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L’ULTIMATUM DEI BERLUSCONI A TAJANI: UN ANNO DI TEMPO PER CAMBIARE FORZA ITALIA E FARLA TORNARE “RIFERIMENTO DEI TANTI MODERATI DEL PAESE” (PIER SILVIO DIXIT) – IL MINISTRO DEGLI ESTERI MINIMIZZA IL COMMISSARIAMENTO MESSO IN ATTO DAGLI “AZIONISTI DI MAGGIORANZA” DEL PARTITO: “PIER SILVIO HA DETTO ESATTAMENTE QUELLO CHE DICO IO: FI DEVE PASSARE DALL’ATTUALE QUASI 10% AL 20%. LUI E MARINA SONO LIETI CHE L’OPERA DEL PADRE VENGA PORTATA AVANTI”. I FIGLI DI SILVIO IN REALTÀ NON GRADISCONO IL SUO APPIATTIMENTO SULLA MELONI, E PRETENDONO VOLTI NUOVI – IL TRIANGOLO DEL DEBBIO-CONFALONIERI-LETTA (INDISPETTITO CON TAJANI PER IL POCO SOSTEGNO A MALAGÒ…)
-1. DAGOREPORT - IL "NO" A URSULA VON DER LEYEN SEGNA LO SPARTIACQUE DEL GOVERNO MELONI NON SOLO IN EUROPA MA ANCHE IN CASA: SI TROVERÀ CONFICCATA NEL FIANCO NON UNA BENSÌ DUE SPINE. OLTRE ALL'ULTRA' SALVINI, S'AVANZA UNA FORZA ITALIA CON VOLTI NUOVI, NON PIÙ SUPINA MA D’ATTACCO, CHE ''TORNI AD ESSERE RIFERIMENTO DEI TANTI MODERATI DEL PAESE” (PIER SILVIO) - ORA I PALAZZI ROMANI SI DOMANDONO: CON DUE ALLEATI DI OPPOSIZIONE, COSA POTRÀ SUCCEDERE AL GOVERNO DELLA UNDERDOG DELLA GARBATELLA? NELLA MENTE DELLA DUCETTA SI FA STRADA L’IDEA DI ANDARE AL VOTO ANTICIPATO (COLLE PERMETTENDO), ALLA RICERCA DI UN PLEBISCITO CHE LA INCORONI “DONNA DELLA PROVVIDENZA” A PIAZZA VENEZIA - MA CI STA TUTTA ANCHE L’IDEA DI UNA NUOVA FORZA ITALIA CHE RIGETTI L'AUTORITARISMO DI FDI PER ALLEARSI CON IL PARTITO DEMOCRATICO E INSIEME PROPORSI ALL’ELETTORATO ITALIANO COME ALTERNATIVA AL FALLIMENTO DEL MELONISMO DEL “QUI COMANDO IO!”
2. «SONO ATTACCHI PUERILI NOI INFLUENTI, LORO NO LA SCELTA DI FDI? DIVERSA»
Estratto dell’articolo di Paola Di Caro per il “Corriere della Sera”
Antonio Tajani, si sente «imbarazzato» — come dice Salvini — per aver votato von der Leyen in compagnia di Socialisti e Verdi?
«No. È davvero puerile sostenere che il tuo peso dipende da chi fra gli altri vota il tuo candidato, perché — lo ricordo — Ursula von der Leyen era la candidata del Ppe, il partito centrale in Europa, del quale noi siamo componente fondamentale. Sarebbe come se io dicessi che Salvini ha votato con Salis, Rackete, Fratoianni e Conte». […] «Mi attengo ai fatti: noi siamo influenti nella governance Ue, i Patrioti sono ininfluenti.
[…]».
Anche Meloni non ha votato von der Leyen. Ininfluente pure lei?
«La situazione è molto diversa. I Conservatori hanno cariche in Europa, e il capo del governo italiano in Consiglio si è astenuta su von der Leyen, non ha votato contro né ha usato toni critici dopo. Non si è trovata d’accordo sul programma, ma ha ampio margine per trattare sui ruoli in commissione e ha noi, nel Ppe, che rappresentiamo la seconda forza del governo».
[…] Lei si augura un futuro ingresso di Meloni nel Ppe?
«Io penso che l’equilibrio e la stabilità dell’Europa, che è ciò che mi preme, sia dato dal fatto che il Ppe ha un partito alla sua destra, i Conservatori, e uno alla sua sinistra, i Socialisti. Poi sui singoli temi ci possono essere convergenze diverse in Parlamento».
[…] Intanto dopo le dichiarazioni di Marina e Pier Silvio Berlusconi si è aperto un caso Forza Italia: che succede?
«Assolutamente nulla, questa è la verità. Pier Silvio ha detto esattamente quello che dico io: FI deve passare dall’attuale quasi 10% al 20% alle prossime elezioni. È un obiettivo realistico perché sempre più l’area da occupare — quella tra Schlein e Meloni — non è rappresentata, a parte da noi. E stiamo lavorando in questa direzione. La pensiamo tutti allo stesso modo».
Che vi siete detti nell’incontro a pranzo di venerdì?
«È stato un normale incontro come altri. Ma se vuole saperlo, i figli di Berlusconi sanno bene il numero di voti che abbiamo preso: tanti. E sono molto lieti che l’opera del padre venga portata avanti».
E per prenderne di più come si fa?
«Allargandosi, come stiamo già facendo: con accordi politici come con Svp, Noi moderati, movimenti civici. Facendo congressi cittadini. Portando idee e proposte».
Anche cambiando facce, quelle che vanno in tv per esempio?
«Ma in tivù vanno già tanti nuovi, e comunque non serve una bella faccia, ma lavoro e competenza. Detto questo, noi siamo sempre aperti a nuovi apporti».
