“NESSUNA RITORSIONE VERSO GLI USA” - LA CONTROMOSSA DI PUTIN SPIAZZA OBAMA: “E’ UN PECCATO CHE FINISCA COSÌ IL SUO MANDATO DA PRESIDENTE, CON TRUMP ANDRÀ MEGLIO” - “THE DONALD” STRIZZA L’OCCHIO A MOSCA: “IL LEADER RUSSO È STATO INTELLIGENTE”
Alberto Flores D’Arcais per “la Repubblica”
Putin ha reagito, ma nel modo opposto alle previsioni. La tipica rappresaglia da Guerra Fredda (espellere lo stesso numero di diplomatici espulsi dal nemico) non c' è stata e il presidente russo ha inviato (non a Obama, ma al prossimo presidente Trump) un distensivo messaggio di auguri (per Natale e Capodanno): Con la speranza che quando avrà assunto il suo incarico come presidente americano, i nostri due paesi agiscano in modo costruttivo e pragmatico.
Alle espulsioni di 35 diplomatici il Cremlino ci aveva pensato, tanto che nella prima mattinata americana erano già state annunciate di persona dal ministro degli Esteri (Saranno dichiarate "persona non grata" 31 diplomatici dell' ambasciata Usa a Mosca e quattro del consolato generale a San Pietroburgo).
Non possiamo lasciare queste azioni senza una risposta, la reciprocità è la legge della diplomazia e delle relazioni internazionali , aveva precisato Sergei Lavrov in un discorso in diretta televisiva. E che fosse pronta una dura risposta era apparso chiaro anche dalle parole del primo ministro russo Dmitri Medvedev, che aveva accusato Obama, con un messaggio su Facebook con queste parole: È triste che l' amministrazione Obama, che aveva iniziato il suo lavoro con la cooperazione, termini con un' agonia anti- russa.
Rip (Rip, abbreviativo di "rest in peace" si usa in inglese per salutare le persone morte) Poi, a sorpresa, è arrivata la marcia indietro di Putin. Mossa intelligente, la elogiata Trump.
Il presidente russo, nell' insolita parte del "buono", ha voluto lasciare uno spiraglio aperto in attesa dell' arrivo di The Donald alla Casa Bianca il prossimo 20 gennaio. Ad Obama ha augurato un felice 2017, rammaricandosi che abbia voluto concludere il suo lavoro in questo modo, ai diplomatici americani che dovevano essere espulsi ha teso la mano invitandoli con le loro famiglie ed i loro bambini alla festa al Cremlino per la fine dell' anno.
Nella nuova guerra di spie formato digitale, sia Barack Obama che Vladimir Putin stanno cercando di forzare il prossimo futuro dei rapporti tra Usa e Russia chiedendo costringendo Donald Trump ad una scelta che non avrebbe voluto mai fare: togliere le sanzioni appena imposte dalla Casa Bianca o abbandonare l' idea di una "stretta amicizia" con un leader russo che è sempre di più (anche sul piano internazionale, come insegna la Siria) un presidente-dittatore.
Nel primo caso si inimicherebbe tutta l'intelligence Usa ed entrerebbe in conflitto anche con molti esponenti repubblicani di primo piano al Congresso, nel secondo dovrebbe smentire tutto quello che ha detto in questi giorni (sulla vicenda hacker) mantenendo la stessa linea dura di Obama verso il Cremlino. Kellyanne Conway, prossima "consigliera" del presidente, si è spinta a dire che Obama con le sue sanzioni contro la Russia ha voluto incastrare Trump: Nemmeno al culmine della Guerra Fredda il nostro Paese ha espulso tanti agenti segreti.