PATTO CHIARO, AMICIZIA LUNGA – I GOVERNI DEI 27 STATI UE HANNO TROVATO L’INTESA SULLA RIFORMA DEL PATTO DI STABILITÀ, SUL “MODELLO RECOVERY”. L’IDEA È AMMORBIDIRE IL PERCORSO PER IL RAGGIUNGIMENTO DEI PARAMETRI DEL 3% DEL DEFICIT E DEL 60% DEL DEBITO PUBBLICO: SARANNO I SINGOLI STATI A PRESENTARE I PIANI DI RIENTRO, CON FLESSIBILITÀ PER CHI FARÀ RIFORME E INVESTIMENTI – CI PENSERÀ LA BCE A CONVINCERE GLI STATI A NON SFORARE: CHI LO FARÀ NON SARÀ COPERTO DALLO SCUDO ANTI-SPREAD

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Estratto dell’articolo di Marco Bresolin per “la Stampa”

 

URSULA VON DER LEYEN GIORGIA MELONI

Si avvicina la riforma del Patto di Stabilità e Crescita. I governi dei 27 Stati Ue hanno trovato un'intesa di massima sullo schema proposto dalla Commissione, che prevede percorsi di aggiustamento del debito specifici per ogni Paese, definiti su base pluriennale e con la possibilità di ottenere flessibilità in cambio di riforme e investimenti.

 

È in sostanza l'applicazione del "modello Recovery" alle regole Ue di finanza pubblica. L'accordo sarà formalizzato martedì prossimo dai ministri delle Finanze all'Ecofin, ma […] il testo di conclusioni ha già ottenuto il via libera da parte di tutti i componenti del Comitato economico e finanziario, l'organo che riunisce i direttori generali dei ministeri e che ha il compito di preparare le riunioni dei ministri.

 

URSULA VON DER LEYEN - CHRISTINE LAGARDE - PASCAL DONOHOE

Per la Commissione europea si tratta di un'ottima notizia: l'intesa le consentirà di tradurre in termini giuridici i princìpi concordati dai ministri, con l'obiettivo di arrivare a un'approvazione definitiva entro la fine dell'anno, quando scadrà l'applicazione della clausola di salvaguardia che sospende il Patto. […]

 

Il documento che verrà approvato dai ministri […] ribadirà che ovviamente i parametri del 3% (deficit) e 60% (debito) non cambieranno: per farlo serve una modifica dei Trattati. Ma ciò che cambierà sarà il percorso che gli Stati dovranno seguire per raggiungere tali obiettivi: decisamente meno ripido.

 

paolo gentiloni ursula von der leyen

[…] l'idea della Commissione […] è di passare a un sistema in cui sono i singoli Stati a presentare piani con percorsi di rientro spalmati su più anni (quattro nelle intenzioni di Bruxelles): è il principio della "ownership" nazionale, la titolarità dell'iniziativa nelle mani dei Paesi.

 

[…] Non solo: i percorsi di aggiustamento non saranno più definiti sulla base del contestato deficit strutturale […], ma sul parametro della spesa primaria netta, considerato molto più "osservabile". I piani dovranno essere valutati dalla Commissione e poi approvati dal Consiglio, esattamente come succede per il Pnrr.

 

IL DEBITO PUBBLICO NELL EUROZONA

[…] I governi hanno voluto introdurre una novità molto importante: i singoli piani potranno essere modificati in corso d'opera per esempio in caso di cambio di governo. Un meccanismo che certamente complicherà il lavoro della Commissione.

 

[…] Resta, in caso di violazione dei patti, la procedura per disavanzo eccessivo. Sia per i Paesi che sfonderanno il tetto del 3% del deficit, sia per quelli con un livello di debito superiore al 60% del Pil che non rispetteranno il percorso di aggiustamento. L'idea, però, è di ridurre significativamente l'importo delle sanzioni finanziarie: quelle attualmente previste (pari allo 0,2% del Pil) sono considerate troppo alte, motivo per cui non sono mai state inflitte. Ma in molti a Bruxelles sono convinti che il vero incentivo al rispetto dei percorsi di aggiustamento arriverà dalla Bce: come stabilito da Francoforte, chi sforerà non potrà essere coperto dallo scudo anti-spread.

GIORGIA MELONI URSULA VON DER LEYEN
INCONTRO URSULA VON DER LEYEN E GIORGIA MELONI A PALAZZO CHIGI
GIORGIA MELONI E ursula von der leyen A ROMA 2
GIORGIA MELONI E ursula von der leyen A ROMA 4
URSULA VON DER LEYEN E GIORGIA MELONI