PER IL PD ORMAI È VIETATO PURE DIRE ''COSCIA'' - LO SVENEVOLE MARIO LAVIA HA ACCUSATO DI SESSISMO GIOVANNA VITALE DI ''REPUBBLICA'', SOLO PER AVER DESCRITTO LO STIVALE DI MARIA ELENA. IL LOOK DEI POLITICI CONTA E SE NE PARLA, VEDI QUANDO RENZI SI VESTIVA DA FONZIE, O TOTI SI MOSTRAVA IN TUTA - PARENTE: ''ANCHE UNA PAROLA BANALE DIVENTA CENSURABILE NELL'ERA DEL METOO. LE DONNE DEVONO VESTIRSI DA UOMO E GLI ETERO DIVENTARE GAY''
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Massimiliano Parente per “il Giornale”
Abbiamo capito che nell' era del #metoo non si può più corteggiare una donna senza rischiare di essere accusati di molestie, ma adesso bisogna stare anche attenti a come si parla, e tanto più a cosa si scrive in una banale descrizione se si sta descrivendo una donna.
Come è successo alla giornalista Giovanna Vitale, la quale su Repubblica ha scritto che Maria Elena Boschi (nella foto) si è presentata alla Leopolda con degli «stivali a mezza coscia», precisando perfino che le stavano molto bene. E quindi? Che c' è di male?
Tutto, e scoppia una polemica a sinistra sulle cosce della Boschi. Innescata dall' ex direttore di Europa Mario Lavia, che ha attaccato la giornalista chiedendo se era proprio necessario scrivere «a metà coscia», trovando l' espressione sessista. Ci sta, tanto tutto è sessista oggi. Figuriamoci se avesse scritto «scosciata».
Insomma, il nuovo puritanesimo femminista ha abolito pure le cosce. Tra l' altro, per la cronaca, gli stivali incriminati non erano neppure a metà coscia ma appena sotto il ginocchio, casomai la gonna era a metà coscia, ma poco cambia. In ogni caso la Vitale avrebbe dovuto dire che indossava stivali alti, senza nominare le cosce.
Certo che di questo passo finiranno per abolire la femminilità stessa, perché se il parlare di cosce è sessista, tanto vale abolire le gonne, cosa le mostri a fare le gambe? A cosa serve? Tra l' altro da mettere subito all' indice film come Giovannona Coscialunga e canzoni sessiste che nel 1938 dicevano «saran belli gli occhi neri/ saran belli gli occhi blu/ ma le gambe, ma le gambe/ a me piacciono di più». No bello, ti devono piacere di più gli occhi, sennò sei sessista. Per farla breve le uniche cosce di cui sarà consentito conversare saranno quelle di pollo.
A questo punto da bandire qualsiasi complimento estetico: dire a una donna «hai un bellissimo décolleté» è sicuramente sessista, perché stai ponendo l' attenzione sulla scollatura, che c' è per lasciar vedere il seno, e se guardi il seno sei un sessista. Come d' altra parte definire un vestito «attillato» potrebbe essere sconveniente, che bisogno c' è di definirlo attillato? Stai forse intendendo che chi lo indossa voglia mostrare le forme, il corpo? Sessista!
Meglio non nominare mai neppure se una indossa scarpe con tacco a spillo, è sessista, perché il tacco a spillo è sexy, per non correre rischi da oggi tutte in mocassini o scarpe da ginnastica, neppure scalze e smaltate di rosso, perché ci sono i feticisti dei piedi (non per altro anche la Boschi ha una pagina a lei dedicata su Wikifeet). Morale della favola: alle donne, per evitare il sessismo, non resta che vestirsi da uomini, e gli uomini eterosessuali è meglio diventino gay.