OBTORTO COLLE - MATTARELLA FARA’ LA PROVA DEL DNA AL PROSSIMO MINISTRO DELL’INTERNO (E SFUMA COSI’ IL VIMINALE PER SALVINI) - SUL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO L'OPINIONE DEL QUIRINALE SARA' DECISIVA: SARA' BOCCIATO QUALUNQUE "RE TRAVICELLO" TELE-GUIDATO DA LEGA E M5S...
-Ugo Magri per la Stampa
Garantiscono sul Colle che di nomi non ne sono stati fatti, e questo silenzio viene considerato dai collaboratori del Presidente come un segnale positivo, apprezzabile. «Meglio così», si lasciano sfuggire. Infatti, la telefonata serale al segretario generale Ugo Zampetti, in cui Luigi Di Maio ha annunciato che l' intesa con Matteo Salvini è ormai fatta, dunque finalmente sono pronti per riferirne al Capo dello Stato, pare sia durata non più di 30 secondi.
Giusto il tempo di concordare che questa mattina il Cerimoniale della Presidenza si farà vivo con i capigruppo di Cinque stelle e Lega per un rapidissimo giro di consultazioni a loro riservato. Praticamente certo che Zampetti abbia segnalato l'impegno del Presidente domattina a Genova. Dunque gli incontri con i partiti si terranno già questo pomeriggio, se le convocazioni arriveranno in tempo, oppure domani dopo il ritorno a Roma di Sergio Mattarella. Fine della telefonata.
Possibile che prima di congedarsi il segretario generale non abbia chiesto a Di Maio lumi sul futuro premier? Insistono al Quirinale: assolutamente no, ormai si procede per atti formali, aspettiamo con pazienza che ce lo dicano.
IL SOSPIRO DI SOLLIEVO
Ma intanto, lassù tirano un sospiro di sollievo, perché fin qui il galateo è stato rispettato. Qualche consigliere temeva l'inesperienza dei nuovi protagonisti che poteva portarli ad annunciare il nominativo del premier prima ancora di averne ragionato con il Capo dello Stato, e addirittura a mettere in piazza la lista dei potenziali ministri. Di nomi in queste ore ne circolano parecchi, ma in maniera informale come sempre accade.
Il Presidente della Repubblica è ancora a tempo per dire la sua come la Costituzione gli consente (articolo 92, secondo comma), casomai lo ritenesse necessario. Magari sollecitando qualche avvicendamento o trasloco da un ministero all'altro, se le soluzioni proposte dal presidente incaricato non dovessero convincerlo. Ad esempio, c'è al Quirinale massimo riserbo circa l'eventualità che agli Interni voglia andare Salvini. Il Viminale è uno snodo importante delle politiche sull'immigrazione.
E non solo. Il titolare diventa responsabile unico dell'ordine pubblico e della sicurezza nazionale; ha il potere di disporre d'urgenza interventi senza passare dal Consiglio dei ministri e nemmeno dal premier; dispone tuttora di fondi riservati; può ottenere dalla magistratura informazioni coperte da segreto, qualora le inchieste attengano a ragioni superiori di sicurezza. Insomma, è un centro di potere che non a caso, nella Prima repubblica, la Democrazia cristiana non aveva mai voluto mollare.
Inoltre da lì si potrebbero disporre rimpatri selettivi, in base ai poteri monocratici del ministro. Mattarella solleverebbe obiezioni, se Salvini volesse accomodarsi su quella poltrona? Il leader leghista ieri, nell' attesa, twittava: «Per qualche "sinistro" sono pericoloso come Hitler».
UN CENTAURO A PALAZZO CHIGI
E poi, ovviamente, c' è il nodo del premier. Qualora si trattasse (come è nelle intenzioni) di figura «terza», un po' tecnica e un po' politica tipo la mitologica figura del Centauro, bisognerà vedere se questo personaggio agli occhi di Mattarella avrà i requisiti giusti.
Nella scelta del premier, con cui stabilisce un rapporto fiduciario, l'opinione del Presidente è legge. E se il governo del cambiamento, cui tutto il mondo sta guardando con allarme e speranza, dovesse nascere con un «Re Travicello» a Palazzo Chigi, agli ordini dei due veri boss (Di Maio e Salvini) piazzati formalmente alle sue dipendenze, anche questa piramide di potere rovesciata sarebbe probabilmente motivo di riflessione.