PER ORA, I MILIARDI ESISTONO SOLO NELLA MENTE DI CONTE - L'INTERVISTA DI IERI IN CUI AFFERMA DI AVER ''LIBERATO'' (DA QUALI GABBIE?) 800 MILIARDI È BALZATA SUBITO IN VETTA ALLE CLASSIFICHE DELLA NARRATIVA FANTASCIENTIFICA. PER ORA CI SONO I 20 MILIARDI DI MARZO (CURA ITALIA). IL COLMO DEL ''DECRETO APRILE''? CHE SLITTA A MAGGIO, IN ATTESA DEL VIA LIBERA DELLA COMMISSIONE UE E DELLA SUA TROIKA (GUALTIERI-GENTILONI-CONTE)
-1 - I MILIARDI ESISTONO SOLO NELLA MENTE DI CONTE
Gustavo Bialetti per “la Verità”
«In appena un mese abbiamo liberato circa 750 miliardi di euro a vantaggio delle imprese del tessuto economico, messo in campo 50 miliardi di denaro fresco per il sistema sanitario, la macchina della emergenza e lavoratori». L' intervista rilasciata ieri al Giornale dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, è balzata subito in vetta alle classifiche della narrativa fantascientifica: il premier vaneggia di un totale di 800 miliardi di euro che, stando alla sua affermazione, sarebbe stato messo a disposizione delle imprese italiane, dei lavoratori e del sistema sanitario.
A metà tra Il Trono di Spade (anzi, di Denari) e Il Signore degli Anelli, Conte fa sfoggio di invidiabile fantasia: purtroppo, nel mondo reale, gli italiani fino a ora hanno potuto contare (si fa per dire) solo sui 20 miliardi del decreto di marzo, il cosiddetto Cura Italia, che hanno finito per essere dispersi in mille rivoli, come ad esempio è accaduto ai lavoratori autonomi, che comincian solo ora a ricevere la misera sommetta di 600 euro.
Il resto? Mancia, anzi nemmeno quella: l' atteso decretino di aprile, che avrebbe dovuto contenere misure di sostegno all' economia per qualche altra decina di miliardi, attraverso uno scostamento di bilancio, slitterà a maggio, perché il governo è in attesa del via libera da parte di chi comanda per davvero in Italia, ovvero la Commissione europea attraverso la troika Paolo Gentiloni-Roberto Gualtieri-Giuseppe Conte.
Questa è la situazione, questi sono i fatti, come sanno bene le famiglie italiane, che stanno sopportando il drastico lockdown senza ricevere il benché minimo aiuto economico. Il presidente del Consiglio, però, della realtà si cura meno che del suo ciuffo scolpito, e moltiplica miliardi come se fossero pani e pesci: «I conti sballati di Conte» sarà il titolo del suo nuovo romanzo.
2 - IL DECRETO CONTRO LA CRISI SLITTA AL 27 APRILE PER LE PICCOLE IMPRESE UN FONDO DA 13 MILIARDI
Federico Capurso per “la Stampa”
Il decreto economico da circa 70 miliardi di euro arriverà, nelle attuali previsioni del governo, intorno al 27 di aprile. Atteso da tempo - «entro il giorno di Pasqua», aveva annunciato il premier, Giuseppe Conte - e slittato invece di settimana in settimana, un rinvio dopo l' altro. L' ultimo arrivederci è stato dato al Consiglio dei ministri che avrebbe dovuto fissare la nuova quota di scostamento del deficit, in modo da poter coprire le misure del decreto.
La riunione, prevista oggi, è stata rimandata a mercoledì e sul tavolo, quindi, arriverà insieme al Def. Si dovranno poi attendere i necessari via libera delle Camere. L' esecutivo conta così di guadagnare del tempo, necessario per valutare l' esito del Consiglio europeo di giovedì, quando sarà più chiaro il quadro delle contromisure che Bruxelles vorrà adottare per fronteggiare la crisi economica.
Questione di giorni, durante i quali si stanno calibrando le cifre degli interventi. Qualcosa però inizia già a muoversi. Il governo sarebbe pronto a inserire, infatti, una misura per il ristoro delle micro e piccole imprese da circa 13 miliardi di euro, a fondo perduto. Una platea enorme, circa quattro milioni di aziende, che dovrebbe essere scaglionata, nei piani dell' esecutivo, in base al numero di dipendenti e al calo del fatturato registrato nel primo trimestre rispetto allo stesso periodo dell' anno precedente.
Un' importante filtro di ingresso riguarderà le dimensioni delle attività. Rientreranno tutte le microimprese, considerate tali fino a dieci dipendenti, mentre per le piccole imprese (da 10 fino a 250 dipendenti) la scure si abbatterà per far accedere al fondo solo quelle di dimensioni più modeste. La soglia non è ancora stata fissata, ma nei colloqui intercorsi in questi giorni tra il ministero dell' Economia e quello dello Sviluppo economico si ragionava in questi termini: «Rischierebbe di essere inefficace la scelta di destinare circa 3 mila euro a imprese con 50 dipendenti, figurarsi di 250».
Non tanto per il costo dei lavoratori, per il quale è già stata messa in campo la cassa integrazione, quanto per l' incidenza leggera di certe somma su fatturati importanti.
Ma non è questo l' unico "dettaglio" ancora in piedi. Nelle ultime ore, infatti, si è discusso tra le forze di maggioranza anche sulla destinazione dei 13 miliardi di euro a fondo perduto. Il ministro dell' Economia Roberto Gualtieri vorrebbe puntare su un credito di imposta, scomputandoli dalle tasse, mentre Cinque stelle e Italia viva chiedono un' iniezione immediata di liquidità.
Non cambierebbe nulla sui libri di bilancio delle aziende, ma dal partito pentastellato insistono sulla necessità di immettere denaro che torni, almeno in parte, subito in circolo nell' economia reale. Si aggiungeranno, poi, 4 miliardi di euro al Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese, in seno al ministero dello Sviluppo, che al momento è fermo a 2,7 miliardi. Sulle garanzie che lo Stato fornirà alle banche, sui prestiti chiesti dalle imprese, sono in arrivo altri 30 miliardi.
Cantieri ancora aperti anche per il reddito di emergenza. L'obiettivo è quello di semplificare, per evitare una pioggia di bonus diversi e, soprattutto, fare presto. Per ottenere in tempi rapidi la platea dei destinatari si passerà dunque dall' Inps, come per i 600 euro già erogati a professionisti e partite Iva. Nessuna card, sul modello del reddito di cittadinanza, ma un semplice codice Iban da fornire online. All' interno della misura si vorrebbero condensare anche le richieste di un bonus figli, tramutandolo in uno dei coefficienti utilizzati per il calcolo della somma da destinare, e l' assegno da destinare a colf e badanti.