È PASSATO UN ANNO MA LA DUCETTA NON HA ANCORA IMPARATO COME SI GOVERNA: ANDARE ALLO SCONTRO FRONTALE CON IL DEEP STATE PUÒ FARLE MOLTO MALE – CON LA SCUSA DEL CASO DEGNI FDI VA DI NUOVO ATTACCO DELLA CORTE DEI CONTI: FDI PRESENTA UNA PROPOSTA DI LEGGE PER RIDURRE LA RESPONSABILITÀ ERARIALE E “STERILIZZARE” I CONTROLLI EX POST DEI GIUDICI CONTABILI. SE UN ATTO SUPERERÀ IL CONTROLLO PREVENTIVO DI LEGITTIMITÀ, ALLORA NON SARÀ PIÙ POSSIBILE SOTTOPORRE A GIUDIZIO GLI AMMINISTRATORI CHE L’HANNO ADOTTATO…
-Estratto dell’articolo di Giuseppe Colombo per “la Repubblica”
Un attacco frontale alla Corte dei conti. Un altro, dopo quello che ha tolto ai magistrati contabili il controllo concomitante (in itinere, ndr) sul Pnrr. Che ora ritorna sul “luogo del delitto” della maggioranza che sostiene il governo.
Questa volta la firma è quella di Tommaso Foti, il capogruppo di Fratelli d’Italia a Montecitorio. Compare in fondo a una proposta di legge, depositata alla Camera, dal titolo evocativo: «Proposta di riforma della Corte dei conti».
L’intento, come si legge nella relazione illustrativa, è superare la paura della firma che “affligge la pubblica amministrazione italiana” e il Piano nazionale di ripresa e resilienza viene evocato in più passaggi per fare da sponda al disegno sul “nuovo ruolo della Corte”.
È quando si passa dall’inquadramento generale della proposta ai dettagli dei cinque articoli che spunta il “cappio”.
I controlli ex post della Corte ne escono sterilizzati. Basta leggere l’articolo 1. Se un atto avrà superato il controllo preventivo di legittimità, allora non sarà più possibile sottoporre a giudizio, per responsabilità erariale, gli amministratori che l’hanno adottato.
[…] E sempre degli amministratori pubblici si occupa un altro articolo, quello relativo al cosiddetto scudo erariale. Uno strumento giuridico che limita la responsabilità erariale degli amministratori che gestiscono risorse pubbliche ai danni causati da condotte di natura dolosa, escludendo la responsabilità per colpa grave.
Lo scudo non piace alla Corte dei conti: l’Associazione dei magistrati contabili, il sindacato, da tempo ne sollecita il superamento. A giugno, quando divampò la polemica sullo stop al controllo concomitante, l’Associazione salì sulle barricate: "Protrarre l’esclusione della responsabilità per colpa grave commissiva - denunciarono - pone rilevanti dubbi di costituzionalità e di compatibilità con la normativa eurounitaria e genera un clima di deresponsabilizzazione, che non rafforza, ma depotenzia, l’efficacia dell’azione amministrativa”.
Lo scudo è stato prorogato fino al 30 giugno. E Fratelli d’Italia, il partito della premier Giorgia Meloni, non pensa a un ulteriore allungamento. Ma, scrive, "nel reintrodurre” la responsabilità per colpa “per tutti gli atti relativi al Pnrr sembra opportuno almeno prevedere un limite quantitativo”. Con eccezione dell’ipotesi di “illecito arricchimento”, ecco allora la proposta assai mitigatrice, eufemismo: la sanzione per l’amministratore infedele potrà essere pari al massimo all’equivalente di due anni di stipendio. Ancora Corte e Pnrr. Un’altra disposizione dimezza i termini per effettuare il controllo sugli appalti […]
E se i magistrati non dovessero rispondere tempestivamente o effettuare i controlli preventivi entro la scadenza? L’amministratore resta impunito. […]