1. PAURA E DELIRIO IN VATICANO! IERI IL COMING OUT DEL GAIO MONS. CHARAMSA, OGGI LA PUBBLICAZIONE DELLA LETTERA DEI 13 CARDINALI CONTRO IL SINODO BY BERGOGLIO: IL PAPA PRIMA E’ ESPLOSO DI RABBIA E, ALLE 19 DI IERI, E’ STATO COLPITO DA UN LIEVE MALORE
2. LA LETTERA E’ STATA ISPIRATA DALLA PORPORA AUSTRALIANA GEORGE PELL: VOLEVA VENDICARSI PER IL POTERE CHE IL PAPA GLI HA GRADUALMENTE SFILATO. DA UN LATO. DALL’ALTRO LA FRONDA GUIDATA DA PELL MIRA A DELIGITTIMARE IL PAPA E A DIMOSTRARE CHE NON CONTA UN TUBO. SONO LORO CHE HANNO ORIENTATO IL SINODO A DESTRA
3. DIETRO PELL, TRONEGGIA IL CARDINALE ANGELO SCOLA, VERA “ANIMA NERA” DEL COMPLOTTO, CHE BERGOGLIO VUOLE EPURARE AL PIU’ PRESTO DA ARCIVESCOVO DI MILANO
4. TRA CHARANSA E SCOLA, IL PAPA KO: IL SINODO NON PRODURRÀ NULLA. NESSUNA APERTURA A DIVORZIATI, RISPOSATI E COPPIE GAY. TUTTO RESTA COM’È. E PER BERGOGLIO SO’ DOLORI
DAGOREPORT
Ieri sera, alle 19, in Vaticano è successo il finimondo. Subito dopo la pubblicazione, sul blog del vaticanista de “l’Espresso” Sandro Magister, della lettera con cui 13 cardinali sollevavano al Papa le loro obiezioni sul Sinodo, il sempre mite Bergoglio è andato su tutte le furie.
Colto da un improvviso e violento raptus di ira, Bergoglio ha prima tuonato contro le porpore conservatrici (“Se le cose stanno così possono andare via. La Chiesa non ha bisogno di loro. Li caccio tutti!”) e poi - sfogata la rabbia - abbia avuto un lieve malore. Un po’ di tachicardia, uno sbalzo di pressione. Niente di serio ma sintomatico di un malessere - non solo fisico - che si vive da mesi nelle Segrete stanze.
Ispiratore della lettera è stato il cardinale George Pell, che proprio il Papa aveva voluto alla guida delle disastrate finanze vaticane. La porpora australiana ha voluto vendicarsi per il potere che il Pontefice gli ha gradualmente sfilato: nonostante ricopra formalmente la carica di prefetto della Segreteria per l’economia, Pell è stato da tempo “commissariato” dal Segretario di stato, Pietro Parolin.
Dopo il coming out di Monsignor Charamsa, vero boomerang per la fazione ‘’rivoluzionaria” all’interno della Chiesa, in molti avevano segnalato uno spostamento “a destra” di Bergoglio, sembrato più cauto nelle sue ultime dichiarazioni. E’ come se lo scandalo del monsignore gay avesse costretto il Papa a mettere da parte la sua irruenza per ricercare, con maggiore prudenza, il dialogo necessario per conciliare le diverse posizioni. E allora perché, nonostante la virata del Papa, l’ala conservatrice dei cardinali ha affondato il colpo con la lettera pubblicata da Magister?
Perché Bergoglio, considerato un imprevedibile uomo solo al comando, è riuscito a inimicarsi un po’ tutti all’interno della Curia. E le vecchie distinzioni tra le “tifoserie”, tra progressisti e reazionari, non esiste più. Il Papa è, di fatto, tra due fuochi. O meglio: nel fuoco di (quasi) tutti.
E il documento con cui vengono impallinati temi e metodi del Sinodo, nasconde la volontà dei cardinali di dimostrare il loro potere. Per la serie: non veniamo a farci dettare la linea, ma vogliamo decidere. E a guidare la schiera di malpancisti è quell’Angelo Scola che all’ultimo Conclave sfiorò l’elezione a Papa e che, da molti, è considerato il “vero” capo di Santa Romana Chiesa. Lo stesso cardinale Scola, tra l’altro, aveva vergato la lettera contro Bergoglio salvo poi ritirare la firma (insieme a Vingt-Trois, Piacenza e Erdo) parlando di “errori” e avanzando smentite, dopo aver saputo del malore del Papa.
