IL PARLAMENTO CHE VERRA’ - CON LA SENTENZA DELLA CONSULTA SUI CAPILISTA BLOCCATI CI SARANNO 350 DEPUTATI “NOMINATI” - NEL PD, PER LA REGOLA DEI TRE MANDATI, E’ IN BILICO MEZZO GOVERNO (GENTILONI, PINOTTI, MINNITI, FRANCESCHINI, FINOCCHIARO) E MOLTI BIG (BINDI, FIORONI, GIACHETTI, SPOSETTI, CHITI)

Condividi questo articolo


Tommaso Ciriaco per “la Repubblica”

camera dei deputati camera dei deputati

 

Mezza Camera di "nominati" grazie al trampolino dei capilista bloccati, l'altra metà eletta a suon di preferenze. Ecco la fotografia dell' Aula di Montecitorio nella prossima legislatura, se davvero si tornerà al voto con il nuovo Italicum vidimato dalla Consulta. Nessuno può ovviamente prevedere il numero esatto dei candidati scelti dalle segreterie che entreranno davvero in Parlamento, ma tutte le stime in mano ai partiti si assomigliano. E fissano questa quota tra i 300 e i 350 "onorevoli". Più o meno il 50% del totale.

 

Consulta Roma Consulta Roma

Per giustificare il calcolo, occorre prima sfatare un luogo comune: il contestato meccanismo delle pluricandidature di uno stesso capolista non aumenta, ma per paradosso riduce il numero dei nominati. La ragione? Se un leader risulta eletto in dieci circoscrizioni, i "promossi" con le preferenze in Parlamento saranno nove. Con dieci capolista diversi, invece, quegli scranni finirebbero in mano a dieci "nominati".

maria elena boschi gentiloni renzi maria elena boschi gentiloni renzi

 

Le proiezioni riservate che circolano in queste ore tra le forze politiche, allora, ipotizzano che nessuna lista sia in grado di raggiungere il 40%. Senza premio di maggioranza, una forza che raccoglie il 28-30% conduce a Montecitorio - anche grazie al recupero proporzionale - 180-190 deputati.

pinotti pinotti

 

Sondaggi alla mano, è una mèta a cui possono ambire oggi solo il Pd e il Movimento 5 stelle, con la ragionevole certezza di eleggere tutti i capilista bloccati. Ecco allora il primo blocco di "nominati": qualcosa in meno di un centinaio per parte (vista la possibilità di alcune candidature multiple), quasi duecento in totale.

ROSY BINDI ROSY BINDI

 

Un ragionamento simile vale per Forza Italia. Accreditata attorno al 12%, può ambire a un'ottantina di deputati, per lo più selezionati tra i "bloccati". La Lega, sondata alle stesse percentuali, farà invece scattare alcuni seggi con le preferenze in più, perché il radicamento concentrato al Nord proietterà in Parlamento qualche "secondo" e "terzo" eletto per collegio. In tutto, il centrodestra traghetterà un altro centinaio di capilista.

 

Chiti Chiti

E poi ci sono le forze minori. È presumibile che i partiti più piccoli ricorrano in modo massiccio alle pluricandidature ciò che come detto limita al massimo i "nominati" - spinti da due ragioni: garantire l'elezione del leader, fare da volano al simbolo e incentivare la battaglia interna alle liste per raccogliere preferenze. Con il solo capolista presumibilmente eletto, infatti, chi spenderebbe tempo e denaro per partecipare a una contesa in puro spirito decoubertiniano?

 

giuseppe fioroni giuseppe fioroni

Tutto sommato, si gira attorno al numero ipotizzato di 300-350 eletti "bloccati" su 630, tra il 45 e il 55% del totale. Il resto sarà una gara senza quartiere a colpi di preferenze, a partire dal Pd. Digerita la sentenza della Consulta, Matteo Renzi inizia a mettere la testa su un'altra grana, quella dei parlamentari di lungo corso che da statuto non potrebbero essere ricandidati. L'articolo 21 fissa infatti il limite a tre mandati.

 

In occasione delle ultime politiche si stabilì l'interpretazione autentica: non tre legislature, ma 15 anni di legislatura. La pratica è già sul tavolo della segreteria, divisa in due elenchi. Il primo, quello più "caldo", include i 27 nomi di chi ha già alle spalle almeno tre lustri in Parlamento. Tra questi, c'è l'intera ossatura dell' attuale governo: il premier Paolo Gentiloni (16 anni), il ministro della Difesa Roberta Pinotti (16), dell' Interno Marco Minniti (16), dei Beni Culturali Dario Franceschini (16) e dei Rapporti con il Parlamento Anna Finocchiaro (30).

Ugo Sposetti e consorte Ugo Sposetti e consorte

 

E ancora, capicorrente come Rosy Bindi (23) e Beppe Fioroni (21), renziani e gentiloniani come Roberto Giachetti (16) ed Ermete Realacci (16), altri recordman di "anzianità parlamentare" come Gianclaudio Bressa (21), Giuseppe Lumia (23), Barbara Pollastrini (18), Ugo Sposetti (18), Vannino Chiti (16). Valesse invece il limite ancora più restrittivo dei tre mandati, si aggiungerebbero - come è facilmente verificabile anche su Openpolis - altri 56 nomi e si toccherebbe l' iperbolica cifra di 83, tra cui anche il guardasigilli Andrea Orlando, Nicola Latorre, Pierluigi Bersani, Emanuele Fiano e Cesare Damiano.

