OBAMA TREMA - SE LA RIFORMA SANITARIA DOVESSE ESSERE BOCCIATA DALLA CORTE SUPREMA SAREBBE UN DURO COLPO PER LA CAMPAGNA ELETTORALE DI OBAMA (CHE SULLA SANITÀ HA PUNTATO IL SUO PRIMO MANDATO) - IN ODORE DI INCOSTITUZIONALITÀ LA LEGGE CHE OBBLIGA I CITTADINI A SOTTOSCRIVERE UN’ASSICURAZIONE SANITARIA: “UN DOMANI IL CONGRESSO IMPORRÀ A TUTTI DI COMPRARE BROCCOLI, PERCHÉ FANNO BENE ALLA SALUTE?”…
Paolo Mastrolilli per "la Stampa"
Si mette male per la riforma sanitaria di Obama, almeno a giudicare dal tono del dibattito avvenuto ieri alla Corte Suprema. I 4 giudici liberal hanno fatto capire che la difenderanno, tra i 5 conservatori non è emerso il voto che serve alla Casa Bianca per salvarla.
Il «Patient Protection and Affordable Care Act» è diventato legge il 23 marzo del 2010 per risolvere il problema dei circa 50 milioni di americani che non hanno alcuna assicurazione sanitaria. Il punto più controverso è il cosiddetto «individual mandate», che obbliga i cittadini in grado di permetterselo ad acquistare una polizza, o pagare una multa riscossa direttamente dal fisco.
Questo dettato della legge ha due scopi: primo, aumentare il numero delle persone assicurate; secondo, raccogliere i fondi necessari a pagare altri aspetti della riforma, come quello che vieta alle assicurazioni di discriminare i pazienti già malati e limitare il tipo di assistenza ricevibile. Ventisei stati e la National Federation of Independent Business hanno fatto causa, sostenendo che la riforma viola la Costituzione imponendo ai cittadini di acquistare qualcosa. Diversi tribunali hanno emesso sentenze contrastanti, e quindi il caso è arrivato alla Corte Suprema per l'ultima parola.
Lunedì i giudici hanno discusso se era appropriato affrontare ora la questione, visto che la riforma entrerà pienamente in vigore solo tra due anni; ieri hanno parlato dell'«individual mandate»; oggi valuteranno se la legge può sopravvivere senza questo aspetto, o in caso di bocciatura del «mandate» va annullata del tutto. La giornata più importante era quella di ieri e non ha dato segnali incoraggianti per Obama.
Dalle domande poste al Solicitor General Donald Verrilli, che parlava a nome dell'amministrazione, e all'avvocato Paul Clement, rappresentante dei 26 stati in causa, i quattro giudici liberal Breyer, Ginsburg, Sotomayor e Kagan hanno fatto capire che voteranno per la legge. Ma tra i cinque conservatori, Roberts, Scalia, Thomas, Alito e Kennedy, non sono emersi pareri favorevoli.
Thomas ha taciuto, ma il suo no è scontato. Scalia e Alito hanno chiesto se questa legge non crea un precedente per cui domani il Congresso imporrà a tutti di comprare broccoli, perché fanno bene alla salute, o pagare in anticipo le spese del proprio funerale. Kennedy, il più moderato su cui puntava l'amministrazione, ha notato che l'«individual mandate» cambia la natura del rapporto tra governo e cittadino, imponendo di compiere un'azione. Roberts ha ammesso che la sanità rientra in categorie speciali di servizi, come quelli forniti da polizia e pompieri, ma non si è sbilanciato al punto da far prevedere il quinto voto favorevole.
L'amministrazione pensa di prevalere, perché lo stato ha già l'autorità di imporre alcune azioni commerciali, come contribuire al sistema pensionistico o mettere le cinture di sicurezza in auto, ma la giornata di ieri non è andata bene. La sentenza arriverà a giugno e una sconfitta avrebbe un effetto negativo sulla rielezione di Obama, che sulla riforma ha puntato il suo primo mandato, ma potrebbe anche mobilitare la base democratica.