PD, AVANTI TUTTA VERSO LA SCISSIONE - ALLE PRIMARIE DEM IL PARTITO DEL SUD (DE LUCA E EMILIANO) E' TENTATO DI CALARE LA CARTA ENZO AMENDOLA - L'EX MINISTRO, MERIDIONALISTA A TUTTO TONDO, NON DISPIACE AL GOVERNATORE CAMPANO CHE HA SCAZZATO CON BONACCINI SULL’AUTONOMIA - DARIO FRANCESCHINI STA RIFLETTENDO BENE SULL'IDEA DI APPOGGIARE NARDELLA, MAGARI IN TANDEM CON SCHLEIN - E ANDREA ORLANDO…

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Carlo Bertini per “la Stampa”

 

enzo amendola

Una candidatura a spariglio, capace di unire gli angoli più lontani del globo dem: questa la «carta Enzo Amendola» che spunta in queste ore dal mazzo Pd. Con Carlo Calenda che tira da una parte («ogni giorno il Pd porta i fiori a Conte») e con i Cinque stelle dall'altra, entrambi con l'intento di spolpare il Partito democratico, normale che tra i dirigenti dem si parli del miglior modo per tenere unita la baracca in mezzo alla temperie.

 

E le due candidature al momento più gettonate, quella di Stefano Bonaccini (più simpatica ai terzopolisti) e l'altra ufficiosa di Elly Schlein (più simpatica ai grillini) non paiono rispondere a questa esigenza. Anche le altre, quella di Paola De Micheli o Dario Nardella (che domenica dirà se si candiderà), non hanno un profilo unificante. Tanto che Radio Pd fa sapere che Dario Franceschini, uno dei kingmaker più accreditati, pare stia riflettendo bene sull'idea di appoggiare Nardella, magari in tandem con Schlein, come segretario e presidente, o viceversa. Stesso dicasi per Andrea Orlando riguardo Schlein, considerata distante dal mondo del lavoro e delle imprese.

 

de luca emiliano 19

Insomma gli schieramenti sono ancora molto mobili e il tatticismo domina. Ma basta sentire cosa dice Orlando, leader della sinistra, sul fatto che «una scissione farebbe male a tutti», per capire che il timore di una spaccatura della mela dem, dopo il congresso, c'è. E i pezzi grossi ne sono consapevoli. Ecco dunque la cornice in cui nei conversari tra dirigenti, nel triangolo tra il transatlantico di Montecitorio, il salone Garibaldi di palazzo Madama e i corridoi del Nazareno, sede del partito, comincia ad affacciarsi questa ipotesi diversa: la candidatura di Amendola, che potrebbe non dispiacere ai mondi più lontani di una forza politica poliforme come il Pd.

emiliano de luca

 

Ipotesi al momento senza primogeniture (da anni Amendola non fa parte di alcuna corrente) ma di cui si discute, analizzandone le caratteristiche. Finora in modo discorsivo, tanto che queste chiacchiere sono arrivate pure alle orecchie dell'interessato: che si guarda bene dal commentarle, restio a far sfoggia di protagonismo anche per una forte dose di scetticismo che contraddistingue chi conosce bene i meccanismi che governano il Pd.

 

PIPPO FRANCO ELLY SCHLEIN

Del resto, la sua «carriera» di uomo di partito lo mette al riparo dalla voglia di esporsi: giovane segretario regionale della Campania tra i fondatori del Pd nell'era Veltroni, anno 2007, membro della segreteria Zingaretti, ministro e sottosegretario agli Affari europei sempre un passo indietro rispetto al premier, fosse Giuseppe Conte o Mario Draghi. Ed è proprio il suo profilo europeista e una rubrica folta di contatti a Bruxelles e oltre confine che alza lo standing di Amendola, molto legato al commissario europeo Paolo Gentiloni e a Draghi.

 

severus piton elly schlein

Fattori che possono costituire un punto di forza sui tavoli che contano. Con un fattore in più che potrebbe irrobustire tutta l'operazione: la frattura tra Enzo de Luca e Stefano Bonaccini, causata dal diverso approccio all'autonomia differenziata voluta da Calderoli, con il primo contrario a spada tratta, potrebbe portare dalla parte di Amendola, meridionalista a tutto tondo, il partito del sud, con Michele Emiliano ed altri nomi di peso. Ma le candidature al congresso si chiudono a gennaio e la partita è appena iniziata.

elly schlein
ELLY SCHLEIN
schlein bonaccini