1. LA PAZIENZA DI QUEL CHE RESTA DEI POTERI FORTI CON PITTIBIMBO E’ GIUNTA AL CAPOLINEA 2. LA SCARPATA IN FACCIA DI UN VECCHIO AMICO DEL PREMIER COME DELLA VALLE: “L’ULTIMO ARRIVATO CHE SEDUTO IN UN BAR CON UN GELATO IN MANO” CAMBIA LA COSTITUZIONE 3. NON SOLO, MA MISTER TOD’S HA ANCHE ATTACCATO IL PATTO DEL NAZARENO E LA SUA SEGRETEZZA, BOLLATO COME “VECCHIO POLITICHESE” E L’IMPAZIENTE ATTESA DI “STRATEGIE INDUSTRIALI, DI COSE CHE PORTINO OCCUPATI E CERTEZZA AI GIOVANI PER TROVARE UN LAVORO” 4. UN MESSAGGIO CHIARO CHE ARRIVA A RENZIE SEMPRE PIÙ CHIARAMENTE DALLA CLASSE DIRIGENTE DI QUESTO PAESE (DELLA VALLE HA ANCHE L’8% DI RCS) E CHE SEGUE DI SOLI DUE GIORNI UN AVVERTIMENTO DI EUGENIO SCALFARI SU ‘’LA REPUBBLICA’’ DI DOMENICA 5. DI FRONTE A UN MESSAGGIO TANTO CHIARO E IMBARAZZANTE, GIORNALI COME REPUBBLICA, STAMPA E MESSAGGERO PREFERISCONO FAR FINTA DI NULLA, E IL CORRIERE, NON POTENDO CENSURARE UN SUO AZIONISTA, LA GIRA COME UN APPELLO DI DELLA VALLE A TUTTA LA POLITICA, NON SOLO A RENZI. NELL’ERA DEL WEB, SONO PREMURE CHE FANNO QUASI TENEREZZA


Colin Ward (Special Guest: Pippo il Patriota)

 

1. LA PAZIENZA DEI POTERI FORTI CON PITTIBIMBO

DELLA VALLE CADE

Chissà come l’avrà presa Pittibimbo, fortemente sospettato di essere “l’ultimo arrivato che seduto in un bar con un gelato in mano” cambia la costituzione. Perché se queste parole le avesse pronunciate un grillino o un vendoliano qualsiasi, non ci sarebbe da stare a ragionarci molto su. Ma visto che le ha dette un vecchio amico del premier come Dieguito Della Valle, si tratta di un colpo di scena bello e buono. Non solo, ma Mister Tod’s ha anche attaccato il Patto del Nazareno e la sua segretezza, bollato come “vecchio politichese, dove si discute troppo spesso nelle segrete stanze di argomenti che riguardano il paese” (Fatto, p. 5).

 

matteo renzi concordia genova

A spingere Della Valle all’attacco in pubblico, durante una conferenza stampa al Colosseo, è stata l’impaziente attesa di “strategie industriali, di cose che portino occupati e certezza ai giovani per trovare un lavoro”. Si tratta di un messaggio chiaro che arriva a Renzie sempre più chiaramente dai cosiddetti poteri forti della nazione (Della Valle ha anche l’8% di Rcs) e che segue di soli due giorni un avvertimento di Eugenio Scalfari su Repubblica di domenica. Pittibimbo è bravissimo a parlare e a mostrare i muscoli. E’ un artista delle fughe in avanti e del lanciare sempre nuove sfide, ma una parte rilevante – e anche a lui vicina – della classe dirigente di questo Paese comincia a pensare che porti a casa pochi fatti concreti. E gli sta battendo il tempo.

 

silvio berlusconi

Di fronte a un messaggio tanto chiaro e imbarazzante come quello di ieri al Colosseo, giornali come Repubblica, Stampa e Messaggero preferiscono far finta di nulla, mentre il Fatto gli dedica una pagina (“La Carta di Einaudi non la può cambiare il primo che passa”, p. 5) e il Corriere, non potendo censurare un suo azionista di peso, tenta di girarla come un appello di Della Valle a tutta la politica, e non solo al premier (p. 5). Nell’era di internet, sono premure che fanno quasi tenerezza.

BEPPE GRILLO

 

2. UN, DUE, TRE, CASINO!

La sintesi della situazione la fa bene il Corriere in prima pagina: “E’ caos al Senato sulle riforme. Salta la mediazione tra urla e scontri. Renzi: no ai ricatti. La rottura con Sel, Grillo minaccia l’Aventino. La maggioranza tiene sul voto segreto”. Dentro, ecco la strategia di Renzie: “Il premier a testa bassa: avanti anche fino a ottobre, è la partita della vita. Per i suoi avversari nella maggioranza vuole avere la carta del voto anticipato” (p. 3). Mentre sul fronte azzurro, “Verdini tratta sulla legge elettorale, ma Berlusconi si tiene le mani libere” (p. 5).

niky vendola e mai alkaila

 

Repubblica conferma la trattativa con Forza Italia sulle preferenze (p. 2) e dà un po’ di spazio a Vendola, il cattivone del giorno, che accusa: “Renzi non vuole un accordo, ma la nostra resa. Non deve irridere l’opposizione e il ministro Boschi impari a non rispondere a monosillabi: noi poniamo domande” (p. 4). Il Messaggero registra il sostegno distaccato del Banana a Renzie: “Berlusconi: Matteo nei guai, speriamo regga” (p. 5).

