NE RESTERA' SOLTANTO UNO - DI MAIO USA LA BATTAGLIA DEL QUIRINALE PER DISARCIONARE CONTE – NEL MOVIMENTO SPACCATO LUIGINO TESSE LA SUA TELA CON GIORGETTI E GUARDA AL CENTRODESTRA: “È NECESSARIO RAFFORZARE UN ASSE POLITICO TRASVERSALE” (MENTRE A CONTE ORMAI E’ RIMASTO IL SOLO D’ALEMA) – DUE I NOMI SU CUI PUNTA DI MAIO PER IL COLLE: MATTARELLA BIS O DRAGHI – E BERLUSCONI? IL CAV GLI HA INVIATO UN QUADRO COME REGALO A NATALE MA LUI...
-Annalisa Cuzzocrea per "la Stampa"
Quando nacque il governo giallorosso tra Movimento 5 stelle e Partito democratico, deciso in un conclave con Beppe Grillo davanti al mare di Bibbona - che a ripensarci adesso sembra preistoria - Luigi Di Maio aveva il volto buio di chi pensa: stiamo sbagliando tutto. Sulla porta, il garante M5S gli mise una mano sulla spalla e gli disse: «Lo so, non ti convincerai mai, ma bisogna fare così».
E lui accettò, riprendendo però molto presto i contatti con chi nella Lega non lo aveva tradito: e cioè con Giancarlo Giorgetti, che lo andò a trovare alla Farnesina più di una volta anche quando il partito guidato da Matteo Salvini era all'opposizione. In realtà poi al governo con i dem il ministro degli Esteri si è trovato bene. Meglio di quanto credesse, ha raccontato più di una volta. Resta però, senza che si sia mai preoccupato di smentirlo, l'esponente più a destra del Movimento.
Convinto che la forza politica rinata dalle ceneri con Giuseppe Conte debba essere «moderata e liberale», che le posizioni conservatrici sull'immigrazione non debbano mai essere abbandonate. E ora, che per eleggere il nuovo presidente della Repubblica i 5 stelle debbano abbandonare l'asse privilegiato con Massimo D'Alema e Goffredo Bettini e guardare - piuttosto - a destra. O meglio, come ha detto a un ministro proprio nelle ultime ore, «bisogna rafforzare un asse trasversale che va da destra a sinistra».
Tradotto: bisogna convincere il centrodestra ad abbandonare l'ossessione berlusconiana e convergere su un altro nome, con due scenari privilegiati: il primo è il Mattarella bis, che farebbe felici i parlamentari e avrebbe il vantaggio di congelare il quadro, senza lasciare perdenti sul terreno. Il secondo e più probabile, però, è l'arrivo al Quirinale del presidente del Consiglio Mario Draghi, con cui ieri il capo della Farnesina è tornato in volo da Strasburgo a Roma dopo la commemorazione al Parlamento europeo di David Sassoli.
La rassicurazione che Di Maio sta dando a tutti i parlamentari con cui parla, e sono molti, anche tra gli ex M5S confluiti nel gruppo misto, è questa: «Bisogna mantenere la calma, essere lucidi, guardare al metodo prima ancora che al nome. Alla fine sul Colle il Movimento farà la scelta più saggia e soprattutto, comunque vada, la legislatura andrà avanti». Nessun pericolo di elezioni anticipate quindi, ci sarà - assicura il ministro degli Esteri - un nuovo governo e per questo è fondamentale parlare con il centrodestra che, perché ci siano i numeri, di questo patto deve far parte a pieno titolo.
A sbirciare l'agenda delle ultime settimane, tra eventi segnati in rosso, verde e blu, sono gli esponenti di centrodestra quelli più consultati dal capo della Farnesina. Lo cercano insistentemente, come il sindaco di Venezia e cofondatore di Coraggio Italia Luigi Brugnaro (31 grandi elettori), che dopo un incontro con lui sembra aver spostato l'asse da Berlusconi a Draghi. Lo invitano a cena, come la presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati, che sa di non essere amata dai 5 stelle e vuole sondare quanto - invece - una sua candidatura, tirata magari fuori dal cilindro di un Berlusconi in ritirata, abbia possibilità.
Lo vedono con continuità, come Giancarlo Giorgetti, con cui le serate a base di pizza sono state più di una. Così come, da quando è alla Farnesina, ci sono stati contatti frequenti e cordiali con Gianni Letta. E in questi giorni, anche con il presidente di Mediaset Fedele Confalonieri. E certo, c'è stato anche il quadro recapitato per Natale dal leader di Forza Italia proprio all'ex capo politico M5S, che da sempre Berlusconi sembra avere in simpatia, tanto di essersi augurato di avere qualcuno come lui nelle file di Forza Italia.
Ma su questo, chi è vicino a Di Maio racconta: «Appena ha capito che si trattava di un quadro non ha neanche aperto al fattorino: lo ha mandato direttamente alla Farnesina, lo ha fatto mettere in una sala tra i regali istituzionali e non lo ha voluto nemmeno vedere». Il ministro degli Esteri ha negato di aver parlato direttamente con Berlusconi, ma a Natale - dopo aver scritto nella sua autobiografia che si tratta di «una delle persone più false mai incontrate» - ha avuto una telefonata cordiale con Matteo Salvini.
Mostrando un pragmatismo che non gli ha mai fatto difetto e cominciando a tessere una nuova tela, per la quale dentro il Movimento tutti i dirigenti intorno a Conte - oltre allo stesso ex premier - lo guardano con sospetto. Tanto da arrivare a pensare che ieri Riccardo Fraccaro, che si è ritrovato nello stesso palazzo di via della Scrofa con Matteo Salvini, fosse stato inviato come esploratore proprio da Di Maio (tesi non confermata dai diretti interessati che parlano di « coincidenza»). I parlamentari che fanno riferimento a lui, però, sono convinti che l'ex leader non avrebbe alcun interesse a tradirli. Non è certo lui che può sognare elezioni anticipate, visto il ruolo importante che ricopre ora nel governo e che potrebbe non avere mai più.
E non ha alcun interesse affinché la legislatura cada, visto che il nuovo Statuto prevede che le prossime liste siano in mano a Conte senza che niente sia stato ancora detto sul limite del doppio mandato. È la ragione per cui deputati e senatori potrebbero credergli, quando dirà loro: «Andiamo su Draghi». Sempre che il presidente M5S non decida di batterlo sul tempo, con in mente - però - progetti completamente diversi.