NIENTE DA TEMER - IL BRASILE SCHIERA L' ESERCITO PER FERMARE I MIGRANTI VENEZUELANI – TENSIONI E SCONTRI AL CONFINE, “RISCHIO CAOS IN SUDAMERICA” - TEMER HA DECISO DI DARE UN SEGNALE A MADURO, DEFINENDOLO IL RESPONSABILE PER ‘IL DISASTRO UMANITARIO’ DEL VENEZUELA
-Alfredo Spalla per il Messaggero
Militari alla frontiera. Il Brasile schiera le forze armate per fermare il flusso di migranti venezuelani nel Paese. La decisione, comunicata dal presidente Michel Temer, è stata pubblicata ieri in Gazzetta ufficiale. «Il Brasile rispetta la sovranità degli altri stati, ma dobbiamo ricordare che un Paese è sovrano solo quando rispetta il proprio popolo, prendendosene cura», ha detto Temer, definendo lo scenario «drammatico». Secondo il decreto presidenziale, sarà il ministero della Difesa a definire il numero esatto delle unità che saranno disposte nelle città di Boa Vista e di Pacaraima, nel nord del Brasile.
SITUAZIONE CRITICA La situazione è diventata critica dopo gli episodi di violenza al confine. Dieci giorni fa, un gruppo di brasiliani ha aggredito gli sfollati venezuelani, bruciandone gli accampamenti di fortuna di Pacaraima e aggredendo gli ambulanti che vivono grazie al commercio di frontiera.
Secondo le ricostruzioni, si sarebbe trattato di una ritorsione per la rapina di quattro venezuelani ai danni di un commerciante brasiliano della zona. Pacaraima e Boa Vista - dove i militari saranno presenti fino al 12 settembre, con scadenza del decreto prorogabile - appartengono allo stato di Roraima, il meno popoloso del Brasile. Secondo l' istituto di statistica del Brasile (Ibge), il 99% dei venezuelani si ferma in Roraima.
Temer ha quindi deciso di dare un segnale a Maduro, definendolo il responsabile per «il disastro umanitario» del Venezuela. È un gesto al limite del simbolico, poiché i militari saranno dispiegati su una fascia di 150 km, quando l' intera frontiera Brasile-Venezuela ha un' estensione di 2.199 km. Secondo l' Oim, l' organizzazione internazionale per le migrazioni collegata all' Onu, nel 2018 in Brasile sono entrati circa 50.000 venezuelani: 32.859 richiedenti asilo e 16.841 richiedenti un permesso di soggiorno temporaneo.
L'IMMIGRAZIONE Nel 2015, solo 3425 venezuelani avevano attraversato la stessa frontiera. Un aumento dell' immigrazione del 93% in tre anni.
Secondo Sérgio Etchegoyen, ministro degli Interni, circa 600-700 venezuelani si recano quotidianamente in Brasile, ma solo il 20-30% rimane nel Paese.
Quasi tutti fuggono dalla miseria - l' 82% dei venezuelani vive in povertà - ma c' è anche chi lascia il Paese per motivi di salute, come le donne in gravidanza, i malati senza farmaci e i minori, per i quali sarà mantenuta la priorità d' ingresso.
LE QUOTE Intanto, Temer ha ventilato l' ipotesi di introdurre un sistema di quote per l' ingresso. «Si distribuiscono 100, 150, 200 numeri al giorno e progressivamente ne entreranno sempre di più, anche per organizzare gli ingressi». Il presidente rimane contrario alla chiusura della frontiera, come invece ha più volte chiesto Suely Campos, la governatrice dello Stato di Roraima, già rivoltasi alla Corte Suprema per la stessa questione. Secondo l' Oim, 2,3 milioni di venezuelani risiedono ormai fuori dal Paese. Più di 1,6 milioni sono fuggiti negli ultimi tre anni. È un' emorragia che preoccupa tutto il Sud America, dato che la maggior parte (1,5 milioni) non ha lasciato il continente.
IL VERTICE Il Caam (comitato andino delle autorità d' immigrazione) si è riunito ieri a Lima d' urgenza, con i rappresentanti di Perù, Bolivia, Ecuador e Colombia; quest' ultima la più interessata dal flusso di venezuelani (oltre 870.000 residenti). L' Ecuador ha inoltre chiesto di anticipare la riunione dei Ministri degli Esteri della regione per discutere della regolazione dei flussi dal Venezuela.
Luis Almagro, segretario generale dell' Organizzazione degli Stati Americani, ha annunciato che presto si terrà anche la riunione dei Paesi membri invitandoli ad aumentare le sanzioni verso il Venezuela. Per regolare i flussi, i governi sudamericani hanno introdotto regole più stringenti sui documenti - in alcuni casi servirà il passaporto anziché la carta d' identità - lanciando l' idea di un database intergovernativo.
Il 63% dei venezuelani, secondo lo studio diConsultores21, emigra a causa della situazione economica, mentre il 29% lo fa a causa dello scenario politico. Secondo il Fondo Monetario Internazionale, entro fine 2018, l' inflazione venezuelana potrebbe arrivare a 1.000.000%, determinando un' ulteriore fuga oltre confine.