NONOSTANTE IL PECCATO ORIGINALE DEL CASO MONTE DEI PASCHI, LETTA A SIENA NON HA RIVALI: GLI UNICI PROBLEMI ARRIVANO DAL PD TOSCANO – I SONDAGGI DANNO AMPIAMENTE IN TESTA ENRICHETTO GRAZIE ANCHE ALLA DEBOLEZZA DEL CANDIDATO DI CENTRODESTRA (DOPO IL RIFIUTO DI CORRERE DEL SINDACO DELLA CITTÀ DEL PALIO) - TENSIONI TRA I DEM: L’EX RENZIANA BONAFÈ, LEADER DEL PD TOSCANA SCADE NELL'AUTUNNO 2022 MA SE IL VOTO DI DOMENICA PREMIASSE LETTA, L'AREA NON RENZIANA POTREBBE CHIEDERE UN ANTICIPO. E SULLO SFONDO C’E’ SEMPRE LA PARTITA MPS…

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Camilla Conti per “La Verità”

 

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Domenica e lunedì si correrà il Palio delle suppletive senesi. Gli ultimi sondaggi danno ampiamente in testa il candidato, nonché segretario, del Pd, Enrico Letta. Forse anche più di quanto pensasse lui stesso. E nonostante il «peccato originale» del caso Monte dei Paschi che macchia il biglietto da visita dei dem.

 

Del resto, non sono solo i senesi a decidere a chi andrà il seggio del collegio uninominale Toscana 12 lasciato libero dall'ex ministro del Tesoro - e oggi presidente di Unicredit (che sta trattando per rilevare la parte «sana» di Mps) - Pier Carlo Padoan. Il bacino degli elettori è assai più ampio, cavalca due province perché è formato da 35 Comuni che vanno dal Chianti all'aretino.

 

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E la maggioranza di essi è controllata dal centrosinistra. Dall'altra parte della barricata, c'è il candidato del centrodestra Tommaso Marrocchesi Marzi. A metà luglio erano circolati forti rumors - riportati da La Verità senza essere smentita - di un possibile cambio di candidato in corsa con l'offerta arrivata dai vertici della Lega al sindaco Luigi De Mossi di scendere in campo e quindi a Marzi di fare un passo indietro.

 

De Mossi, diventato primo cittadino nel giugno del 2018 come espressione di una lista civica e appoggiato dal centrodestra, avrebbe però declinato l'invito. Magari sperando, sussurra qualche maligno nelle contrade, di avere in cambio dal Pd la candidatura di un avversario «debole» nel 2023, quando ci saranno le prossime comunali. Di certo, nella città del Palio i cavalli sono decisivi e l'ingresso del sindaco fra i canapi - in caso di vittoria - avrebbe lasciato vacante la sua poltrona di sindaco rimettendola di nuovo in gioco.

 

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La sua vittoria alle ultime amministrative, del resto, ha segnato una svolta storica e difficilmente ripetibile per Siena con il tramonto dell'egemonia piddina dei D'Alema, dei Veltroni e dello stesso Renzi, ed è stata letta come un segnale di rottura rispetto al passato anche per il curriculum di un avvocato che viene dal mondo delle professioni e non dagli apparati di partito e che ha anche rappresentato alcune delle parti civili per il filone Antonveneta trasferito a Milano.

 

Quanto a Marzi, titolare della tenuta di Bibbiano nel territorio del Chianti Classico, diversi anni fa era stato consigliere comunale a Castellina in Chianti per una coalizione civica di opposizione, poi niente più. Tanto che quando è uscito il suo nome, per molti era un signor nessuno.

 

È stato quindi più difficile marcare bene il suo profilo, ma nelle ultime settimane di campagna elettorale Matteo Salvini ha fatto più volte tappa a Siena per sostenerlo e anche i leghisti «di governo» come il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, arrivato la settimana scorsa, mentre ieri si è visto quello del Turismo, Massimo Garavaglia.

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Quindi una Lega compatta per spingere l'avversario del Pd. Dove, nel frattempo, volano stracci a livello regionale. Dopo un tira e molla durato giorni, infatti, la leader toscana dei dem, Simona Bonafè, ha annunciato la nuova segreteria regionale prima del voto di domenica forse per cristallizzare gli equilibri interni.

 

Ma la sinistra del partito ha alzato barricate arrivando a mettere in discussione l'annuncio e pronunciando parole che suonano come una sorta di sfiducia alla segretaria. «Questa non è la nuova segreteria ma è la proposta di Bonafè su cui lavoreremo nei prossimi giorni per trovare una quadra, a partire dai nomi autorevoli presenti ma sulla base di un documento che tracci un nuovo orizzonte per il Pd Toscana.

 

MATTEO RENZI SIMONA BONAFE'

Il punto non sono le poltrone ma l'indirizzo politico, ora la priorità sono le elezioni», ha attaccato a nome dell'area ex zingarettiana e ora lettiana Valerio Fabiani, ex vicesegretario toscano ed esponente della direzione nazionale dem.

 

Le tensioni potrebbero portare a un congresso anticipato del Pd in Toscana: Bonafè scade nell'autunno 2022 ma se il voto di domenica premiasse Letta, l'area non renziana potrebbe chiedere un anticipo. Nelle contrade, intanto, c'è un clima di calma quasi piatta. Siena è ormai diventata una città del silenzio. Anche lo sciopero dei dipendenti del Monte dei Paschi, nei giorni scorsi, ha avuto una scarsa partecipazione tra i senesi.

 

PIER CARLO PADOAN

Che sembrano quasi rassegnati. «Non vorrei che una volta finita la campagna elettorale delle suppletive trovassimo tutti i giochi già fatti», ha detto lo stesso sindaco De Mossi a margine del Consiglio comunale che martedì ha approvato una mozione unitaria sulla banca, chiedendo al governo «di esplorare tutte le possibili soluzioni con un passaggio in Parlamento, eventualmente l'ipotesi di rinviare l'operazione di privatizzazione fin quando l'istituto e la comunità senese non saranno effettivamente tutelate». Insomma, si chiede a Mario Draghi e al Mef di percorrere anche altre strade rispetto a quella che sembra a oggi l'unica presente, cioè Unicredit, che si tradurrebbe in un Monte spezzettato tra il gruppo guidato da Andrea Orcel, Mediocredito centrale, Amco e bad bank.

simona bonafe'