 

Eugenio Scalfari

Il Giornale ovviamente sottolinea invece il coraggioso impegno del caro leader: “Berlusconi soccorre il premier: al lavoro per risolvere lo stallo. Il Cavaliere preferisce non cavalcare le difficoltà di Renzi: ‘Le riforme vanno fatte, è ciò che si aspettano i cittadini’. A Verdini il compito di condurre le trattative” (p. 2). Lui sì, Verdini, che non passa di lì per caso con il gelato in mano. Al massimo, ha un fascicolo processuale sotto braccio. Più distaccato Libero: “Silvio si gode Renzi nella palude: ‘Voglio vedere come ne esce’. Il Cavaliere terrà fede al patto ma avverte il premier: ‘Con Angelino l’accordo lo faccio io” (p. 9). Le vere trattative, del resto, sono quelle sulla legge elettorale. Questa storia del Senato è solo un gigantesco paravento.

 

3. C’ERAVAMO TANTO AMATI?

MATTEO RENZI E DENIS VERDINI

Intanto non si fermano i rumours sui rapporti tesi tra Franceschina Pascale e Papi Silvio e Repubblica ci si diverte così: “Fi, il caso Pascale, tensione con Silvio e il partito l’attacca. La fidanzata prima lascia Arcore, poi fa la pace a Palazzo Grazioli. Mire politiche sulla Campania”. Nel pezzo si legge che “la pazienza dell’ex Cavaliere ha varcato il limite” e che lui “ha voglia di riappropriarsi dei propri spazi, anche politici, dopo l’assoluzione nel processo Ruby” (p. 7). C’è da capirlo: prima aveva tante ragazze, adesso ne ha una soltanto e pure con un cane invadente.

 

roma cena pascale berlusconi

4. IL CORRIERE AVVERTE RENZIE SU COTTARELLI

Sempre alla voce “avvertimenti a Pittibimbo”, il Corriere oggi attacca Lurch Cottarelli con un articolo in prima pagina di Francesco Giavazzi. Mister Spending Review è accusato di ritardi e immobilismo e la lunga tirata si conclude con un polemico consiglio al premier: “accorpare l’ufficio di Cottarelli all’Autorità presieduta da Cantone. Vedrà che le proposte di tagli alla spesa cominceranno a fioccare”. Anche qui, segnale da non sottovalutare per l’inquilino di Palazzo Chigi.

 

Su Repubblica, altro pezzaccio: “Spending review azzoppata. Addio centrali uniche di acquisto. I sindaci ottengono il rinvio” (p. 11). La concretezza sembra davvero essere la vera pecca dello stile di governo di Pittibimbo, più bravo con le slides che con i decreti attuativi e la messa in pratica delle “svolte” annunciate.

 

roma cena pascale berlusconi

5. ALI-TAGLIA, ULTIMO SCALO?

S’ingarbuglia sempre più la matassa della vicenda Alitalia. “Hogan dà 48 ore a Alitalia. ‘Garanzie su conti e Poste, altrimenti non firmiamo’. Mail-ultimatum di Etihad a Del Torchio con i punti da risolvere. ‘Redditività peggiorata e nuove richieste complicano il negoziato’” (Repubblica, p. 22). Il Giornale sostiene che “Poste vince il braccio di ferro su Alitalia. Il gruppo pubblico aumenta l’impegno da 50 a 65 milioni, ma in una nuova società. Etihad preoccupata” (p. 21).

 

COTTARELLI

Il Corriere mette il dito nella piaga Air One (sarà contento Passera): “Un’eredità di debiti e di liti tributarie. Il rebus dell’accordo con l’Air One di Toto. La compagnia rilevata dall’uomo d’affari abruzzese a rischio per una serie di accertamenti. La Cai pagò 670 milioni per la flotta della compagnia abruzzese e si accollò 330 milioni di debiti” (p. 6). All’epoca, però, (quasi) tutti zitti.

James Hogan

 

6. ESPOSITO, UN NOME UNA GARANZIA

Il figlio magistrato del giudice Esposito, quello che condannò Berlusconi in Cassazione, è un po’ nei guai. Lo racconta con dovizia di particolari Luigi Ferrarella sul Corriere di oggi: “Brescia indaga su Milano: ‘Il pm Esposito va sospeso’. Chiesta l’interdizione per induzione indebita. La difesa: accuse false. Lui: andai ad Arcore per entrare in politica o al ministero” (p. 12). Ma lavorare no?

carlo toto air one lap

 

7. SFIG-MECCANICA IN INDIA, SI SGONFIA IL PROCESSO

Figura non da poco per i pm che indagarono sugli elicotteri indiani di Finmeccanica, con un’inchiesta che costò anche il posto a Giuseppe Orsi: “Tangenti sugli elicotteri. Agusta patteggia, Finmeccanica archiviata. Le società escono di scena, ma prosegue il processo contro gli ex vertici” (Stampa, p. 18). Il Giornale non si distrae e titola in prima pagina: “Una bufala l’inchiesta che infangò l’Italia”, con Nicola Porro che ricorda come andò in fumo una commessa estera da 560 milioni di euro (p. 8). Orsi e Spagnolini però restano imputati, come sottolinea il Sole 24 Ore (p. 6). 

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