OLTRE OGNI RAGIONEVOLE RUBIO – LA NOMINA DEL “NEOCON” INTERVENTISTA MARCO RUBIO COME SEGRETARIO DI STATO È UN MESSAGGIO A CINA E IRAN: SUPER-FALCO ANTI-PECHINO, NEGLI ANNI HA RIMPROVERATO ALLA CASA BIANCA DI AVER AGITO TROPPO POCO NEGLI SCENARI DI CONFLITTO. POI “LITTLE MARCO”, COME LO CHIAMAVA TRUMP, SI È CONVERTITO AL VERBO “MAGA” – INTERROGATO SUL CESSATE IL FUOCO A GAZA, HA DETTO: “NON SONO A FAVORE, ANZI, VOGLIO CHE ISRAELE DISTRUGGA OGNI ELEMENTO DI HAMAS. SONO DEGLI ANIMALI E LE MORTI NELLA STRISCIA SONO COLPA LORO… - VIDEO
-@likuduk Congratulations to Incoming Secretary of State Senator Marco Rubio “It’s very simple, #Israel has to destroy #Hamas” On Palestine- “It’s a state that’s never existed by the way.” -@marcorubio #GodBlessAmerica ????? #GodBless ? original sound - Likud
Estratto dell’articolo di Mattia Ferraresi per “Domani”
Donald Trump ha scelto Marco Rubio come segretario di Stato […]. Le voci sulla sua candidatura circolano da settimane, ma l’idea era invisa agli adepti più fedeli del verbo isolazionista di Trump, perché il curriculum di Rubio è costellato di prese di posizione aggressive e internazionaliste, con toni da tifoseria per l’espansione del ruolo della Nato e incitamenti alle amministrazioni di ogni colore a intervenire direttamente in qualunque conflitto.
Il mondo trumpiano lo ha spesso spregiativamente additato come un “neocon”, legandolo alla tradizione interventista e civilizzatrice presente in entrambi gli schieramenti ma che ha dominato in particolare negli anni di George W. Bush e delle guerre in Afghanistan e Iraq.
Nell’ultimo decennio il senatore si è avventato come un falco su tutti gli scenari conflittuali possibili, rimproverando gli inquilini della Casa Bianca per non aver fatto nulla, quando hanno scelto l’inazione, o per non aver fatto abbastanza, nei casi in cui invece si sono intromessi.
Quando Vladimir Putin ha annesso la Crimea nel 2014, ha parlato di una «sfida diretta e una minaccia di lungo periodo all’ordine internazionale successivo alla Seconda guerra mondiale per il quale gli Stati Uniti hanno fatto grandi sacrifici». Non ha invocato soltanto devastanti sanzioni per la Russia, ma ha anche chiesto l’apertura immediata delle porte della Nato a nuovi membri in cerca di protezione e addirittura ha proposto l’interruzione delle relazioni diplomatiche con Mosca.
Ha criticato aspramente Barack Obama per non essere intervenuto in Siria contro il regime di Bashar el Assad e poi ha attaccato anche Trump per avere stabilito nell’area un’alleanza di fatto con la Russia per combattere lo Stato islamico. Ha aggredito con ineguagliata foga verbale il regime iraniano, che è guidato da una «visione apocalittica» e pertanto è estraneo a ogni interazione politica fondata su razionalità e interesse.
[…] Ma negli ultimi tempi le cose sono cambiate. “Little Marco”, come lo chiamava Trump quando lo ha calpestato alle primarie del 2016, è diventato grande. Ha gradualmente messo da parte le velleità internazionaliste e si è ordinatamente allineato al verbo trumpiano sui dossier più importanti della politica estera. Sulla guerra in Ucraina ora riconosce che è arrivata a una fase di stallo e «deve arrivare a una conclusione» attraverso un negoziato che, fra le altre cose, escluda l’ingresso di Kiev nella Nato.
Rubio, insomma, ha deciso di non fare la fine di Liz Cheney e degli altri falchi […] spazzati via da Trump dopo essersi messi di traverso. Si è cordialmente piegato allo spirito repubblicano del tempo, temperando l’idealismo di una volta con massicce dosi di America First. E per questo viene ricompensato con un ruolo di primissimo piano.
[…] La rapacità di Rubio è rimasta intatta su alcuni selezionati temi allineati con l’agenda di Trump. Negli ultimi anni è stato un acceso sostenitore di una politica industriale e commerciale aggressiva nei confronti della Cina e al Senato ha promosso iniziative per limitare l’influenza di Pechino. Ha guidato la commissione giunta fra Congresso e Casa Bianca per modellare politiche aggressive verso la Cina e ha scritto un disegno di legge per fermare il commercio di prodotti fatti sfruttando il lavoro della minoranza oppressa degli uiguri. […]
Anche sul Venezuela Rubio tiene una linea intransigente. Nel 2019 è stato il capofila di un’iniziativa politica per persuadere Trump a imporre pensanti sanzioni nei confronti del regime di Nicolas Maduro, nella convinzione che il cambio di regime è «solo questione di tempo».
[…]Scegliendo Rubio, Trump dà anche un segnale a Netanyahu. Un segnale di totale sostegno al conflitto e alle iniziative nei confronti dell’Iran, dato che il senatore ha mostrato di essere senza esitazioni a favore delle decisioni di Tel Aviv […]. La linea di Rubio è che gli oltre 35mila morti fatti nella sola Striscia di Gaza sono interamente da imputare ad Hamas, ed è diventato virale lo scorso anno un acceso confronto con un gruppo di attivisti pro Palestina in cui Rubio sostiene la sua posizione. Al confronto, Antony Blinken è l’equilibrato interprete di una linea moderata. […]