IL NUOVO “WHATEVER IT TAKES” DI DRAGHI – NELL’INTERVENTO ALLA GLOBAL BOARDROOM CONFERENCE DEL “FINANCIAL TIMES”, “MARIOPIO” HA STILATO UN PROGRAMMA POLITICO PER L’EUROPA DEL FUTURO: “O AGISCE INSIEME E CI TRASFORMIAMO IN UN’UNIONE PIÙ APPROFONDITA, O L’UE NON SOPRAVVIVERÀ” – LA PREVISIONE SULL’ECONOMIA: “SONO SICURO CHE ENTRO LA FINE DELL’ANNO IN EUROPA AVREMO UNA RECESSIONE…”
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Estratto dell’articolo di Federico Fubini per www.corriere.it
Sollevato da responsabilità ufficiali, libero di esprimersi semplicemente sulla base della sua esperienza e della sua comprensione del mondo, Mario Draghi parla in modo diverso. La sua abilità diplomatica cede il passo a un’efficacia di tipo diverso anche nel descrivere verità scomode per i governi e le istituzioni europee.
Senz’altro questo è quanto è avvenuto mercoledì 8 novembre alla Global Boardroom Conference del «Financial Times». L’ex presidente del Consiglio e della Banca centrale europea, intervistato da Martin Wolf, non ha risparmiato una disanima piuttosto spietata dello stato dell’Unione europea.
[…] Ha detto Draghi: «O l’Europa agisce insieme e si trasforma in un’unione più approfondita, un’unione capace di esprimere una politica estera e una politica di difesa uniche, a parte le politiche economiche, oppure temo che l’Unione europea non sopravviverà se non come mercato unico». […]
[…] L’evidente vulnerabilità dell’Unione europea nelle grandi crisi geopolitiche aperte alla sua frontiera nord-orientale (aggressione della Russia all’Ucraina) e sud-orientale (guerra fra Israele e Hamas) viene - secondo Draghi - da lontano.
«La guerra in Ucraina - ha detto l’ex presidente del Consiglio - è stata preceduta da una lunga serie di arretramenti sui nostri valori fondamentali: l’ammissione della Russia al G8 nonostante il mancato riconoscimento della sovranità ucraina, la promessa mancata di un intervento in Siria nel caso il presidente Bashar al-Assad avesse usato il gas come arma, la Crimea, il ritiro dall’Afghanistan». Ne ha concluso Draghi: «La lezione che se ne può trarre è che non dobbiamo mai scendere a compromessi sui nostri valori fondamentali».
[…] Anche sul piano della congiuntura economica e della situazione strutturale dell’economia europea, l’ex banchiere centrale ha cercato di esprimere la propria impressione senza filtri.
«Sono quasi sicuro che entro la fine dell’anno in Europa avremo una recessione. È abbastanza chiaro che i primi due trimestri lo metteranno in evidenza», ha detto, con l’arrivo dei dati su questa parte finale dell’anno. Ma non ci sono solo problemi congiunturali, secondo Draghi […]. Piuttosto, l’Europa sta perdendo strutturalmente terreno sugli Stati Uniti e non solo.
«Abbiamo bisogno di una produttività molto più alta, anche per sostenere una società che invecchia - ha detto l’ex premier -. Possiamo riuscirci solo attraverso investimenti ad alto valore aggiunto e ad alto tasso di tecnologia». Draghi fra gli altri ha citato il settore della difesa e l’opzione di forniture comuni di energia in Europa, in modo da abbattere i prezzi.