NON SARANNO SEMPLICI ELEZIONI MA EURO-ELEZIONI - I “PIZZINI” CHE ARRIVANO DALL’ESTERO DIMOSTRANO COME IL VOTO IN ITALIA SIA CONSIDERATO UNO SPARTIACQUE ANCHE PER L’UE (LA SPD A SOSTEGNO DEL PD, MARINE LE PEN PRO-SALVINI) - MASSIMO FRANCO: “LE ALLEANZE SI STANNO RIVELANDO ELEMENTO DI SCONTRO TRA SCHIERAMENTI E AL LORO STESSO INTERNO. COME LA SPACCATURA NEL CENTROSINISTRA TRA PD E M5S SULLA LEALTÀ ATLANTISTA. MENTRE L'APPOGGIO DI MELONI E SALVINI A ORBÁN..."

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Massimo Franco per il “Corriere della Sera”

 

matteo salvini giorgia meloni enrico letta

La questione dei rapporti con l'Europa sta diventando più centrale di quanto si pensasse. In una campagna elettorale per molti aspetti deludente e deprimente, i segnali che si mandano e si ricevono dall'estero mostrano quanto il voto di domenica sia considerato uno spartiacque anche per l'Ue; e come la prospettiva di una vittoria del centrodestra a trazione Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia, sia considerata dalle istituzioni continentali un'incognita: soprattutto per il timore che si apra una fase di conflittualità.

Ha provocato la reazione dura del centrodestra il modo esplicito, al limite dell'ingerenza, col quale la Spd tedesca si è schierata col Partito democratico di Enrico Letta contro la leader di FdI Giorgia Meloni.

TAJANI SALVINI MELONI LETTA CALENDA A CERNOBBIO

 

Ma è stato almeno altrettanto imbarazzante il messaggio affettuoso dell'ultradestra francese di Marine Le Pen al capo leghista Matteo Salvini: «Ancora e sempre con te». È la conferma di quanto sintonie e distanze europee siano più che mai parte integrante della politica interna; e quanto le forze italiane non possano prescinderne.

 

L'aspetto significativo è che si stanno rivelando non solo un elemento di scontro tra schieramenti ma al loro stesso interno. Basta evocare la spaccatura registratasi nel centrosinistra tra Pd e Movimento 5 Stelle, dopo che la lealtà atlantista e il sostegno anche con l'invio di armi all'Ucraina è stata contraddetta dai grillini: un atteggiamento che, insieme con l'attacco di Giuseppe Conte al governo, ha aperto la strada alla crisi e al voto.

 

VIKTOR ORBAN MATTEO SALVINI

Al punto che quando Mario Draghi nell'ultima conferenza stampa ha parlato di «pupazzi prezzolati» dalla Russia, qualcuno da destra ha suggerito di guardare anche altrove. Ma l'appoggio soprattutto di Meloni e Salvini all'Ungheria di Viktor Orbán, antieuropea e filorussa, sta producendo tensioni nello stesso fronte dato in vantaggio.

 

Un Silvio Berlusconi che non ha mai nascosto di essere amico del premier ungherese, ieri ha detto che «Giorgia sa benissimo che l'Europa e l'Occidente sono il nostro grande, insostituibile punto di riferimento».

 

SALVINI MELONI LETTA AL MEETING DI RIMINI

La sensazione è che Forza Italia cerchi di ritagliarsi un ruolo di mediazione filo Ue in una coalizione apparsa sbilanciata a favore dell'«altra Europa»: quella sovranista e tentata di rinegoziare i fondi del Piano per la ripresa; e incline a contestare le sanzioni dell'Unione contro nazioni che violano alcuni dei suoi principi cardine. È indicativa l'ammissione del capogruppo della Lega, Riccardo Molinari. «Oggi accade a Orbán - ha detto - e domani può capitare all'Italia se c'è chi non è d'accordo con la nostra politica migratoria». Sono parole sibilline che portano a chiedersi che cosa si stia preparando.

matteo salvini e marine le pen