PARALIZZE-RAI - OPUS LEI VENDE CARA LA PELLE CON MONTI: CONTRO LA NOMINA DI GUBITOSI SI RISCHIA UN RICORSO PER VIOLAZIONE DELLA LEGGE GASPARRI - CON IL PD CHE BLOCCA LE NOMINE, SPERA IN UNA PROROGA PER PRESENTARE I PALINSESTI AGLI INSERZIONISTI E CAMBIARE IL DIRETTORE DIMISSIONARIO DI RAIDUE - NELLE BACHECHE RAI APPARE QUESTO MESSAGGIO: “SALUTIAMO IL PEGGIOR DIRETTORE GENERALE DELLA STORIA. DOTT.SSA LORENZA LEI, ADDIO!”…
1- RAI, UN FOGLIO NELLE BACHECHE: "ADDIO LEI, SEI STATA IL PEGGIOR DIRETTORE"
Da "Leggo.it" - I dipendenti della Rai sembrano molto felici del cambio alla direzione. Tarantola ha preso il posto di Lorenza Lei e sulle bacheche poste nei corridoi di alcune sedi Rai è comparso un foglio che manifesta la gioia nel cambio alla guida. «I lavoratori della Rai salutano il peggior direttore generale della storia. Dott.ssa Lorenza Lei, Addio!».
ALFANO CONTRARIO - ''I nomi che il presidente Monti ha fatto per la Rai sono ottimi nomi, non abbiamo nulla da obiettare sul piano dei curricula di ciascuno'', dice Angelino Alfano. ''Ci chiediamo solo perche sia stata sostituta Lorenza lei che aveva ottenuto ottimi risultati aziendali. E una azienda si misura per i risultati''.
2- IL PD NON CEDE, LA RAI A RISCHIO PARALISI
Paolo Conti per il "Corriere della Sera"
La partita Rai avviata da Mario Monti rischia seriamente lo stallo e il suo ticket di nomine (presidente Anna Maria Tarantola, direttore generale Luigi Gubitosi) può (almeno per ora) virtualmente saltare. Ieri Pier Luigi Bersani, segretario pd, ha confermato la sua linea parlando a Otto e mezzo su La7: «Sulla Rai, penso che i partiti non debbano nominare. Il Pd non nominerà, penso che la governance non possa stare in piedi così. Hanno sbattuto fuori Fazio e Saviano intanto che avevamo il presidente del consiglio della Rai. Il governo ha fatto delle nomine assolutamente credibili, ma il Pd di suo non nominerà ».
Ciò significa, stando almeno alle parole di Bersani, che il Pd non contribuirà a eleggere il nuovo consiglio di amministrazione. E senza consiglio non può esserci né presidente né direttore generale. Difficile immaginare che Pdl, Lega e Udc decidano un colpo di mano eleggendo da soli i sette consiglieri che la legge Gasparri attribuisce alla commissione di Vigilanza. Probabile che il Pdl (non entusiasta delle nomine) vista l'assenza del Pd, a sua volta non si presenti in Vigilanza aprendo la strada alla proroga dell'attuale consiglio. Ieri l'attuale direttore generale Lorenza Lei ha avuto un lungo e teso incontro a Palazzo Chigi con Mario Monti, azionista Rai come ministro dell'Economia.
E gli ha annunciato: «Resteremo al nostro posto fino a quando il nuovo consiglio di amministrazione non si insedierà». Solo apparentemente una frase ovvia e scontata. In realtà una vera dichiarazione di intenti: noi del consiglio uscente non ci limiteremo a sopravvivere, sono molti gli appuntamenti aziendali che ci aspettano, primo tra tutti la presentazione dei palinsesti agli inserzionisti pubblicitari Sipra a Milano il 18 giugno e a Roma il 20, poi c'è da rivedere Raidue...
Dunque il confronto Lei-Monti non è stato di routine, né una cerimonia formale. Sul tavolo almeno due argomenti forti, da parte di Lorenza Lei. Il primo: l'irritualità della indicazione del suo successore, Luigi Gubitosi, da parte del presidente del consiglio quando non esiste ancora nemmeno un nuovo consiglio di amministrazione. C'è chi avrebbe consigliato a Lorenza Lei di avvertire Monti che qualcuno (lei stessa? qualche esponente pdl?) potrebbe presentare un ricorso alla magistratura per violazione della legge Gasparri. Difficile ricostruire con precisione quale sia stato lo scambio Lei-Monti su questo punto. Secondo argomento: ieri Lorenza Lei è andata a Palazzo Chigi forte della possibile prospettiva di una proroga.
Ma avrebbe chiesto comunque assicurazioni sul suo futuro. «Avrà una collocazione adeguata», avrebbe promesso Mario Monti. Al settimo piano di viale Mazzini si aggiungono due parole, «in azienda»: l'attuale direttore generale preferirebbe restare alla Rai, in fondo ha un contratto da dirigente con una parte mobile dello stipendio per la mansione attuale. Se lasciasse l'incarico potrebbe rimanere come è già accaduto con Claudio Cappon. Paolo Garimberti, presidente uscente, ha incontrato Sergio Zavoli, presidente della Vigilanza.
A quanto si è saputo Garimberti ha detto di sperare che «tutte le parti coinvolte nelle complesse procedure di rinnovo del consiglio di amministrazione della Rai adempiano rapidamente al loro ruolo così da consentire all'azienda di poter avere presto dei nuovi amministratori e di poter pianificare tempestivamente il proprio futuro, anche alla luce del difficile momento che si sta vivendo ». Messaggio chiarissimo al Pd: votate, e sbrigatevi. Qualcuno lo raccoglierà mai?