ODO GELLI FAR BEFFA – IL VENERABILE RESTA IN VIDEO PER UN MINUTO PER RACCONTARE L’INCONTRO COL DUCE (“CHE EMOZIONE, MI ABBRACCIÒ”) – QUALCUNO SA IL NOME DEI DUE CELEBRI GIORNALISTI CHE SCRISSERO IL FAMIGERATO “PIANO DI RINASCITA” P2?...


Sebastiano Messina per \"la Repubblica\"

Sulla soglia dei novant´anni, Licio Gelli pratica ancora il suo sport preferito: beffare il prossimo. Dopo aver scandalizzato il Palazzo con l´annuncio che avrebbe condotto una trasmissione, anzi ne sarebbe stato l´opinionista principe, la voce narrante, ieri sera è effettivamente apparso su Odeon Tv. Ma solo per 64 secondi, poco più di un minuto. Come testimone di se stesso. Giusto il tempo di raccontare il memorabile (per lui) incontro con Mussolini.

Licio Gelli

Un po´ goffo nella sua grisaglia con gilet che ormai gli sta un po´ larga, con una camicia a righe pateticamente giovanilista, la barbetta bianca che ormai deve essere una delle sue principali occupazioni, l´uomo che negli anni Settanta si vantava di essere il Grande Burattinaio, nell´ombra misteriosa del retrobottega del potere, ha raccontato così l´incontro che forse cambiò la sua vita: «Subito dopo la dipartita di mio fratello in combattimento, il federale di Pistoia mi disse che Mussolini desiderava incontrarmi. Dunque andai a Palazzo Venezia, ed ebbi una grande emozione quando il Duce mi abbracciò, chiedendomi cosa desiderassi fare. Servire il partito, gli risposi. Lui mi mise a frequentare dei corsi di preparazione politica alla Farnesina, dai quali uscii velocemente col grado di ispettore nazionale». Tutto qui.

Era la prima puntata, la più attesa, di \"Venerabile Italia\", trasmissione condotta da una sua ammiratrice dichiarata, Lucia Leonessi, e animata dai simboli massonici (squadra e del compasso) che svolazzavano virtualmente nello studio. Nel quale si svolgeva un singolarissimo dibattito sull´importanza del fascismo tra lo scrittore Massimo Griffo (autore de \"Il balilla col cappotto\"), lo storico monarchico-massonico Aldo Mola e il giornalista fiorentino Umberto Cecchi. Si discettava del Duce, dei fasci, del Ventennio e dintorni, con Marcello Dell´Utri a raccontare che la sera legge qualche pagina dei diari di Mussolini (veri o falsi che siano), Marcello Veneziani che cercava di riportare la questione sul binario storico e Andreotti intervistato sul post-fascismo, ovvero sulla Costituente.

Marcello Veneziani

Dei frammassoni e della P2 si parlerà, presumibilmente, nelle prossime puntate, ma già sul fascismo Licio Gelli aveva qualcosa da dire. E non solo perché da ragazzo incontrò il Duce, ma perché lui ha già detto a \"Gente\" come la pensa: «Ho combattuto con il fascismo, sono un fascista e voglio morire fascista».

Ieri sera, comunque, solo 64 secondi di testimonianza. Certo, faceva una certa impressione vedere questo signore sulla soglia dei 90 anni che appariva in video come un nonno saggio. Com´era diverso dal Gelli con i capelli tinti di nero e i baffoni alla Peppone che la polizia svizzera ammanettò una mattina di settembre di 26 anni fa. Non somigliava affatto al tipo con la barba rinascimentale e la finta pelata che si nascondeva dopo l´evasione da Champ Dollon. Non aveva quasi nulla in comune con l´occhialuto finto cantastorie che si aggirava a Nizza nei mesi della latitanza.

Pochi di quelli che lo ascoltavano, ieri sera, sanno chi è stato davvero il Maestro Venerabile della Loggia Propaganda 2, l´autore del \"Piano di rinascita nazionale\" di cui oggi lui vede in Silvio Berlusconi (tessera 1816 della P2) il magnifico realizzatore. Solo qualcuno ricorda che il canuto «opinionista» di Odeon è stato condannato a 10 anni di reclusione per depistaggio delle indagini sulla strage di Bologna e a 12 anni per la bancarotta fraudolenta del Banco Ambrosiano, ed è fuori solo grazie a una provvidenziale scarcerazione per le «gravissime condizioni di salute» che per sua fortuna migliorarono miracolosamente con l´aria di casa. I tempi cambiano. Il fascismo, certo, è stato sconfitto dalla storia. Della P2, a quanto pare, non si può dire altrettanto.