PADOAN: “FARÒ SUBITO UNA DUE DILIGENCE” - A PARTE GLI INGLESISMI, IL NUOVO MINISTRO PREDICA DA ANNI UN PRINCIPIO: TOGLIERE TASSE SUL LAVORO E METTERLE SUL PATRIMONIO (RENDITE, IMMOBILI, EREDITÀ)


Stefania Tamburello per il "Corriere della Sera"

E' partito per Roma, appena ha potuto, prenotando il primo aereo disponibile. Ma non farà ugualmente in tempo a partecipare al giuramento assieme agli altri ministri del nuovo governo guidato da Matteo Renzi. Andrà al Quirinale domenica. La nomina alla guida del dicastero dell'Economia, ha infatti colto Pier Carlo Padoan mentre era a Sydney, a più di 16.300 chilometri e 25 ore di volo da Roma, mentre partecipava in qualità di capoeconomista e vicesegretario dell'Ocse, ai lavori preparatori del vertice dei ministri e dei governatori delle banche centrali del G20. Davvero una nomina a distanza, la sua. E non ha avuto, rivela, molto tempo a disposizione per decidere.

PIER CARLO PADOAN

«E' successo tutto molto in fretta e i compiti che mi aspettano sono notevoli», spiega sciogliendosi finalmente in un sorriso. Per tutta la giornata ha avuto il volto tirato, racconta chi lo ha intercettato ieri durante gli incontri preparatori del vertice del G20 che si svolge nella città australiana. «No, oggi non parlo, scusate ma non posso» aveva risposto in mattinata ai giornalisti che lo aspettavano per saperne di più del rapporto sulla crescita presentato a Sydney dall'Ocse.

«Ero teso perché non ero riuscito a dormire, ero rimasto sveglio tutta la notte per via del jet lag » racconta poi, a nomina già svelata, scherzando per dissimulare la preoccupazione per le responsabilità del nuovo incarico che lo ha accompagnato nelle ore in cui le decisioni sono maturate. I contatti «si sono infittiti negli ultimissimi giorni» aggiunge quindi.

Romano, classe 1950, Padoan, da due mesi in attesa della ratifica per diventare presidente dell'Istat, è venuto in Australia per «svolgere come sempre il suo lavoro per l'Ocse», mentre il dibattito sulla formazione del nuovo governo e sulla scelta dei ministri faceva il suo corso.

MATTEO RENZI AL QUIRINALE PRESENTA LA SQUADRA DI GOVERNO

Un programma per il suo nuovo ruolo di ministro dell'Economia e delle Finanze, ancora non lo ha fatto. Ma ha chiaro l'inizio: «Per prima cosa farò una due diligence , dice rivelando ciò che nel linguaggio tecnico significa una ricognizione del valore, delle condizioni e delle attività di un'azienda o di una società. E che invece, per un ministro del Tesoro potrebbe significare un'analisi delle spese e delle entrate del bilancio. Non c'è niente di strano, fa capire. «E' una cosa che devono fare tutti quelli che subentrano in un incarico» spiega. E comunque, aggiunge, «c'è un sacco di lavoro da fare».

Le sue idee di economista, Padoan ha avuto modo di farle conoscere nel corso della sua carriera, ricca di esperienze internazionali che lo hanno portato a Washington, come direttore esecutivo del Fondo monetario internazionale e poi per l'Ocse a Parigi, consulente della Banca mondiale e della Bce. Un «tecnico» dunque ma non un completo estraneo della politica, avendo ricoperto, da docente, il ruolo per Palazzo Chigi sotto le presidenze di Massimo D'Alema e Giuliano Amato.

ministero economia

La sua prefazione al rapporto dell'Ocse presentato ieri a Sydney è indicativa delle priorità che riconosce nell'azione economica, ad iniziare dal titolo che annuncia l'analisi degli strumenti e degli interventi necessari «per evitare la trappola della bassa crescita», che è ancora lì, all'orizzonte, a fare da freno anche dopo il superamento della crisi. Gli obiettivi da perseguire sono dunque, per il neo ministro dell'Economia, di affrontare e superare innanzitutto i più gravi rischi di ristagno, ripristinare la competitività e dare impulso all'occupazione.

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In quest'ottica Padoan individua 4 strade. La prima richiede «misure per facilitare gli aggiustamenti salariali e per ridurre il costo del lavoro» e comprende la riduzione del cuneo fiscale e lo spostamento della tassazione sui consumi, sulla proprietà immobiliare e sulle successioni. La seconda indica l'esigenza di incentivare «gli investimenti in nuovi mercati e in nuove tecnologie», la terza il miglioramento della competitività dei prodotti e l'aumento della concorrenza. La quarta infine passa per la solidità dei bilanci bancari che «restano una priorità».

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