 

Marco Minniti Marco Minniti

Li salverà solo una deroga. Dal quartier generale renziano si ragiona di una manciata di "eccezioni", magari soltanto per i ministri e pochissimi altri, da candidare come capilista bloccati alla Camera (al Senato non sono neanche previsti). Uno schema forse non esaltante. Un'altra soluzione potrebbero essere, allora, il ricorso alle primarie. Oppure l'invito ad armarsi di coraggio per sottoporsi alla sfida delle preferenze. Un segnale, in questo senso, è arrivato da Renzi: «Io correrò a Palazzo Madama - ha promesso - voglio essere votato dalla gente». A buon intenditor...

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

SULLA RAI ELLY NON SI È FATTA INFINOCCHIARE – IL MOTIVO CHE HA SPINTO SCHLEIN ALL’AVENTINO, OLTRE ALLA MANCATA RIFORMA DELLA GOVERNANCE DI VIALE MAZZINI, RIGUARDA LO STATO DELL’ARTE DEL PD – IL DUPLEX BOCCIA-FRANCESCHINI PUNTAVA A PIAZZARE UN PRESIDENTE DI GARANZIA CHIAMATO GIOVANNI MINOLI. UN NOME SU CUI ERA STATO TROVATO UN ACCORDO CON GIORGIA MELONI, GRAZIE AI CONTATTI DEL MARITO DI NUNZIA DE GIROLAMO CON GIAMPAOLO ROSSI – MA LA SEGRETARIA MULTIGENDER SI È RIFIUTATA DI PRENDERSI IN CARICO UN “INAFFIDABILE” COME IL MULTI-TASKING MINOLI – IL PROBLEMA DI ELLY È CHE NON HA NESSUN UOMO DI FIDUCIA IN RAI. PIUTTOSTO CHE INFILARSI IN QUEL LABIRINTO PIENO DI TRAPPOLE, HA PREFERITO CHIAMARSI FUORI – LA MOSSA DI NARDELLA: HA LANCIATO LA SUA CORRENTE PER STOPPARE FRANCESCHINI, CHE PUNTA A PASSARE IL TESTIMONE ALLA MOGLIE, MICHELA DI BIASE...

DAGOREPORT - RICICCIANO LE VOCI SU UNA FUSIONE TRA RENAULT E STELLANTIS. MA QUESTA POTREBBE ESSERE LA VOLTA BUONA – E' MACRON CHE SOGNA L'OPERAZIONE PER CREARE UN COLOSSO EUROPEO DELL'AUTOMOTIVE (LO STATO FRANCESE È AZIONISTA DI ENTRAMBI I GRUPPI) E, CON IL GOVERNO DI DESTRA GUIDATO DA BARNIER, A PARIGI NESSUNO OSERA' OPPORSI - E JOHN ELKANN? NON GLI PARE IL VERO: SI LIBEREREBBE DI UNA "ZAVORRA" E POTREBBE VELEGGIARE VERSO NEW YORK O LONDRA, PER FARE QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE (E IN CUI È BRAVISSIMO): INVESTIMENTI E ACQUISIZIONI TRA LUSSO E TECH. TOLTASI DAI COJONI L'EX FIAT, NON AVREBBE PIÙ RAGIONE DI TENERSI “REPUBBLICA” E “STAMPA" E LE FAIDE CON IL COMITATO DI REDAZIONE

È ARRIVATA L’ORA DI PIER SILVIO? SEGNATEVI QUESTA DATA SUL CALENDARIO: APRILE 2025. POTREBBE ESSERE IL MOMENTO DELLA DISCESA IN CAMPO DI BERLUSCONI JR – “PIER DUDI” POTREBBE APPROFITTARE DI UNA SCONFITTA DEL CENTRODESTRA AL REFERENDUM SULL’AUTONOMIA PER RIPERCORRERE LE ORME DEL PADRE: METTERE IN PIEDI UNA NUOVA FORZA ITALIA, APERTA A DIRITTI E MINORANZE, EUROPEISTA E ATLANTISTA. A QUEL PUNTO, LE ELEZIONI ANTICIPATE SAREBBERO INEVITABILI – ORMAI È CHIARO CHE IL GOVERNO MELONI NON CADRÀ MAI PER MANO DELL’OPPOSIZIONE, SPOMPA E INETTA, MA SOLO ATTRAVERSO UN’IMPLOSIONE DELL’ALLEANZA DI DESTRA-CENTRO - LA DIFFIDENZA DI MARINA, TERRORIZZATA DALL'IPOTESI CHE IL FRATELLO FINISCA FAGOCITATO DA BATTAGLIE MEDIATICHE E GIUDIZIARIE, COME IL PADRE...