IL PAPA DELLA GENDER – FRANCESCO CONTRARIO AI SESSUALMENTE “FLUIDI”: “L’UTOPIA DEL “NEUTRO” ...RISCHIA DI SMANTELLARE LA FONTE DI ENERGIA CHE ALIMENTA L’ALLEANZA DELL’UOMO E DELLA DONNA E LA RENDE CREATIVA E FECONDA” – E DENUNCIA LO “SPREGIUDICATO MATERIALISMO CHE CARATTERIZZA L’ALLEANZA TRA L’ECONOMIA E LA TECNICA”
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Ester Palma per il Corriere della Sera
No alla discriminazione delle donne, ma no anche all’«utopia del neutro»: sono da «contrastare le interpretazioni negative della differenza sessuale di chi vuole cancellare tale differenza». Papa Francesco ha parlato questa mattina alla Pontificia Accademia della Vita. E il suo è stato come sempre un discorso molto chiaro, preciso: «Le forme di subordinazione che hanno tristemente segnato la storia delle donne vanno definitivamente abbandonate. Un nuovo inizio deve essere scritto nell’ethos dei popoli, e questo può farlo solo una rinnovata cultura dell’identità e della differenza».
CONTRO LA MANIPOLAZIONE BIOLOGICA E PSICHICA
Francesco si schiera quindi con forza dalla parte delle donne e contro l’ideologia del gender: «L’ipotesi recentemente avanzata di riaprire la strada per la dignità della persona neutralizzando radicalmente la differenza sessuale e, quindi, l’intesa dell’uomo e della donna, non è giusta. Invece di contrastare le interpretazioni negative della differenza sessuale, che mortificano la sua irriducibile valenza per la dignità umana, si vuole cancellare di fatto tale differenza, proponendo tecniche e pratiche che la rendano irrilevante per lo sviluppo della persona e per le relazioni umane.
<Ma l’utopia del “neutro” rimuove ad un tempo sia la dignità umana della costituzione sessualmente differente, sia la qualità personale della trasmissione generativa della vita. La manipolazione biologica e psichica della differenza sessuale, che la tecnologia biomedica lascia intravvedere come completamente disponibile alla scelta della libertà - mentre non lo è! -, rischia così di smantellare la fonte di energia che alimenta l’alleanza dell’uomo e della donna e la rende creativa e feconda».
«UOMINI E DONNE, PER UN’INTESA VERA»
Il Papa ha aggiunto: «Questo è un invito alla responsabilità per il mondo, nella cultura e nella politica, nel lavoro e nell’economia; e anche nella Chiesa. Non si tratta semplicemente di pari opportunità o di riconoscimento reciproco. Si tratta soprattutto di intesa degli uomini e delle donne sul senso della vita e sul cammino dei popoli. L’uomo e la donna non sono chiamati soltanto a parlarsi d’amore, ma a parlarsi, con amore, di ciò che devono fare perché la convivenza umana si realizzi nella luce dell’amore di Dio per ogni creatura.
<Parlarsi e allearsi, perché nessuno dei due - né l’uomo da solo, né la donna da sola - è in grado di assumersi questa responsabilità - continua Bergoglio - Insieme sono stati creati, nella loro differenza benedetta; insieme hanno peccato, per la loro presunzione di sostituirsi a Dio; insieme, con la grazia di Cristo, ritornano al cospetto di Dio, per onorare la cura del mondo e della storia che Egli ha loro affidato. In tale prospettiva, si tratta anzitutto di riconoscere onestamente i ritardi e le mancanze».
L’«EGOLATRIA» E COME COMBATTERLA
Francesco ha voluto chiarire anche altri punti sulla società umana in questo inizio di millennio: come la «cultura ossessivamente centrata sulla sovranità dell’uomo» rispetto alla realtà, una sorta di egolatria». E da qui allo sfruttamento, secondo Francesco, di chi è debole o non ha risorse, il passo è, più che breve, quasi obbligato.
«Non si tratta, naturalmente, - ha spiegato - di negare o di ridurre la legittimità dell’aspirazione individuale alla qualità della vita e l’importanza delle risorse economiche e dei mezzi tecnici che possono favorirla. Tuttavia, non può essere passato sotto silenzio lo spregiudicato materialismo che caratterizza l’alleanza tra l’economia e la tecnica, e che tratta la vita come risorsa da sfruttare o da scartare in funzione del potere e del profitto. Uomini, donne e bambini di ogni parte del mondo sperimentano le illusorie promesse di questo materialismo tecnocratico.
<Anche perché, in contraddizione con la propaganda di un benessere che si diffonderebbe automaticamente con l’ampliarsi del mercato, si allargano invece i territori della povertà e del conflitto, dello scarto e dell’abbandono, del risentimento e della disperazione. Un autentico progresso scientifico e tecnologico dovrebbe invece ispirare politiche più umane».