NON BASTERÀ INCOLPARE L’ESTREMA DESTRA PER NASCONDERE L’INSOFFERENZA POPOLARE – IN SPAGNA I MEDIA LIBERAL DANNO LA COLPA AGLI “INFILTRATI” PER LA CLAMOROSA CONTESTAZIONE AL RE FELIPE E AL PREMIER SANCHEZ – A TIRARE FANGO E BASTONI CONTRO LE AUTORITÀ C’ERANO ANCHE PERSONE NORMALI, ALLUVIONATI E VOLONTARI INCAZZATI NERI CON L’INEFFICENZA DELLO STATO: COSTRETTI A SPALARE FANGO DA SOLI PER GIORNI, SI SONO IMBESTIALITI QUANDO HANNO VISTO DECINE DI MACCHINE DELLA POLIZIA PER SISTEMARE IL PERCORSO DEL RE. CHE ALMENO SI È FERMATO A PARLARE, MENTRE PEDRO SANCHEZ (CHE QUI CHIAMANO “PERRO”, "CANE”) SCAPPAVA ASSALTATO DALLA FOLLA INFEROCITA - VIDEO
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1. RE FELIPE, BISOGNA CAPIRE LA RABBIA DELLE PERSONE COLPITE
(ANSA-AFP) - Bisogna "comprendere la rabbia e la frustrazione" delle persone colpite dalle inondazioni. Lo ha detto il re Felipe di Spagna dopo essere stato costretto dalle proteste a interrompere oggi la sua visita nelle zone alluvionate.
2. RE FELIPE IN VIDEOMESSAGGIO, SI GARANTISCA PRESENZA DELLO STATO
(ANSA-AFP) - In un video pubblicato questa sera sera sui social network il re di Spagna, Felipe VI, ha lanciato un appello affinché alle persone colpite dalle alluvioni "si dia speranza e e si garantisca che lo Stato in tutta la sua pienezza sia presente". Lo ha detto poche ore dopo che, insieme con la regina Letizia, erano stati contestati da una folla infuriata a Paiporta, vicino a Valencia, e costretti a interrompere la loro visita.
3. VALENCIA, ESPLODE LA PROTESTA CONTESTATI I REALI E SÁNCHEZ
Estratto dell’articolo di Alfio Sciacca e Fulvio Fiano per il “Corriere della Sera”
«Assassini!», «fuori!», «dimissioni!». E poi lanci di fango, tentativi di contatto fisico, insulti. L’indignazione dei valenciani per come è stata finora gestita «l’emergenza Dana» non risparmia la famiglia reale e costringe re Felipe VI a interrompere la visita sui luoghi dell’alluvione. La mattina finisce con la moglie Letizia Ortiz in lacrime e il presidente del governo Pedro Sánchez costretto a rifugiarsi in auto, inseguito dalla gente.
[…] La visita di don Felipe e doña Letizia viene annunciata sabato sera. Il programma prevede di andare a Paiporta, la «zona zero» dell’alluvione, il sobborgo alle porte di Valencia dove ci sono almeno 72 delle 217 vittime accertate, e poi a Chiva, 30 chilometri verso l’interno, dove, secondo la sindaca Amparo Fort, potrebbero esserci «centinaia di morti». […] l’annuncio viene accompagnato subito da scetticismo su tempistica e opportunità.
Ulteriore malumore suscita poi l’ordinanza emessa in mattinata dal presidente della Generalitat, lo screditatissimo Carlos Mazón, per vietare l’accesso a 11 municipi nella zona più colpita, tra cui Paiporta. Ufficialmente per motivi di sicurezza, dato il meteo in peggioramento. Ma molti hanno visto in quell’ordinanza un tentativo di evitare contestazioni, nascondere al re la vera portata del disastro e, soprattutto, a costo di sottrarre preziose ore alle operazioni di soccorso.
Con i reali, oltre allo stesso Mazón, c’è il capo del governo, Pedro Sánchez, anche lui mai apparso in queste zone se non per una contestatissima foto assieme al governatore vestito con la pettorina fosforescente.
[…] Ad ulteriore sottolineatura del momento in cui sembra insanabile la spaccatura tra sentimento popolare e guida politica, l’invito ai volontari di restare a casa — dato ormai il pieno dispiegamento delle squadre di soccorso istituzionali (oltre 10 mila unità tra militari, vigili del fuoco, polizia) — è stato anche ieri ignorato da migliaia di persone che si sono recate comunque nelle zone alluvionate.
Che di tutto questo le istituzioni spagnole non sembrano avere il polso lo dimostra il fatto che la delegazione arriva a Paiporta accompagnata soltanto dagli uomini della scorta. Una strategia [...]inadeguata perché il passaparola nelle strade viaggia attraverso le stesse catene umane che spostano i secchi di fango. Presto, i reali, il presidente e il governatore si ritrovano accerchiati dalla folla. «Assassini!» urla qualcuno. E ancora: « Fue-ra! Fue-ra! » è il coro che si alza.
