NON CONTA LA VERITÀ, MA QUELLO CHE GLI SPETTATORI VOGLIONO SENTIRSI DIRE – RUPERT MURDOCH PREFERISCE SGANCIARE 787 MILIONI DI DOLLARI ALLA “DOMINION VOTING SYSTEM”, PIUTTOSTO CHE AMMETTERE CHE LA CAMPAGNA SUI BROGLI ALLE ELEZIONI DEL 2020, MONTATA DA “FOX NEWS” PER ADERIRE ALLA NARRAZIONE TRUMPIANA, FOSSE UNA BUFALA – LO HA AMMESSO L’ANCHORMAN TUCKER CARLSON: “LE ACCUSE SONO UNA FOLLIA, MA I NOSTRI SPETTATORI SONO BRAVA GENTE, E CI CREDONO” – ORA LA DOMANDA È: LO “SQUALO” SOSTERRÀ COMUNQUE TRUMP NEL 2024?
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Estratto dell’articolo di Marco Liconti per “il Giornale”
Per Rupert Murdoch è stato forse il momento più imbarazzante (e costoso) della sua lunga carriera. […]
I 787,5 milioni di dollari che Murdoch ha acconsentito di pagare alla Dominion Voting Systems per evitare un processo che avrebbe potuto demolire ulteriormente la reputazione della sua all news sono un prezzo carissimo, per tentare di mantenere intatto l’ecosistema mediatico costruito dal 1996, quando Fox News iniziò le trasmissioni.
I legali dell’emittente sono riusciti ad arginare una delle richieste più pressanti di Dominion.
Vale a dire, che Fox trasmettesse le scuse all’azienda produttrice delle macchinette elettorali, falsamente accusata di avere «spostato» nelle presidenziali del 2020 milioni di voti dall’urna di Trump a quella di Biden.
Sarebbe stato impensabile per un’emittente che, come dimostrato dai tanti documenti, era ben consapevole di avere trasmesso e amplificato, facendole proprie, le false accuse di Trump.
Ma, come candidamente ha ammesso la star di Fox, Tucker Carlson, le accuse di brogli sono una «follia», ma «i nostri spettatori sono brava gente e ci credono». Non è un caso che sull’emittente di Murdoch si sia parlato pochissimo del processo Dominion, costato sì centinaia di milioni di dollari, ma non in termini di audience.
Il modello di business […] non lo consente: lo spettatore tipo di Fox non vuole essere informato, ma confortato nella sua visione dell’America: un Paese sotto attacco da parte degli «altri».
Siano essi i Democratici, gli immigrati latinos, i cinesi, o la complessità del mondo in quanto tale. Le comunicazioni durante le convulse giornate post elettorali del 2020 tra i vertici di Fox, compreso lo stesso Murdoch, rivelano il timore che il pubblico fidelizzato si rivolgesse altrove.
[…] Ora Fox, che ha all’orizzonte un’altra causa per diffamazione da 2,7 miliardi di dollari da parte della Smartmatic, altra azienda che fornisce tecnologia alle autorità elettorali negli Usa, è chiamata a decidere cosa fare del rapporto con il tycoon. Dopo il gelo degli ultimi mesi da parte di tutto l’universo Murdoch […] e i conseguenti attacchi di Trump sul suo social Truth, ultimamente c’è stato un riavvicinamento, con un’intervista in prime time all’ex presidente.
Presto per capire se l’abbraccio che in passato ha portato enorme fortuna a entrambi, con un’identificazione quasi totale, possa ripetersi e con quali modalità. Dopo il pesante cartellino giallo della causa con Dominion, Fox rischia troppo nell’abbracciare nuovamente la narrativa alternativa del tycoon, che si farà infuocata in vista del 2024. Allo stesso tempo, non può separarsene definitivamente, per non perdere i suoi spettatori «brava gente», che «credono» alla realtà proposta da Trump.