OPS, HO L’ELEZIONE IN EREZIONE! – SARDEGNA, ABRUZZO, BASILICATA, PIEMONTE, EUROPEE: QUI SI VOTA TUTTO L’ANNO (MELONI, SALVINI E TAJANI QUANDO TROVANO IL TEMPO DI GOVERNARE?) – VERDERAMI: “IN UN CLIMA DI CAMPAGNA ELETTORALE PERMANENTE LA PROPAGANDA HA PRESO IL SOPRAVVENTO. E IN UN INDISTINTO CHIACCHIERICCIO NON SI CAPISCE DOVE FINISCANO I PROGETTI STRATEGICI E DOVE INIZINO LE MANCE” - LA SORA GIORGIA TRASFORMA LA FIRMA DEGLI ACCORDI DI COESIONE (UN SEMPLICE ATTO BUROCRATICO) IN SPOT ELETTORALI…
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Estratto dell’articolo di Francesco Verderami per il “Corriere della Sera”
Dopo la Sardegna, l’Abruzzo. Poi la Basilicata e più in là il Piemonte. Senza dimenticare le Europee. Più che un ingorgo, è uno stillicidio elettorale. Le urne in Italia rimarranno aperte praticamente tutto l’anno, visto che in autunno si voterà anche in Umbria. Ogni appuntamento locale è vissuto come un evento epocale, un armageddon capace di incrinare la stabilità di governo. […]
L’errore della maggioranza è stato sottovalutare il voto in Sardegna, eccedendo in scontri interni per troppa sicurezza. E provocando un contraccolpo nel rapporto con l’opinione pubblica, come testimoniano i sondaggi. In vista del test abruzzese, l’umore nel centrodestra è però assai diverso da quello che accompagnò la vigilia sarda. «Stavolta non c’è il voto disgiunto», annota sibillino un esponente di maggioranza: «Stavolta nessun alleato potrà tendere un agguato a Marsilio com’è accaduto con Truzzu».
[…] In un clima di campagna elettorale permanente la propaganda ha preso il sopravvento. E in un indistinto chiacchiericcio non si capisce dove finiscano i progetti strategici e dove inizino le mance. Il tour in giro per le regioni organizzato dalla premier per firmare con i governatori gli «accordi di coesione», è diventato oggetto di (legittima) polemica da parte delle opposizioni, che hanno messo in secondo piano la consegna di fondi necessari al territorio. E non c’è dubbio che la prossima settimana il commento al risultato in Abruzzo sovrasterà mediaticamente la presentazione della riforma fiscale di Meloni, Giorgetti e Leo.
[…] Nel derby per la leadership del centrosinistra tra Conte e Schlein, mentre il capo di M5S concede al Pd di essere «un» protagonista del campo progressista, la segretaria dem lavora a una lista con Bonino per le Europee, in nome dei diritti civili. Al centro Renzi si prepara ad affrontare le urne in solitaria per capire quanta forza avrà a giugno per tentare l’abbordaggio al mondo berlusconiano con la collaborazione di insospettabili (e potenti) alleati interni.
Per scongiurare la minaccia, Tajani mira a raccogliere voti «in quel grande spazio che c’è tra Meloni e Schlein», dove ci sarebbe Renzi, confidando sul sorpasso alla Lega. Lì dove tutti negano che la guida di Salvini sia traballante, tranne confermarlo con mirabile linguaggio doroteo. Il governatore lombardo Fontana, per esempio, ieri ha spiegato che «alle Europee la Lega tornerà a volare alto, quindi il problema del segretario non si porrà». Mentre il governatore friulano Fedriga, rivolgendosi a Meloni, ha detto che «siamo in democrazia e non in Russia, per fortuna». E tanti saluti al «capitano». Saranno urne aperte tutto l’anno.