NON ESISTONO PASTI GRATIS - LA RAGGI SPACCIAVA LA COLLABORAZIONE DI LANZALONE COME ''GRATUITA'', PER UBBIDIRE ALLA FALSA RETORICA PAUPERISTA DEL MOVIMENTO. MA L'AVVOCATO OTTENNE IN CAMBIO LA NOMINA A PRESIDENTE ACEA, LE CONSULENZE CON PARNASI E IL COMUNE, E SOPRATTUTTO PUNTAVA AL PESCE GROSSO: L'ATAC - TORNA LA PSICOSI CHAT IN CAMPIDOGLIO: I MESSAGGINI DELLA SINDACA CHE DIMOSTRANO COME TUTTI I DOSSIER DELLA CITTÀ FINISSERO IN MANO A LANZALONE
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1. LANZALONE, IL CONTRATTO FANTASMA CHE ORA IMBARAZZA LA SINDACA
Estratto dall'articolo di Marco Mensurati, Fabio Tonacci e Maria Elena Vincenzi per la Repubblica
Un documento interno del Comune di Roma riporta il caso Lanzalone nel punto esatto dal quale il movimento di Beppe Grillo sta cercando di allontanarlo: la piena responsabilità politica, e amministrativa, di Virginia Raggi. Un documento cruciale, datato 8 marzo 2017, che i carabinieri del Nucleo investigativo hanno allegato, non a caso, alle carte dell' inchiesta sul " Sistema Parnasi". E che porta la firma della sindaca di Roma Capitale.
Un mr Wolf a zero euro
«Incarico di collaborazione ad alto contenuto di professionalità e a titolo gratuito » , recita l' oggetto della lettera indirizzata dalla Raggi al direttore delle risorse umane del Campidoglio. « L' incarico - continua - sarà svolto da Lanzalone in piena autonomia, anche con l' eventuale supporto di collaboratori dello stesso, in ogni caso senza alcun costo » . Non un euro avrebbe dovuto essere speso, né per lui e né per i suoi collaboratori. Ma le cose sono andate diversamente.
Il pasticcio del contratto
La questione della remunerazione di Lanzalone nel febbraio del 2017, quando il capogruppo del Pd Michela Di Biase presenta in Campidoglio un' interrogazione, sul punto. Già allora Lanzalone risultava: a) aver imposto il dg dell' Ama ( l' azienda dei rifiuti), b) aver preso in mano l' intero dossier del nuovo stadio della Roma, c) essere stato incaricato di vagliare tutti gli atti firmati dall' ex capo di gabinetto Raffaele Marra.
La risposta del sindaco era stata vaga. Lanzalone era incaricato di seguire alcune vicende, «e in particolare quella dello stadio » . E la sua collaborazione si sarebbe formalizzata mediante un accordo con l' assessore all' Urbanistica, che però poi si è dimesso, quindi non aveva potuto «trovare pronta formalizzazione » . « La troverà a breve » , però. Quanto alla remunerazione, «in assenza di successivo accordo sul compenso, nulla sarà dovuto».
Gratis et amore dei
L' accordo che Lanzalone avrebbe dovuto trovare « a breve » , invece, non verrà trovato mai. Ma nel frattempo l' avvocato genovese, in qualche modo, è stato pagato. Con le consulenze offerte da Parnasi in cambio della sua " amicizia", da una parte; e con i "premi al merito" ( copyright, Luigi Di Maio) della giunta grillina. Nemmeno un mese dopo la lettera della Raggi, Lanzalone viene nominato presidente di Acea. È lui stesso a mettere in relazione tutte le sue attività per il comune di Roma con quell' incarico.
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2. RAGGI: ORA UN CHIARIMENTO CON I DIRIGENTI E RITORNA LA PSICOSI CHAT IN CAMPIDOGLIO
Simone Canettieri e Lorenzo De Cicco per Il Messaggero
IL RETROSCENA
Tutti aspettano le mosse di Virginia Raggi. Oggi la sindaca torna in Campidoglio dopo due giorni di «stacco totale» ma con la testa piantata sull' inchiesta.
La grillina - che domani festeggia due anni esatti dalla vittoria delle elezioni comunali - non vuole prendere decisioni su «una spinta emotiva». Anzi, vuole ragionare, leggere le carte e pesare bene le mosse. In questo frangente le ritorna utile il suo vecchio lavoro di avvocato. Di sicuro, però, è intenzionata a «vederci chiaro».
Soprattutto nei confronti dei dirigenti e dei collaboratori che in qualche modo avevano stretto rapporti molto stretti con Luca Lanzalone. Raggi è pronta a convocare per un «chiarimento» il direttore generale del Comune, Franco Giampaoletti. Il manager non è indagato, è stato sentito in Procura dopo di lei come persona informata sui fatti. Si tratta del dirigente più importante del Comune, legato da un rapporto di amicizia e stima con Lanzalone. I due si conoscono dai tempi del Comune di Genova, e fu l' avvocato a proporgli l' avventura romana. Un' assunzione poi decisa dalla pentastellata in virtù anche del curriculum di Giampaoletti. Un altro chiarimento che la sindaca ha in mente di fare è con Fabio Serini, il commissario dell' Ipa (la mutua dei dipendenti capitolini).
Il dirigente, arrivato da Livorno dove conobbe Lanzalone per via del concordato della municipalizzata dei rifiuti Aamps, al telefono parla con l' avvocato per chiedergli un aumento di stipendio. Dopodiché dall' istituto di previdenza sarebbe arrivata una consulenza per lo studio di Lanzalone. Fatti non rilevanti penalmente, ma che interrogano la sindaca su come comportarsi e su quali scelte prendere nei confronti di certe figure. «Di sicuro - ragionano dal Comune - ora Virginia farà una mossa. Questo è poco ma è sicuro, sarà ponderata».
IL CLIMA
Nel frattempo ieri il Campidoglio si è risvegliato con la psicosi delle chat, un tormento che riemerge dal passato, dall' arresto di Marra. I messaggi tra la sindaca e i consiglieri grillini, svelati dal Messaggero, mostrano il potere e l' influenza di Lanzalone a Palazzo Senatorio. Sull' affaire stadio, ovviamente, ma anche su tante altre questioni, dall' Atac alla riqualificazione dei mercati generali, al progetto di un parco. «
Portate tutto a Lanzalone», «diamolo a Lanzalone», «sentiamo gli avvocati di Livorno». Raggi, si capisce dalle chat, si affida largamente al superconsulente che aveva scalato gerarchie e simpatie pentastellate, a livello romano e nazionale, fino all' arresto di mercoledì scorso per corruzione. «Era una figura strana - ammette ora Andrea Coia, presidente della Commissione Commercio - delle chat ne stiamo parlando tutti, credo che ci sia un problema con le intercettazioni, andrebbero regolate per evitare abusi», dice l' esponente grillino.
Pensare che il M5S in Parlamento, finora, si è sempre opposto alla stretta sulle intercettazioni.
«Ci chiediamo tutti chi le abbia diffuse, ah saperlo!», dice un' altra consigliera pentastellata, Gemma Guerrini. «Io la notte dell' accordo con la Roma sullo stadio, a febbraio del 2017, votai contro e rimango di quella opinione».
In molti adesso si smarcano, e dicono che forse era meglio costruirlo altrove questo impianto ed altri consiglieri si fanno più cauti. Domani è prevista una riunione di maggioranza per discutere del caso Ferrara, l' ormai ex capogruppo del M5S coinvolto nell' inchiesta sullo stadio. La situazione è così complessa e piena di sfaccettature che un grillino ammette candido: «Non sappiamo da dove iniziare a prenderla».