NON SOLO POVERO: PURE MOROSO – GIUSEPPE CONTE, CHE SI VANTA DI ESSERE IL LEADER POLITICO CON IL REDDITO PIÙ BASSO, È IN “DEBITO” DI 6MILA EURO CON IL MOVIMENTO 5 STELLE! PEPPINIELLO, COME PREVEDE LO STATUTO, DEVE VERSARE OGNI MESE 2.500 EURO AL PARTITO DI CUI È PRESIDENTE. MA NEI PRIMI TRE MESI DELLA LEGISLATURA (OTTOBRE, NOVEMBRE E DICEMBRE 2022) NON HA SGANCIATO UN EURO - LA SMENTITA: "NOTIZIA COMPLETAMENTE FALSA. IL PRESIDENTE È IN REGOLA. NON CI SONO MOROSITÀ, MA VERSAMENTI NON ANCORA VISUALIZZABILI"
-LA SMENTITA DI CONTE
Riceviamo e pubblichiamo dall’ufficio stampa di Giuseppe Conte
Dagospia ha rilanciato un articolo di Open titolando “Non solo povero, pure moroso”, in cui si sostiene che il Presidente Giuseppe Conte “risulterebbe moroso rispetto al M5S di 6.250 euro”.
La notizia riportata è completamente falsa: il Presidente Conte, infatti, risulta essere perfettamente in regola con gli obblighi contributivi degli eletti del M5S.
Le tre mensilità del 2022 a cui si fa riferimento (che corrispondono ai primi tre mesi di legislatura di Conte), destinate al M5S, sono state regolarmente versate dal Presidente nel 2023 con bonifici cumulativi, non appena è entrato in vigore il nuovo Regolamento del Movimento che disciplina proprio il trattamento economico degli eletti per la legislatura in corso.
Specifichiamo inoltre che tutte le somme relative alle varie mensilità, possono essere corrisposte entro il 10 del mese successivo e sono visibili il mese ancora successivo, e che i contributi pari o inferiori a 500 euro per legge vanno pubblicati sul sito entro marzo 2024. Quindi nel caso di Giuseppe Conte non ci sono morosità, ma semplicemente versamenti non ancora visualizzabili.
GIUSEPPE CONTE È MOROSO DI 6 MILA EURO CON IL MOVIMENTO 5 STELLE
Estratto dell’articolo di Franco Bechis per www.open.online
Giuseppe Conte nella sua spiegazione puntuta sui motivi per cui il suo reddito 2022 è il più basso fra quello dei leader politici ha sostenuto di avere uno stipendio solo da quando è stato eletto in Parlamento, a partire dunque dal 13 ottobre 2022. E si è vantato di non prendere integralmente l’indennità parlamentare: «A una parte di quello stipendio da parlamentare, come gli altri eletti del M5S, rinuncio», ha spiegato l’ex premier oggi presidente del Movimento 5 stelle.
[…] Anche se non proprio tutti rispettano l’impegno, la scelta di Conte non è un atto di generosità volontaria: è prevista dal «regolamento sul trattamento economico degli eletti M5s» in attuazione dell’articolo 5 dello statuto del Movimento fondato da Beppe Grillo.
Il testo in vigore stabilisce che a partire dal mese di ottobre 2022 un «parlamentare potrà trattenere per sé un’indennità pari alla differenza tra quanto percepito e la quota mensile forfettaria pari a minimo euro 2.500,00 (duemilacinquecento)». La quota minima mensile forfettaria (volontariamente si può dare ovviamente di più) per 2 mila euro serve a finanziare il M5s, e per 500 euro devono essere versati sempre all’Associazione Movimento 5 stelle su un conto «appositamente dedicato alla restituzione alla collettività». Versare quei 2.500 euro al mese minimi, dunque, non è una scelta generosa del singolo, ma un obbligo che vincola la stessa candidatura nel Movimento 5 stelle.
[…] Conte ha iniziato come tutti il suo primo giorno da deputato il 13 ottobre 2022. Non ha versato nulla nel mese di ottobre, nulla nel mese di novembre e nulla nel mese di dicembre, contrariamente alla regola statutaria che lui stesso ha scritto per tutto il M5s. Il suo primo versamento all’Associazione M5s porta la data del 13 marzo 2023 e da lì in poi i versamenti sono stati regolari recuperando anche quello che mancava sull’anno 2023.
Secondo statuto la sua quota minima da versare nel 2023 avrebbe dovuto essere di 30 mila euro. È stata un pizzico più alta: 30.225 euro, però mancando 6.250 euro di contributo minimo per il 2022 al momento Conte risulta ancora moroso nei confronti del M5s per 6.025 euro.
[…] Il leader del Movimento non è il solo a non essere in regola […]. Lo sono rispetto ai 36.250 euro minimi dovuti anche il capogruppo in Senato, Stefano Patuanelli (30.500 euro versati), la vice Alessandra Maiorino (28 mila euro versati), la prossima candidata alle elezioni sarde Alessandra Todde (17 mila euro versati), il capogruppo alla Camera Francesco Silvestri (22 mila euro versati) e il senatore Antonio Ettore Licheri (31.500 euro versati).
Più o meno in regola un volto noto del movimento come quello di Vittoria Baldino (35.850 euro versati). Ma c’è chi ha fatto assai di più. Da inizio legislatura l’ex capogruppo in Senato Maria Domenica Castellone ha versato 57.900 euro. La presidente della commissione di vigilanza Rai, Barbara Floridia ne ha versati 43.787, di cui 3.309 al M5s siciliano. L’ex sindaca di Torino e numero due del movimento, Chiara Appendino, ha versato 43.025 euro. […]