E ORA CHI RIPIANA IL BUCO DI BILANCIO UE CREATO DALL’USCITA DELLA GRAN BRETAGNA? - IL PERIODO DI RIFERIMENTO E’ 2021-2027 E LA TORTA DA MILLE MILIARDI DI EURO VA PREPARATA SENZA LONDRA, CHE FINORA HA VERSATO 14 MILIARDI L’ANNO - O SI TAGLIANO LE SPESE O I PAESI MEMBRI SPENDONO DI PIÙ - MACRON SI OPPONE ALL’IPOTESI DI ALLARGAMENTO AD ALBANIA E MACEDONIA DEL NORD…

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Marco Bresolin per “la Stampa”

 

MERKEL E MACRON SGHIGNAZZANO

E adesso come si fa a ripianare il buco nel bilancio lasciato dalla Brexit? Il giorno dopo l' accordo con Boris Johnson, gli altri 27 leader europei si sono interrogati sulla questione. E il confronto è servito a capire che l' intesa non solo è lontana, ma proprio non si intravede all' orizzonte. Se ne riparlerà a dicembre, ma i margini per un accordo non si vedono.

«E il tempo stringe», avverte Angela Merkel.

 

L' oggetto della discussione è il prossimo bilancio pluriennale dell' Ue, quello per il periodo 2021-2027. Una torta da oltre mille miliardi di euro che andrà preparata senza il contributo degli ingredienti britannici: Londra versa nelle casse comunitarie circa 14 miliardi l' anno.

Due le strade: o si riducono le spese oppure ognuno degli azionisti aumenta il proprio contributo. Ma l' Europa è spaccata. L' impatto potrebbe essere mitigato con l' introduzione di alcune «risorse proprie», come la Carbon Tax o una nuova imposta europea sulla plastica (la Web Tax è già stata bocciata). Ma si tratta di cifre non in grado di fare la differenza.

conte macron

 

Oggi il bilancio Ue equivale all' 1,03% del reddito nazionale lordo dei 28. Per mantenere quella somma a 27 bisognerebbe salire all' 1,16%, con un notevole incremento delle contribuzioni nazionali. Il Parlamento Ue vuole addirittura l' 1,3%, mentre la Commissione aveva suggerito l' 1,1% (circa 1.135 miliardi). L' idea non ha trovato consenso e così la presidenza finlandese ha proposto una forchetta che va dall' 1,03% all' 1,08% (1.050-1.100 miliardi). Il piano di Helsinki è riuscito nel miracolo di mettere tutti d' accordo: è stato respinto all' unanimità. Non c' è intesa sulla dimensione, figuriamoci sulla ripartizione delle spese tra politiche di coesione, agricole e altre priorità (ricerca, digitale, clima e immigrazione).

conte merkel

 

Austria, Olanda, Danimarca, Svezia e Germania non vogliono andare oltre l' 1%. Chiedono inoltre di mantenere il sistema del "rebate", ossia dello sconto per alcuni contributori netti, introdotto su richiesta dei britannici. Ma Emmanuel Macron si oppone e ieri ha fatto un collegamento con la questione dell' allargamento ai Balcani: c' è stato un duro scontro tra i leader su questo punto.

 

E, proprio a causa del veto francese, il Consiglio non ha dato il via libera all'apertura dei negoziati con Albania e Macedonia del Nord. «Quelli che vogliono l' allargamento - ha attaccato Macron - sono gli stessi che vogliono un budget ridotto. Ma più la fetta di pane è grande, più bisogna spalmare il burro. Così si finisce per non vederlo quasi più». L' Italia (favorevole al via libera a Tirana e Skopjie) vorrebbe un bilancio più ambizioso.

viktor orban laszlo trocsanyi

 

C'è poi la questione delle condizionalità. La presidenza propone di legare l'erogazione dei fondi al rispetto dello Stato di diritto, ma anche all'accoglienza dei migranti o al raggiungimento degli obiettivi climatici. I Visegrad (che ricevono più di quel che danno) sono nettamente contrari. Il bilancio va approvato all'unanimità e un'intesa al momento appare impossibile.