È vero che pensate ad aprirvi ad intellettuali, imprenditori, categorie?
«Lo stiamo già facendo, abbiamo creato la Consulta del segretario presieduta da Letizia Moratti, chi vuole partecipare è il benvenuto. Tante personalità sono già impegnate con noi».
L’impressione è che mentre FdI fa proselitismo in mondi «vip», anche in Rai, voi siate più in seconda fila.
«Non lo siamo affatto, ma non ci interessa prendere posti per prendere posti. Si sa chi è vicino alla nostra area, ma a noi non interessa occupare o lottizzare, ma che ci sia gente che lavora per il bene del Paese».
E accanto a lei potrebbero aggiungersi altre figure al vertice, sul modello dei «professori» del Cavaliere?
«C’è uno Statuto che io rispetto fedelmente, siamo un partito vero non personale, tutte le cariche di vertice sono state elette nel congresso, ma sono pronto ad incrementare le persone anche esterne che possono arricchire con le loro idee e il loro sapere le nostre proposte».
3. DAI FRATELLI BERLUSCONI UN ANNO DI TEMPO PER RINNOVARE FI LETTA MEDIA CON TAJANI
Estratto dell’articolo di Antonio Fraschilla per “la Repubblica”
«Antonio, occorre davvero un cambio di passo nei contenuti, è il momento di emanciparsi». Marina e Pier Silvio Berlusconi sono stati felpati, educati, gentili, ma diretti nei confronti del segretario di Forza Italia Antonio Tajani nell’incontro al quale ha partecipato anche Gianni Letta. Un cambio di passo che guardi non solo ai volti noti, ma anche ai temi e non solo quelli sui diritti civili già evocati da Marina in una intervista al Corriere .
Dal canto suo il segretario si è detto pronto ad accettare la sfida, non prima di essere stato «difeso», se così si può dire, da Gianni Letta che ha tessuto le sue lodi nell’incontro con i Berlusconi arrivato dopo le bordate di Pier Silvio che ha trasformato la presentazione dei palinsesti Mediaset giovedì scorso in un palco politico dove ha lanciato le vere sfide a Tajani: accogliere moderati, volti nuovi, allargamento, guardare al futuro. Sullo sfondo la tentazione di Berlusconi junior di lanciarsi in politica in prima persona, ma non è una questione dell’oggi.
Tajani al momento resta saldamente al timone del partito, ma da adesso dovrà allargare il suo orizzonte. E in questa chiave ha ricucito con il gran consigliere politico della famiglia Berlusconi, quel Gianni Letta ultimamente molto polemico per alcune scelte fatte dal segretario: a partire dal tema nomine nelle partecipate di Stato.
Letta non ha gradito ad esempio la promozione soltanto di uomini vicini al cerchio magico del segretario e soprattutto al capogruppo Paolo Barelli che a Roma gioca in territori non proprio amici del decano di Forza Italia: ultimo caso a esempio la scelta di Stefano Cuzzilla, già in Trenitalia e adesso pure nel cda di Cassa depositi e prestiti. Ma nemmeno il poco sostegno al Coni del suo grande amico Giovanni Malagò per un nuovo mandato.
Il vicepremier azzurro ha rinsaldato il rapporto con Letta che all’incontro con i Berlusconi ha ricordato come il segretario sia stato uno dei più fedeli al padre e la sua storia in Forza Italia fin dalla nascita del partito. Detto questo, il messaggio della famiglia è che occorre fare delle modifiche e in fretta: puntando anche al Nord e agli imprenditori dell’area che traina il Paese […], ma anche lanciando temi che possano allargare il raggio di azione del partito.
E comunque basta «appiattirsi» sulle posizioni della destra di Matteo Salvini e soprattutto di Giorgia Meloni: non è un mistero, la famiglia non ha per nulla gradito la proposta della Lega di ridurre il canone della tv pubblica alzando i tetti pubblicitari della tv di Stato, con il silenzio della Meloni. I Berlusconi vogliono investire sul partito, e tornare a scommettere su Forza Italia con rinnovato interesse come mai negli ultimi anni, perché vogliono contare di più nei rapporti con la premier.
Per fare questo hanno chiesto a Tajani di puntare da subito, soprattutto in tv, su volti diversi, più freschi come suggerito da Fedele Confalonieri e da Paolo Del Debbio, giornalista molto ascoltato dai Berlusconi e che testerà nei suoi programmi queste facce nuove. Tajani però ha chiesto tempo anche su questo fronte, sottolineando come già sia in atto una operazione di rinnovamento con alcuni giovani, come Stefano Benigni e Simone Leoni. E che altri saranno selezionati nei congressi comunali che saranno avviati dopo l’estate. Un modo per prendere tempo e tranquillizzare anche […] gli stessi giovani da lui lanciati che temono l’effetto 1994: cioè l’avvio di casting gestiti dal mondo Mediaset che li mettano poi fuori dai giochi.
All’indomani dell’incontro con i Berlusconi, Tajani è andato proprio a un evento dei giovani azzurri organizzato a Tolfa dal suo braccio destro Alessandro Battilocchio. E ha voluto quasi dare una risposta rassicurante alla famiglia: «Stiamo perseguendo l’obiettivo di allargare i nostri consensi per arrivare al 20 per cento alle elezioni politiche, io non sono abituato a frasi roboanti, ma se fisso un obiettivo lo raggiungo», ha detto annunciando la «nuova stagione congressuale dopo la fase estiva e poi un grande evento di giovani», aggiungendo che «lo spazio del centro è riservato a noi e adesso l’obiettivo è allargare». Le stesse parole usate da Marina e Pier Silvio. La clessidra a Cologno Monzese è stata girata: entro sei mesi, un an no i Berlusconi si attendono risultati.