Estratto dell'articolo di Maria Teresa Meli per il Corriere della Sera
Via libera della Camera al decreto legge Ucraina, che proroga fino al 31 dicembre di quest’anno l’invio di materiali bellici a Zelensky. Il provvedimento è stato definitivamente approvato dall’assemblea di Montecitorio con 215 voti favorevoli e 46 contrari. Per il sì i partiti della maggioranza, il Pd e il Terzo polo, per il no i rosso-verdi e il Movimento 5 Stelle. Si avvicina così il sesto invio di armi a Kiev, anche se il ministro della Difesa Guido Crosetto ha tenuto a precisare che il decreto per la spedizione di materiale bellico in Ucraina deve essere ancora scritto: «Nulla è stato ancora deciso. Lo faremo nelle prossime settimane».
Dunque il Pd ha ribadito anche ieri il suo sì. Ma questa volta con qualche strappo.
Già, perché due deputati di Articolo 1 (eletti lo scorso 25 settembre nelle liste del Partito democratico) non hanno partecipato al voto. E tra i dem cresce un sospetto: «Dopo le Regionali, in caso di sconfitta del centrosinistra, quelli faranno una nuova scissione per dare vita con Conte a una Cosa rossa».
Hanno seguito invece la linea dei dem Roberto Speranza, Maria Cecilia Guerra e Federico Fornaro. I due «ribelli», Nico Stumpo e Arturo Scotto, hanno motivato il loro strappo, chiedendo di riaprire «il dibattito sul disarmo».
Di più, Scotto si è anche augurato che l’Ucraina non vinca la guerra: «Vincere un conflitto contro una potenza nucleare significa mettere nel conto un Armageddon. Ma chiunque avanza un dubbio passa per collaborazionista o imbelle».
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