e l' altro cercano di guadagnare giorni o settimane in attesa che tra i «dem» maturi qualcosa, magari nell' assemblea convocata il 21 aprile.
Inutile dire che i due coltivano speranze opposte. Il Cav si augura che i renziani vengano sconfitti e, per ripicca, decidano di appoggiare un governo di centrodestra, guidato però non da Salvini bensì ad esempio da Giancarlo Giorgetti, considerato a sinistra più potabile. Di Maio invece guarda al Pd in quanto spera di trasformarlo nell' altro «forno». Il panettiere Salvini è troppo caro, dunque i Cinquestelle vorrebbero bussare da un altro fornaio.
A tale proposito, con una finezza che al Quirinale è stata apprezzata, Di Maio ha espresso uscendo l' intenzione di dialogare con l' intero Pd, senza più mettere veti su Renzi. Matteo viene ora individuato come partner possibile (se non ideale) sia da Silvio sia da Luigi. E già questa strana coincidenza fa sorridere. Ma non è l' unica, perché in presenza di Mattarella, come pure davanti alle telecamere, il leader di Forza Italia e quello grillino hanno sfoderato toni altamente responsabili in fatto di alleanze internazionali, di scelte Ue e di vincoli finanziari. Quasi indistinguibili a un orecchio poco attento. Laddove Salvini non ha esitato a sfruttare la tribuna quirinalizia per lanciare un duro attacco all' Europa, prendendosela con Merkel e Macron con accenti che piacerebbero all' amico Putin.
A proposito di Salvini: la solita mosca riferirebbe che Berlusconi non si è sprecato in elogi nei suoi confronti, e da Mattarella ha polemizzato duramente coi «populisti» in qualche caso senza chiarire con chi ce l' avesse esattamente, se con Di Maio oppure con l' alleato. Il quale a sua volta ha trasmesso la sensazione di chiedere tempo per consumare il «parricidio», far fuori Berlusconi e cercare coi Cinquestelle un accordo su cui corrono mille voci, perfino che sia già stato scritto e firmato (sebbene nulla di tutto ciò risulti sul Colle).
Salvini si attende che Di Maio aspetti invano la svolta del Pd, e dunque alla fine del temporeggiamento generale il M5S accetti di accordarsi con la Lega, magari su un terzo nome diverso dal leader sovranista e da quello grillino. Uditi i colloqui di ieri, e dovendo scommettere un cent, alla fine la mosca punterebbe sul governo grillo-leghista. Salvo pentirsi perché siamo ancora in altissimo mare.