ORA I DEMOCRATICI D’AMERICA S’AGITANO: LEVAMOSE KAMALA HARRIS DAI COJONI E MANDIAMOLA ALLA CORTE SUPREMA! – E’ UN’IPOTESI NON IRREALIZZABILE: BISOGNA CONVINCERE LA 70ENNE GIUDICE SOTOMAYOR, AFFETTA DA UN DIABETE AGGRESSIVO, A LASCIARE LA CORTE SUPREMA PRIMA DELL’INSEDIAMENTO DI TRUMP - FINO AL 3 GENNAIO 2025, GIORNO IN CUI INIZIERA’ IL MANDATO DEL NUOVO SENATO GUIDATO DAI CONSERVATORI, I DEM AVRANNO LA MAGGIORANZA, 51 A 49, IN TEORIA SUFFICIENTE PER CONFERMARE LA NOMINA A GIUDICE, MA SE QUALCUNO DOVESSE OPPORSI? – IL FUTURO DEL PARTITO DEMOCRATICO USA? MENO IDEOLOGIA E PIU' AMMINISTRATORI CONCRETI E PRAGMATICI - TUTTI I NOMI
-1 - I DEM ORA PUNTANO SUI GOVERNATORI LE IPOTESI SUL FUTURO DI HARRIS
Estratto dell’articolo di Massimo Gaggi per il “Corriere della Sera”
Autopsia: parola grossa. I conduttori della rete di destra Fox News la usano gioiosamente per descrivere lo stato del partito democratico. Ma anche a sinistra c’è chi ricorre a questo termine per sottolineare la gravità di una sconfitta condita da arretramenti in tutto il Paese, Stati liberal compresi, contro un candidato bollato come impresentabile, inviso al 56% degli americani.
Tanti che hanno scelto un candidato detestato pur di non votare Kamala Harris, perdita di presa sui giovani, emorragia di afroamericani, rivolta dell’elettorato ispanico (al 45% con Donald Trump): sono tante le dimensioni del buco nero nel quale è precipitato il partito della sinistra. Come uscirne ora che è caduta l’illusione di un’evoluzione demografica (più minoranze e più giovani) strutturalmente favorevole ai dem?
Servono nuove politiche […] Tra i papabili per il 2028, vari esponenti del «partito dei governatori»: amministratori concreti, pragmatici, magari eletti in Stati che per la Casa Bianca hanno scelto Trump. Di certo Gretchen Whitmer del Michigan conquistato da Trump: non è una radicale di sinistra, è una comunicatrice migliore di Kamala. Papabile già quest’anno se i dem avessero fatto vere primarie.
Poi Andy Beshear giovane governatore del Kentucky arciconservatore e Josh Stein appena eletto alla guida del North Carolina conquistato da Trump: entrambi bisognosi di tempo per farsi conoscere dagli americani. Appannata la stella di quello della Pennsylvania Josh Shapiro: non scelto come vice dalla Harris e leader di uno Stato che ha ceduto.
Dove brilla, invece, la stella del senatore John Fetterman: difficilmente candidabile per problemi di salute, ma il suo stile — abbigliamento da palestra, retorica tarata sulle attese di giovani e proletari, linguaggio diretto, sincero, fino all’autocritica feroce — possono ispirare un diverso approccio a un partito democratico troppo elitario. In Congresso, poi, potrebbe emergere la figura di Hakeem Jeffries: nero, leader dem alla Camera, se riconfermato (è probabile) sarà in prima linea per contrastare gli eccessi di Trump.
E la Harris? Difficile immaginare per lei un ruolo politico, nemmeno da senatore.
Un’ipotesi suggestiva circola a Washington: convincere la giudice Sotomayor, affetta da un diabete piuttosto aggressivo, a lasciare la Corte Suprema e sostituirla con Kamala (o con la giudice Michelle Childs) prima dell’insediamento di Trump alla Casa Bianca. […]
2 - E NEL FUTURO DI HARRIS SPUNTA LA NOMINA ALLA CORTE SUPREMA
Estratto dell’articolo di Massimo Basile per “la Repubblica”
Da riformatrice della Corte Suprema a giudice supremo last minute: Kamala Harris potrebbe trovare un finale a sorpresa nella sua parabola politica, dopo la sconfitta alle presidenziali. L’ipotesi è stata sollevata durante un dibattito alla Cnn dall’avvocato e commentatore politico Bakari Sellers, secondo cui i democratici dovrebbero convincere la giudice liberal Sonia Sotomayor, 70 anni e non in buone condizioni di salute, a dimettersi subito per dare modo al presidente degli Stati Uniti Joe Biden di nominare in fretta un successore: Harris appunto.
[…] Harris potrebbe condurre la sua battaglia sul diritto d’aborto nella sede che quel diritto ha cancellato nel 2022. I dem blinderebbero la vicepresidente da possibili vendette di Trump e […] toglierebbero dal lotto dei candidati per le presidenziali del 2028 una donna non intenzionata a tornare nell’ombra. […] La vicepresidente non avrebbe tutti i titoli per essere scelta: è stata sì procuratore distrettuale a San Francisco e procuratore generale della California, però mai giudice.
[…] I tempi tecnici sono stretti ma non impossibili: nel 1975 il giudice John Paul Stevens venne confermato in appena diciannove giorni, dopo la nomina da parte del presidente repubblicano Gerald Ford. Fino al 3 gennaio 2025, giorno in cui si insedierà il nuovo Senato guidato dai conservatori, i dem avranno la maggiornza, 51 a 49, in teoria sufficiente per confermare la nomina a giudice, ma se qualcuno dovesse opporsi? Il posto rischierebbe di restare vacante e Trump avrebbe una chance in più per sostituire un liberal con un conservatore […]