NO TAV, DALLA RAGIONE AL TORTO - PER L’ENNESIMA VOLTA TENTANO DI BLOCCARE CON LA FORZA UN DIBATTITO A PALAZZO MARINO CON IL PROCURATORE GIANCARLO CASELLI, MA STAVOLTA NON CI RIESCONO - ENTRANO IN SALA, SROTOLANO UNO STRISCIONE E VANEGGIANO DEFINENDOSI I ‘’NUOVI PARTIGIANI’’: POI SONO SOLO INSULTI. PER LORO - COMINCIA PISAPIA, GLI FANNO ECO POLITICI DI OGNI PARTE E L’ASSOCIAZIONE PARTIGIANI, INCAZZATA PER L’AZZARDATO PARAGONE...
Fabio Poletti per "la Stampa"
Più veloci di un treno, i No Tav milanesi del centro sociale Cantiere per due ore si prendono la Sala Alessi, il salotto nobile di Palazzo Marino. Sono in 26 - dieci dentro con uno striscione, gli altri fuori con un megafono fanno grande rumore ma il dibattito del pomeriggio con il procuratore capo di Torino Giancarlo Caselli sulla legalità non riescono a impedirlo.
Saltare i due vigili urbani all'ingresso è un gioco. Quando sono dentro, occupano il tavolone coperto di velluto bordeaux per la manifestazione organizzata dall'Anpi, poi srotolano uno striscione - «Non usate la memoria dei vecchi partigiani contro i partigiani di oggi. Da che parte fischia il vento» - ma in meno di due ore raccolgono solo pessimi commenti.
La polizia alla fine li sgombera in modo morbido sollevandoli di peso. Loro si fanno trascinare fuori mentre urlano anche contro il sindaco Giuliano Pisapia: «Non vogliono far vedere che c'è una contraddizione in questo vento che cambia, nel vento della Giunta Pisapia». Quello che provocano alla fine, più che un vento è un cataclisma. Il sindaco Pisapia è il primo a rispondere: «Nessuno pensi di intimidirci con atti di violenza e sopraffazione». L'Associazione dei partigiani segue a ruota: «Non si abusi della parola "partigiano", noi siamo per la libertà di tutti ma contro ogni forma di violenza».
Solo Basilio Rizzo, il presidente del Consiglio comunale che insieme con alcuni politici di Sel aveva cercato di mediare, non rinuncia alla fermezza ma offre un ramoscello di ulivo ai No Tav: «Questa protesta è legittima perché tutti hanno diritto di parlare ma il convegno con Caselli, un uomo a cui l'Italia deve essere riconoscente, si deve fare».
E alla fine si fa, con il procuratore capo di Torino che arriva superscortato e assai applaudito: «Questa sala piena riafferma il valore della democrazia. Mi hanno dato pure del mafioso... A me che sono stato a Palermo... E' una cosa al di là del bene e del male. Mi sembra che ci sia il rischio che il movimento No Tav, che magari ha tutte le ragioni ma non compete a me stabilirlo, rischi di diventare il pretesto solo per esercitare violenza».
Ma le dichiarazioni più accese contro il blitz dei No Tav arrivano dal mondo politico. Non c'è differenza tra sinistra e destra. Emanuele Fiano del Pd milanese scavalca tutti: «E' stato un atto squadrista». L'ex vicesindaco della Giunta Moratti Riccardo De Corato, mette in mezzo il sindaco in carica: «Il metodo di Pisapia che vuole dialogare con i centri sociali è clamorosamente fallito». L'ex ministro dell'Interno Roberto Maroni vorrebbe ancora il pugno duro: «Sono violenti da contrastare con ogni mezzo. Se non ci fosse la Tav ci sarebbe un'altra cosa».