DA PANNELLA ALLA BRACE - UNA EX DIPEDENDENTI DEI RADICALI FA CAUSA AL DIGIUNATORE PER ESSERE STATA SEMPRE PAGATA IN NERO - IL TRIBUNALE LE HA DATO RAGIONE RICONOSCENDOLE 250 MILA € DI RISARCIMENTO! - I RADICALI HANNO TENTATO DI MEDIARE OFFRENDO METÀ DELLA SOMMA E PAGAMENTO A RATE MA LA DONNA, CHE HA 81 ANNI, VUOLE TUTTO E SUBITO: VAI CON I PIGNORAMENTI…


Maria Elena Vincenzi per "la Repubblica"

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Mentre Marco Pannella lotta per i diritti dei detenuti, c'è qualcuno che combatte per vedere riconosciuti da lui i propri diritti di lavoratore. Il leader dei Radicali è stato condannato dalla Corte d'appello di Roma a pagare 250mila euro a una ex dipendente del gruppo, Giuseppina Torrielli.

Una storia che risale a molti anni fa. La donna ha lavorato per il partito radicale prima e per il gruppo federalista europeo poi dal 1982 all'aprile del 1994, quando è stata licenziata in tronco. Un addio così brusco da convincere l'impiegata a fare ricorso al giudice del lavoro: aveva un contratto da lavoratrice autonoma, ma di fatto lavorava come dipendente, e molto spesso («sempre», stando alla sua versione) veniva pagata in nero.

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È iniziata così una vicenda giudiziaria lunghissima: sono quasi 19 anni che la signora Torrielli combatte per avere quello che crede le spetti. Un processo che ha visto come testimone della "ricorrente" anche l'onorevole Marco Mellini e in cui non mancano note di colore che farebbero sorridere se non avessero a che fare con una donna di 81 anni che ha lavorato una vita e che ora ha bisogno dell'aiuto dei suoi figli per arrivare alla fine del mese.

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Tra le carte del processo, infatti, c'è anche una lettera dei questori della Camera in cui, era il 2011 e la signora Torrielli cercava di notificare all'irreperibile leader dei radicali alcuni atti, questi spiegano di non poter ricevere la corrispondenza perché «per prassi consolidata la Camera non riceve notificazioni di atti giudiziari concernenti i singoli deputati essendo escluso che la sede della Camera possa essere considerato come luogo dell'"ufficio" del deputato». Disagi che hanno contribuito a dilatare i tempi di un processo che ancora non è finito.

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Intanto però, a marzo, i giudici del Lavoro hanno dato ragione alla donna: Pannella e solo lui (perché secondo i giudici pur non essendo formalmente presidente ha sempre guidato il partito) deve alla donna 71mila euro (con rivalutazione, interessi e risarcimento per l'omesso versamento dei contributi assicurativi e previdenziali si arriva a 250mila).

Soldi che però, stando alla difesa del politico, lui non ha: per questo si è cercato un accordo, metà della cifra e a rate. «È un'opzione che io non posso accettare - spiega la Torrielli - ho 81 anni e mille euro di pensione dopo tanti anni di lavoro». Per questo il suo avvocato ha avviato il pignoramento dei beni presso terzi.

MARCO PANNELLA PRENDE ACQUA E MEDICINE

Secca la risposta dei Radicali, per bocca dell'avvocato Giuseppe Rossodivita: «Non abbiamo ceduto alla minaccia di diffondere questa notizia. Stavamo cercando una soluzione transattiva che mettesse d'accordo tutti. A questo punto, però, loro faranno l'esecuzione della sentenza, noi aspettiamo l'esito del ricorso che abbiamo presentato in Cassazione».