NEL PASTICCIO BRUTTO DI TARANTO TORNANO I NOMI DEI FASCICOLI DI PERUGIA E MESSINA SU ALTRE TOGHE INDAGATE - SCRIVE IL GIUDICE CHE HA ORDINATO L'ARRESTO DI CARLO CAPRISTO: ''UN CENTRO DI POTERE A TRANI DENOMINATO "I FEDELISSIMI" CAPACE NON SOLO DI INFLUENZARE LE SCELTE DI QUELLA PROCURA, MA ANCHE DI COINVOLGERE ALTRE ISTITUZIONI'' - IL TRIANGOLO CON CALAFIORE, AMARA E CENTOFANTI. LA CASELLATI CHE ''È AMICA NOSTRA'', ADDIRITTURA LA PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA ''MESSA IN COTTURA''
-Giovanni Bianconi e Virginia Piccolillo per il ''Corriere della Sera''
C' è un' intercettazione, scrive il giudice che ha ordinato l' arresto del procuratore di Taranto (ex di Trani) Carlo Capristo, che svela «l' esistenza di un centro di potere a Trani denominato "i fedelissimi" capace non solo di influenzare le scelte di quella Procura, ma anche di coinvolgere altre istituzioni». Il 26 aprile 2018, uno dei principali collaboratori di Capristo, il cancelliere in pensione Domenico Cotugno dice al telefono: «Io servivo a lui... lui serviva a me... insieme abbiamo fatto una forza che... te ne dico una! Abbiamo messo in cottura il presidente della Repubblica una volta... lo abbiamo messo in cottura che dovevamo fare una certa manifestazione...».
Un accenno che potrebbe riferirsi a una visita del capo dello Stato Sergio Mattarella del 2017, o al suo predecessore Giorgio Napolitano che a suo tempo intervenne su una ispezione ministeriale. Oppure una millanteria. Poi Cotugno prosegue. «Quello (Capristo, ndr ) ti fa impazzire perché è un vulcano... ora che per esempio hanno nominato il presidente del Senato... Casellati... che è un' amica nostra... gli telefonai, gli dissi "hai mandato un messaggio?"... vedi che quella la Casellati quando stava al Csm gli fece la relazione perché lui doveva andare a Bari. E devi vedere che bella relazione...».
Oltre a questo colloquio registrato, agli atti dell' indagine di Potenza - ma anche di quelle collegate di Messina e Perugia sulla presunta corruzione di altri magistrati: inchieste diverse in cui ricorrono gli stessi nomi - gli indizi sul «centro di potere» collegato a Capristo passano dal suo amico Filippo Paradiso, di cui parla l' avvocato messinese Giuseppe Calafiore.
Arrestato per corruzione assieme al collega Piero Amara e all' imprenditore Fabrizio Centofanti nel febbraio 2018, con pena successivamente patteggiata, il legale dice in un interrogatorio del 6 giugno 2019: «Attualmente è nell' entourage del ministro Salvini. Paradiso veniva quasi quotidianamente nel nostro studio, vive di pubbliche relazioni tant' è che l' appuntamento tra il pm Longo legatissimo ad Amara e a me (e arrestato con loro due anni fa, ndr ) e la Casellati, all' epoca al Csm, è avvenuto tramite Paradiso. Amara mi spiegava che Capristo era legatissimo a Paradiso, e questo legame si estrinsecò anche in occasione della nomina di Capristo a procuratore di Taranto. Immagino, o meglio deduco, che Paradiso si sia relazionato, anche, con la Casellati a tale scopo, atteso che certamente Paradiso conosceva la Casellati».
Il funzionario di polizia è attualmente indagato dalla Procura di Roma per traffico di influenze illecite, e di lui ha parlato la ex pm di Trani Silvia Curione, titolare dell' inchiesta che Capristo voleva pilotare, secondo l' accusa, a suo piacimento. Ricorda un incontro di inizio 2016: «Nel presentarci Paradiso, a casa sua, Capristo disse che era suo amico. Quest' ultimo ci disse, parlando della Procura di Taranto, che l' allora facente funzione Pietro Argentino aveva ottime probabilità di diventare procuratore capo a Matera».
Il marito della Curione, Lanfranco Marazia, anche lui magistrato, aggiunge: «Paradiso, spinto da Capristo che aveva evidenziato come Argentino era rimasto amareggiato perché non aveva avuto alcun voto in Commissione (del Csm, ndr ) per diventare procuratore di Taranto, disse che avrebbero profuso il massimo impegno per fare diventare Argentino procuratore a Matera. Parlava al plurale».
A luglio 2017, Argentino fu nominato dal Csm procuratore di Matera, con 11 voti. Tra cui quelli di Maria Elisabetta Alberti Casellati e di Luca Palamara. Gli atti su Capristo (compresi i verbali di Amara, che nega quanto riferito da Calafiore, e dello stesso procuratore di Taranto, che nega anche parte di ciò che ha detto Amara) sono finiti agli atti dell' indagine perugina sull' ex componente del Consiglio superiore della magistratura indagato per corruzione.
Secondo l' accusa veniva pagato con viaggi e altre regalie da Centofanti, l' amico di Amara e Calafiore, in cambio del «mercimonio della funzione» di componente del Csm. Nell' interrogatorio a Palamara, i pm umbri hanno chiesto notizie di Filippo Paradiso, e l' indagato ha risposto: «L' ho visto più volte sia con Centofanti che con altri consiglieri del Csm con cui si accompagnava, anche di rilievo».