NUOVI GUAI PER SCAJOLA! - LA CAUSA SULL'INELEGGIBILITÀ A SINDACO DI IMPERIA ARRIVA IN CASSAZIONE - IL PROBLEMA È L'INCOMPATIBILITÀ TRA LA SUA CARICA E LA NOMINA A COMMISSARIO DEL CONSORZIO IDRICO PROVINCIALE: POTREBBE GENERARE UN CONFLITTO DI INTERESSE DOPO CHE IL COMUNE CHE AMMINISTRA È ENTRATO IN "RIVIERACQUA", SOCIETÀ INCARICATA DELLA GESTIONE DEL SERVIZIO IDRICO IN PROVINCIA DI IMPERIA...
-Estratto dell'articolo di Mattia Mangraviti per "La Stampa"
Una nuova grana, fonte di più di qualche imbarazzo, si abbatte su Claudio Scajola. La causa sull'ineleggibilità a sindaco di Imperia approda davanti alla Cassazione. È l'ultimo capitolo di una vicenda nata dal ricorso presentato da tre consiglieri comunali di opposizione, Ivan Bracco, Luciano Zarbano e Lucio Sardi, contro l'elezione dell'ex ministro dell'Interno e che rischia di complicarsi ulteriormente per una recente pronuncia della Corte dei Conti sull'ingresso del Comune di Imperia in Rivieracqua, società consortile incaricata della gestione del servizio idrico in provincia di Imperia.
Un doppio incarico che potrebbe rivelarsi incompatibile, un caso di conflitto d'interessi piuttosto imbarazzante, almeno a detta della magistratura contabile. Al centro della vicenda c'è l'incarico di commissario ad acta assegnato a Scajola dalla Regione Liguria con decreto firmato dal presidente Giovanni Toti: una nomina che, a detta dei ricorrenti, era incompatibile con il ruolo di primo cittadino.
In primo grado il Tribunale di Imperia ha respinto il ricorso in quanto «non ravvisabile alcuna forma di controllo istituzionale da parte del commissario sul Comune di Imperia», accogliendo di fatto la tesi difensiva del legale dell'ex ministro, il vice sindaco di Genova Pietro Piciocchi.
La causa è poi approdata in Appello dove la Corte, a sorpresa, non è entrata nel merito e ha annullato la sentenza di primo grado per un problema di notificazione rimandando gli atti al Tribunale di Imperia. In sostanza i ricorrenti, secondo i giudici di secondo grado, avrebbero erroneamente chiamato in causa Scajola in quanto sindaco di Imperia e non come persona fisica. Da qui la nullità dell'intero procedimento. Ma è la Corte dei Conti a rimettere tutto in discussione.
Dando il via libera all'ingresso del Comune di Imperia in Rivieracqua, scrive che l'operazione «è stata avallata dal commissario». Scajola che avalla Scajola, insomma. E, ancora, che «sulla base delle proiezioni fornite dal commissario (sempre Scajola, ndr) in esito all'operazione il Comune di Imperia (e dunque nuovamente l'ex ministro, ndr) dovrebbe acquisire una partecipazione in Rivieracqua spa pari al 28,63%». Ma non è tutto.
Perché anche la delibera con la quale il Consiglio comunale ha approvato l'ingresso del Comune in Rivieracqua lascia qualche dubbio. L'aula, infatti, trasmette l'atto al commissario ad acta «per quanto di competenza» e «dichiara la deliberazione immediatamente eseguibile al fine di rispettare il termine del 30 aprile 2024 stabilito dal commissario ad acta». Il Consiglio comunale presieduto da Scajola, insomma, invia gli atti a Scajola per rispettare i termini stabiliti da Scajola.
Considerazioni che per lo meno aprono qualche interrogativo sul fatto che non sia ravvisabile «alcuna forma di controllo istituzionale da parte del commissario sul Comune di Imperia». [...]
Scajola in un primo momento si era lasciato andare a toni trionfalistici: «Altra sconfitta per Bracco e Zarbano, la verità viene sempre fuori». Ora ha deciso di impugnare la sentenza di Appello davanti alla Cassazione. A oggi, però, la situazione risulta radicalmente cambiata rispetto al passato dato che la pronuncia della Corte dei Conti rischia di mettere il sindaco in una posizione piuttosto scomoda, almeno sulla carta. [...]