Dopo i gialli, gli scazzi e i complotti, c’è chi è pronto a scommettere che la Relactio finale del Sinodo sarà avvolta da una tale cortina fumogena, al punto da non essere diffusa. Nella conferenza stampa prevista il 25 ottobre, avvolti dal “vaticanese” più raffinato, i dettagli saranno sapientemente insabbiati anche se gli “addetti ai livori” di Oltretevere sono convinti che tutto resterà com’è. Non ci saranno concessioni a divorziati, risposati e alle coppie omosessuali. Se così fosse, Bergoglio dovrebbe correre ai ripari: la sua riforma della Chiesa, senza una brusca sterzata, va a farsi benedire…
TREDICI CARDINALI HANNO SCRITTO AL PAPA. ECCO LA LETTERA
Santità,
Mentre ha inizio il sinodo sulla famiglia, e con il desiderio di vederlo fruttuosamente servire la Chiesa e il Suo ministero, rispettosamente Le chiediamo di prendere in considerazione una serie di preoccupazioni che abbiamo raccolto da altri padri sinodali, e che noi condividiamo.
Il documento preparatorio del sinodo, l'"Instrumentum laboris", che pure ha degli spunti ammirevoli, ha anche sezioni che trarrebbero vantaggio da una sostanziale riflessione e rielaborazione. Le nuove procedure che guidano il sinodo sembrano assicurare un'influenza eccessiva sulle deliberazioni del sinodo e sul documento sinodale finale. Così com'è, e poste le preoccupazioni che abbiamo già raccolto da molti dei padri sulle sue varie sezioni problematiche, l'"Instrumentum" non può adeguatamente servire da testo guida o da fondamento di un documento finale.
Le nuove procedure sinodali saranno viste in alcuni ambienti come mancanti d’apertura e di genuina collegialità. Nel passato, il processo di presentare proposizioni e di votarle serviva allo scopo prezioso di misurare gli orientamenti dei padri sinodali. L'assenza di proposizioni e delle relative discussioni e votazioni sembra scoraggiare un dibattito aperto e confinare la discussione ai circoli minori; quindi ci sembra urgente che la redazione di proposizioni da votare dall'intero sinodo dovrebbe essere ripristinata. Il voto su un documento finale arriva troppo tardi nel processo di completa revisione e di aggiustamento del testo.
Inoltre, la mancanza di una partecipazione dai padri sinodali alla composizione della commissione di redazione ha creato un notevole disagio. I suoi membri sono stati nominati, non eletti, senza consultazione. Allo stesso modo, chiunque farà parte della redazione di qualsiasi testo a livello dei circoli minori dovrebbe essere eletto, non nominato.
A loro volta, questi fatti hanno creato il timore che le nuove procedure non siano aderenti al tradizionale spirito e finalità di un sinodo. Non si capisce perché questi cambiamenti procedurali siano necessari. A un certo numero di padri il nuovo processo sembra configurato per facilitare dei risultati predeterminati su importanti questioni controverse.
Infine, e forse con più urgenza, vari padri hanno espresso la preoccupazione che un sinodo progettato per affrontare una questione pastorale vitale – rafforzare la dignità del matrimonio e della famiglia – possa arrivare ad essere dominato dal problema teologico/dottrinale della comunione per i divorziati risposati civilmente. Se così avverrà, ciò solleverà inevitabilmente questioni ancora più fondamentali su come la Chiesa, nel suo cammino, dovrebbe interpretare e applicare la Parola di Dio, le sue dottrine e le sue discipline ai cambiamenti nella cultura. Il collasso delle chiese protestanti liberali nell’epoca moderna, accelerato dal loro abbandono di elementi chiave della fede e della pratica cristiana in nome dell'adattamento pastorale, giustifica una grande cautela nelle nostre discussioni sinodali.
Santità, offriamo questi pensieri in uno spirito di fedeltà, e La ringraziamo per la loro presa in considerazione.
Fedelmente suoi in Gesù Cristo.