Poi la situazione precipita. Il fango sul re Felipe VI viene affrontato personalmente da più persone. Chi con intenti minacciosi, respinti dalla scorta, chi in cerca di un confronto, a cui il re non si sottrae. «Felipe, dove sono gli aiuti?», gli chiede disperato un uomo di mezza età. Il re prova a rassicurarlo, ma questo insiste: «Sono arrivati solo 4 camion! Quattro camion, Felipe!» […]. Felipe spiega che la zona da aiutare è ampia, che viene fatto il possibile. Ma un ragazzo si fa avanti: «Il mio quartiere è distrutto e voi non fate niente!».
Sánchez e Mazón restano defilati, ma contro di loro si alza il coro, sempre più forte « Hijos de puta , di-mis-sio-ni!». Tutto degenera. Arrivano lanci di fango e altro. A proteggere il re c’è solo un ombrello che poco può fare.
[…] Letizia, provata e con il viso sporco di fango, si allontana dal corteo ufficiale. Una donna, come mostra un video sui canali social di El Mundo , le si avvicina disperata: «Nessuno ci ha avvertito, ci sono troppi morti, troppi morti, non potevamo sapere cosa stava succedendo». Letizia le stringe le mani, le chiede scusa «Ha ragione, lo siento, lo siento », la abbraccia, le sussurra qualcosa, poi si allontana commossa. «Non è colpa sua, signora», le dice un uomo.
[…] Va peggio al presidente Sánchez, che in tutta fretta viene portato all’auto blindata e messo al sicuro. Ma prima qualcuno prova a colpirlo con un bastone, che lo prende di striscio, alle spalle. […] Il vetro di una delle auto di scorta viene rotto da un colpo di pala. […]
4. VALENCIA, FANGO E INSULTI AI REALI SANCHEZ COLPITO CON UN BASTONE
Estratto dell’articolo di Mauro Evangelisti per “il Messaggero”
[…] L'antipolitica e la sfiducia stanno trovando benzina dall'inefficienza delle istituzioni dopo la Dana di Valencia: dove porterà tutto questo non è prevedibile. La decisione della casa reale di andare a Valencia è stata sciagurata: il governo aveva sconsigliato questa mossa, ma il re ha voluto visitare le zone del disastro partendo proprio da Paiporta, il paese con il numero più alto di vittime.
Quando i cittadini, nelle ore precedenti, hanno visto decine di macchine della polizia e interventi per sistemare il percorso del re, dopo che erano stati costretti a spalare il fango da soli, si è innescata una furiosa reazione.
Hanno urlato «Fuera, fuera» o «Asesinos», hanno spintonato il corteo, hanno preso il fango da terra e l'hanno scagliato contro i reali, ma anche contro il presidente e il primo ministro.
[…] C'erano infiltrati? Sì. La Guardia civil ha bloccato alcuni giovani con il viso coperto dai passamontagna tra cui un attivista dell'associazione neonazista Revuelta. Un ragazzo ha attaccato con un bastone il primo ministro Pedro Sánchez. L'aggressore è stato fermato ed è emerso che è un giovanissimo estremista di destra che non c'entra nulla con Paiporta.
Anzi, Adrian Campos di Revuelta, ha proprio rivendicato su internet l'attacco. C'erano esponenti del sottobosco di ultradestra addirittura concorrenziale rispetto a Vox.
La sindaca di Paiporta, María Isabel Albalat Asensi, parlando con la tv La Sexta, ha spiegato: «La mia impressione è che la maggior parte dei contestatori venisse da fuori. Io non ho mai visto prima a Paiporta molte delle persone che gridavano».
[…] Nei video della contestazione si vede anche la regina Letizia in lacrime. Viene affrontata da una donna: «A te non manca nulla, noi non abbiamo nulla. Porta una pala e vieni a scavare». Altri rincuorano la regina: «Non ce l'abbiamo con te». Alcune signore l'abbracciano. Resta l'immagine goffa del re, giaccone marrone che sembra un abbigliamento casual preparato per l'occasione, che prova ad avanzare, a parlare con la gente, e viene protetto dagli ombrelli perché piovono pezzi di fango.
?? A crowd of furious flood survivors threw mud and shouted insults at the Spanish King, Felipe VI, as he visited a devastated town in Spain’s Valencia region.
— The Telegraph (@Telegraph) November 3, 2024
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Dice: «Alla fine supereremo tutto». Ma c'è chi gli risponde: «Un Paese come la Spagna dovrebbe essere preparato. Di feste non ce ne mancano, però di servizi di urgenza non ne abbiamo».
Poi ci sono le urla contro il primo ministro: «Sánchez dove sei?». E l'indignazione nei confronti di Mazón: «Dimissioni, dimissioni». «Siamo rimasti fermi per ora a causa tua» ha gridato un residente di Paiporta al re: una visita ufficiale, in una zona in cui c'è solo da lavorare per rimuovere le macerie e verificare che non ci siano altri cadaveri, è solo un ostacolo. Il sindacato di Vox ha offerto assistenza legale a chi ha distrutto l'auto di Sánchez; il partito di sinistra valenciano, Compromís, attacca: «La visita del re, del primo ministro e del presidente della Generalitat, data la gestione negligente della tragedia, è stata una provocazione».