NOMINE VOBISCUM: PASQUA E PASQUETTA DI SANGUE – SALVINI NON SCHIODA DA ROMA PER TENERE SOTTO CONTROLLO GIORGETTI: TEME CHE IL MINISTRO CEDA ALLE PRETESE DI GIORGIA MELONI SULLE NOMINE - A PASQUETTA INCONTRO DECISIVO SULLE POLTRONE: DA UNA PARTE MELONI-FAZZOLARI, AL CENTRO TAJANI-LETTA, E POI SALVINI-PAGANELLA – BISOGNA CHIUDERE ENTRO MARTEDI’ MATTINA PERCHE’ POI GIORGETTI, CHE DEVE AUTORIZZARE LA FIRMA SULLE NOMINE, VOLA A WASHINGTON – C’E’ DESCALZI DIETRO LA FISSA DELLA MELONI SUL TANDEM CINGOLANI-DONNARUMMA – DITE A DONNA GIORGIA CHE IL CASO RACHELE SILVESTRI È UN SILURO NUCLEARE AL SUO ATTEGGIAMENTO DA "IO SO' GIORGIA E VOI NON SIETE UN CAZZO"


DAGOREPORT

 

matteo salvini giancarlo giorgetti 1

La partita delle nomine sta diventando un campo di battaglia all’interno della maggioranza di governo. Matteo Salvini non alzerà i tacchi da Roma, mandando a ramengo le festività pasquali, per evitare sorprese nell'uovo da parte del suo sottoposto Giancarlo Giorgetti, che da ministro dell’Economia avrà il compito di apporre la firma sulla nomina dei prescelti al vertice delle aziende di Stato.

 

Anche il ministro della Difesa Guido Crosetto ha rinunciato al viaggio in Brasile organizzato da Leonardo e festeggerà morte e resurrezione di Cristo nella capitale: fidarsi è bene, non fidarsi (di Giorgia Meloni) è meglio. Sono tutti terrorizzati all’idea che la premier, nell’ennesimo impeto di decisionismo garbatellaro, organizzi un blitz per portare a casa le nomine che desidera senza concordarle con nessuno.

giovanbattista fazzolari giorgia meloni

 

Al momento non è in calendario alcun incontro tra gli esponenti del governo per discutere il da farsi. Quasi sicuramente i pezzi da novanta del governo di Destra-centro, digerito l’abbacchio, si vedranno a Pasquetta: da una parte Meloni-Fazzolari, al centro Tajani-Letta, dall'altra Salvini-Paganella. Sarà un lunedì di fuoco: va deciso, una volta per tutte, come riempire le caselle e a chi dare le poltrone nelle aziende quotate di Stato.

descalzi meloni

 

Martedì mattina la partita va definitivamente chiusa perché, nel primo pomeriggio, il ministro Giorgetti (che ha la responsabilità di autorizzare la firma delle nomine) deve volare a Washington per la riunione del Fondo Monetario Internazionale (e per 'sta guerra di potere de’ noantri il suo viaggio, che prevedeva due giorni di permanenza, si è ridotto a uno e mezzo).

 

RICCARDO BARBIERI HERMITTE

Le nomine non vengono portate in Consiglio dei ministri: la lista dei nomi è formalmente firmata dal direttore generale del Tesoro, Riccardo Barbieri, su indicazione del titolare dell’Economia, cioè Giorgetti. E' l’economista di Cazzago Brabbia ad avere il pallino del gioco: tutto è nelle sue manine.

 

Qualcuno si ricorderà del blitz dell'allora premier Matteo Renzi che rifilò la sua lista allora ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, lasciando a bocca asciutta gli alleati di governo. Ecco perché Salvini è rimasto a Roma a fare il rottweiler da guardia: teme il rischio di cedimenti da parte di Giorgetti, cuor di coniglio, alle pretese della Ducetta pijo-tutto-io.

ROBERTO CINGOLANI

 

Tra una colomba mandorlata e un uovo fondente, a Pasquetta Salvini si attovaglierà con Giorgetti per un ultimo rendez-vous prima della stretta finale. I bocconi agrodolci, che a qualcuno andranno di traverso, sono quelli legati a Enel (Scaroni-Donnarumma?) e a Leonardo (per il posto di Ad in corsa Roberto Cingolani e Lorenzo Mariani, alla presidenza andrà il generale della guardia di Finanza, Giuseppe Zafarana, al posto dell’uscente Luciano Carta, ex capo dell’Aise).

lorenzo mariani foto di bacco (2)

 

La pervicacia con cui Giorgia Meloni vuole assolutamente dare una poltronissima a Cingolani e Donnarumma ha dietro l’ad di Eni Claudio Descalzi, che ormai assurto a gran consigliere economico-finanziario della Evita Peron della Garbatella. Tant'è che sarà lui a scegliersi il presidente dell'Eni. Per le aziende di Stato non quotate la decisione definitiva sugli incarichi arriverà tra la fine di aprile e la metà di maggio.

 

giuseppe zafarana

Un gran garbuglio che metterà sotto pressione una già stressatissima Meloni che pare che non abbia ancora capito che la questione famigliare-sentimentale di Rachele Silvestri esplosa con la lettera inviata dalla deputata di Fratelli d’Italia al “Corriere della Sera” (Chi l'ha scritta? Chi l’ha negoziata con il direttore del quotidiano, Luciano Fontana?) è in sostanza un siluro nucleare al suo atteggiamento da "Io so' Giorgia e voi non siete un cazzo".

STEFANO DONNARUMMA
rachele silvestri 5
RACHELE SILVESTRI 11
luciano carta presidente di leonardo foto di bacco