LA PASSIONE DI FRANKENSTEIN JR. MIELI PER IL PICCOLO CHIMICO – IL “CORRIERE” DA BANDIERA GREEN A SALVAGUARDIA DELLA NATURA E DEI SUOI PRODOTTI A DIFENSORE DELLA “CARNE” COLTIVATA IN LABORATORIO – ANCHE STAVOLTA PAOLINO IL PESTICIDA CAMBIA LE CARTE IN TAVOLA E PARLA DI SCIENZA ESOTERICA (CORNOLETAME) A PROPOSITO DI UNA LEGGE CHE EQUIPARA IL BIOLOGICO AL BIODINAMICO, SOSTENUTA ANCHE DAL FONDATORE DI SLOW FOOD, CARLO PETRINI – GIA’, AL CONTADINO-LETTORE NON FAR SAPERE COME E’ BUONO IL MIELI CON IL POTERE (TRANSGENICO)
-
Credo che avere la terra e non rovinarla sia la più bella forma d’arte che si possa desiderare (Andy Warhol)
DAGONOTA
Molti non lo sanno, ma sin da giovane Paolino Mieli ha coltivato la passione per il piccolo chimico. Nel suo laboratorio privato (e politico) è riuscito ad amalgamare la sua dedizione al professore di “destra” Renzo De Felice con la militanza extraparlamentare in Potere operaio.
Un cocktail ideologico potente quanto l'ideazione della bomba Molotov. Giocando con gli alambicchi del potere, prima nelle stanze dell’Espresso, poi in quelle della “Stampa” e infine in quelle del “Corriere della Sera”, il nostro Sabin alle vongole ha architettato in laboratorio il “terzismo, il “doppiopesismo” e il “revisionismo” à la carte.
A volte insieme al suo sodale Galli Della Loggia che voleva abolire la festa del 25 aprile e oggi sembra tornato a cantare in coro “Bella ciao”. Anche lui, vittima del mielismo inoculato a una generazione di giornalisti (e commentatori) ignari che esso era peggiore del contagio Covid. Una pandemia politica che ha avuto il suo picco infettivo (gogna mediatica) ai tempi di Tangentopoli con la sua rivoluzione italiana e l’arrivo della seconda Repubblica che ancora stiamo aspettando.
Dunque, non suscita sorpresa che l’altro giorno sul “Corriere del Cairo” Paolino si sia trasfigurato addirittura in un diabolico Frankenstein junior per occuparsi da apprendista stregone di agricoltura ed esoterismo. Una questione controversa, se sarà sancita con una legge dello Stato, da prendere con cautela.
E senza alzare la voce che rischia, secondo l’astrofisico Paolo Tozzi, di avere un risultato opposto: “quello di essere uno spot pubblicitario per la pseudoscienza”. Impresa in cui è riuscito, come vedremo, il maldestro influencer Paolino Mieli, in arte Mielik, con un suo editoriale di lunedì scorso sul Corrierone.
Partiamo dall’inizio. Quella domenica del 20 giugno in via Solferino, il sub direttore Luciano Fontana si sarà domandato: qual la notizia del giorno da commentare in prima pagina? Le tensioni nel governo per le riaperture? Il modesto risultato di Marina Le Pen in Francia? Le primarie nel Pd? La riforma della Giustizia? Il presidente Biden che non ha incontrato il Papa? Grillo che sfancula Conte? Macché.
Lunedì mattina l’editoriale di prima era firmato da Paolino Mieli, l’erede televisivo del tuttologo napoletano, Alessandro Cutolo, sul tema di grande attualità (soprattutto per l’industria chimica): quanto sono buoni i cibi messi a coltura con i pesticidi (OGM) rispetto a quelli coltivati biologicamente. Nell’attacco pedagogico della sua articolessa stavolta l’allievo (Paolino) superava in comicità il suo maestro (Cutolo). E forse anche Totò.
Ecco la ricetta steineriana spadellata ai poveri lettori dal cuoco Mieli sulla vessata questione ora al centro di una legge in Parlamento: “Prendete un corno capiente e stipate al suo interno lo sterco di una vacca che abbia appena partorito dei vitellini. Mettere poi sottoterra quel corno (…) A quel punto ottenete il corno letame”.
Beh, se non siamo a Totò, si sarà chiesto il lettore, l’incipit di Mielik ricorda certi sketch televisivi stralunati e sempliciotti di Ugo Tognazzi che in coppia con Vianello spiegava balbettando come da un grosso tronco si fabbrica un solo stuzzicadenti.
Di fronte all’immagine del “corno di letame” evocata da Paolino tutti le altre frattaglie del suo editoriale morivano pateticamente nello stabbio del ridicolo. E sviliva e mortificava pure le ragioni di chi vorrebbe correggere una legge che suscita perplessità nella comunità scientifica.
Del resto il filosofo Karl Popper ricordava che la scienza “più che un sistema di credenze, può essere considerata un sistema di problemi”. Dove a dominare non siano però le fedi, ma il dubbio.
Poco importa, allora, se Mieli confonda l’agricoltura biologica con quella biodinamica, sostenuta anche dal fondatore di Slow Food Carlo Petrini che non è un seguace dell’esoterista austriaco Rudolf Steiner, con i limiti da imporre alla ricerca. E questo suo concimare il “Corriere” con argomenti che non appartengono alla sua sfera di competenza da chi sono ispirati?
A Milano, negli anni della sua direzione al “Corriere” per compiacere la zarina Giulia Maria Crespi, proprietaria terriera e paladina dell’agricoltura biodinamica, il nostro abbracciava ogni causa ecologica e naturalistica pur di assecondare l’Avvocato, amico di quella “rompicoglioni” della Giulia, e avere un posto a tavola nella sua casa elegante di Corso Venezia.
Oggi, in gloria ai pesticidi e ai suoi produttori, Paolino cavalca spavaldo l’inquinamento delle terre facendosi loro predicatore, testimonial e portavoce in nome del “corno del letame” (usanza, tra l’altro, praticata solo da alcuni agricoltori biodinamici).