IL NO AL TERZO MANDATO HA “LIBERATO” ZAIA – IL GOVERNATORE DEL VENETO, CHE NEL 2025 SARÀ DISOCCUPATO, VA ALL’ATTACCO DI SALVINI: “NOI NASCIAMO PER DIFENDERE I VENETI. ABBIAMO FATTO UNA FEDERAZIONE CON LE ALTRE REGIONI, BENE, SI CHIAMAVA LEGA NORD E A ME PIACEVA DI PIU” – È UN PRIMO SEGNALE PER IL “CAPITONE”, CHE IN QUESTI ANNI HA PROVATO A TRASFORMARE IL CARROCCIO IN UN PARTITO NAZIONALE. E UN AVVERTIMENTO: LA “LIGA” VENETA È PRONTA A CORRERE DA SOLA…
-Estratto dell’articolo di Martina Zambon per il “Corriere della Sera”
Luca Zaia torna a casa e scuote l’assemblea provinciale della Lega a Treviso. Davanti a cinquecento militanti della provincia che è stata la culla della Liga veneta, il presidente ripercorre le tappe eroiche del Carroccio, dai primi Comuni conquistati allo scandalo Mose che travolse la galassia Galan ma non scalfì alcun leghista.
[…] pur senza mai citare Matteo Salvini […] trascina i militanti parlando di identità: «Noi nasciamo per difendere i veneti. Abbiamo fatto una federazione con le altre regioni, bene, si chiamava Lega Nord e a me piaceva di più», scandisce prevedendo l’effetto galvanizzante sulla platea. E i militanti reagiscono tonici: arriva la standing ovation che sale, se possibile, di tono quando Zaia aggiunge: «Anzi, a dirla tutta era più bello “Liga”».
Per i leghisti veneti «Liga» significa Leone di San Marco, orgoglio contro la lunga sudditanza verso i cugini lombardi che sempre hanno espresso il segretario federale. «Liga», più recentemente, in Veneto fa rima con «terzo mandato» e «corsa solitaria» nei Comuni vicini al voto e persino alle prossime Regionali.
[…] A Treviso è stato, insomma, un lungo pomeriggio di orgoglio lighista . A restare impresso a fuoco, però, è soprattutto il passaggio su «mi piaceva di più la Lega Nord». Poco cambia che Zaia poi abbia proseguito dicendo «non si deve vivere di ricordi, di nostalgie, e si deve guardare avanti. Ma noi siamo sempre quelli di prima, abbiamo i nostri ideali, li dobbiamo difendere fino in fondo».
La stoccata a Matteo Salvini non è passata certo inosservata. Nelle stesse ore ha preso a circolare una raccolta firme online per «Zaia capolista alle Europee» lanciata da Giuseppe Paolin, responsabile organizzativo della Lega in Veneto. «Un’iniziativa a titolo personale» dicono i vertici veneti consapevoli di quanto Zaia sia fermamente deciso a non prestarsi a una candidatura di bandiera. Così il governatore inizia a togliersi qualche sassolino dalle scarpe, dopo che, qualche giorno fa, è arrivata la bocciatura del terzo mandato in commissione Affari costituzionali del Senato.