NON SARANNO I VIPPONI A SALVARE KAMALA HARRIS: O TROVA UNA SOLUZIONE PER ATTIRARE I GIOVANI OPPURE RISCHIA GROSSO – TROPPI MASCHI AMERICANI SONO ANCORA DALLA PARTE DI TRUMP, CHE È RIUSCITO A STRIZZARE L’OCCHIOLINO A UNA GENERAZIONE DI COJONCELLI PARLANDO DI LOTTA E WRESTLING – LA VICEPRESIDENTE STA FACENDO UNA BATTAGLIA PER L’ABORTO, MA TRA I RAGAZZINI L’ARGOMENTO FREGA SOLO AL 4% - LA “GENERAZIONE Z” NON SI FARA' INFLUENZARE DA BEYONCÉ, MA DALLA FAMIGLIA E…
-Estratto dell’articolo di Alberto Simoni per “La Stampa”
Kamala Harris porta sul palco di Houston la Queen Bey, ovvero la star texana Beyoncé che, dopo aver prestato la sua Freedom come colonna sonora della campagna elettorale, ieri è comparsa in un comizio nel Lone Star State per parlare di aborto e della minaccia che Trump «pone alla libera scelta delle donne».
I democratici confidano – come già accaduto nelle elezioni di Midterm del 2022 – che la difesa di questo diritto possa superare il recinto della base democratica e portare consensi per far girare un'elezione che, sondaggio conclusivo del consorzio New York Times/Siena diffuso ieri, è in stallo: i rivali sono appaiati al 48% a livello nazionale e i vantaggi di uno o dell'altro negli Stati chiave sono infinitesimali.
Ma l'aborto apre un'altra porta, un'opportunità, per la campagna di Harris: quella del voto dei giovani. La maggioranza di questo elettorato è schierata per la democratica secondo una tradizione consolidata. Una ricerca di NBC/Survey Monkey evidenzia il netto vantaggio di Harris rispetto a Trump fra la cosiddetta GenZ (18-29 anni): di venti punti (56%-36%) fra gli elettori probabili, di 17 (50%-33%) fra quelli registrati. Tuttavia, ci sono elementi di preoccupazione nel campo della vicepresidente.
Il campanello d'allarme non è nel gap rispetto a Trump quanto al fatto che Harris ha numeri inferiori a quelli che nel 2020 consentirono a Biden di superare il tycoon: allora il democratico prese quasi 2 voti su tre fra gli under 29.
Il secondo problema per Harris è che i numeri non sono migliorati da agosto. Harris ha tenuto diversi eventi nei campus universitari, ha un team ad hoc – composto da influencer - che crea meme e diffonde il suo messaggio fra gli elettori più giovani, ma lo scenario che si trova dinanzi è quello di una polarizzazione estrema: ovvero i maschi stanno con Trump e le donne con Harris, e il fossato è sempre più profondo. Gli analisti evidenziano che una divisione di genere così netta non si era mai avuta e nemmeno il panorama giovanile è immune da questo "virus". Le scelte strategiche acuiscono il divario.
Donald Trump punta sui giovani maschi bianchi indecisi, con un messaggio "targetizzato". Li corteggia apparendo a match di lotta e wrestling, a eventi sportivi, sui podcast seguiti dagli uomini (ieri ha registrato quello con Joe Rogan) sfruttando la frattura di genere.
[…] Kamala Harris ricorre all'aborto per galvanizzare le donne e le nuove generazioni. Per il 13% delle giovani l'aborto è un tema di importanza inferiore solo all'economia e al costo della vita; mentre appena il 4% degli uomini lo considera determinante. Tuttavia, Harris deve fronteggiare diverse critiche dall'ala progressista democratica che è anche quella che sposa e sostiene temi in sintonia con le preferenze dei giovani.
Due su tutti: il conflitto in Medio Oriente e l'agenda economica su cui i giovani vorrebbero che prendesse le distanze dalla linea ritenuta filoisraeliana di Biden e sul fronte economico in cui è ritenuta ancora troppo legata alle Corporations e ai finanziatori rispetto al mondo dei lavoratori.
[…] il suo vantaggio fra i giovani fra Pennsylvania e Arizona è di appena 9 punti. E a poco servirebbero gli endorsement e i grandi raduni con le star: la GenZ si fa influenzare – su chi votare – da amici e famigliari (oltre 45%) non dai grandi nomi schierati con uno o con l'altro, come Musk con Trump e Taylor Swift per Harris. E di certo non dai giornali, tanto che ieri il Washington Post ha annunciato che quest'anno – prima volta dal 1976 – non darà l'endorsement a nessun candidato. Annuncio con tanto di giallo: pare che il Board avesse già pronto l'editoriale pro-Harris. Poi è intervenuto Jeff Bezos, proprietario del quotidiano, a fermare tutto.