IL PD E’ GIA' UNA POLVERIERA – DOPO LA VITTORIA DI SCHLEIN E L’ADDIO DI FIORONI, L’AREA RIFORMISTA E’ SUL PIEDE DI GUERRA – PER GIORGIO GORI, IL BANCO DI PROVA E’ L’UCRAINA – LA FUGA VERSO I CENTRISTI AL MOMENTO NON SEMBRA UN'OPZIONE: “QUEI DUE, CALENDA E RENZI, SONO MATTI”, DICE UN PARLAMENTARE DELL'ALA MODERATA - LA POSSIBILE MEDIAZIONE DI ELLY E' OFFRIRE LA PRESIDENZA DEL PARTITO A BONACCINI O A ENRICO LETTA...

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Estratto dell'articolo di M.T.M. per il “Corriere della Sera”

 

giorgio gori giorgio gori

Comincerà in periferia una silenziosa migrazione dei dem verso altri lidi, ma i dirigenti nazionali che hanno sponsorizzato Stefano Bonaccini non se ne andranno. Non ora, almeno.

 

E per evitare questa sempre possibile per quanto futuribile deriva, la nuova segretaria del Pd Elly Schlein ha già in animo di far eleggere un presidente del partito che possa essere votato anche dall’ala cosiddetta riformista del Pd. I nomi sul tavolo sono due: Enrico Letta o il governatore dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini.

 

Il primo è il segretario che ha tenuto la barra dritta sull’Ucraina ma nel contempo ha consentito alla non tesserata Schlein e ad Articolo 1 di entrare nel Pd. Il secondo è lo sfidante che ha perso, ma che non rifiuterebbe un ruolo affidatogli dalla nuova leader: «Se Elly mi chiederà una mano gliela darò, starà a lei capire se e come può avere bisogno di me».

 

ELLY SCHLEIN ELLY SCHLEIN

L’addio ufficiale lo dà solo Peppe Fioroni: «È un Pd distinto e distante da quello che avevamo fondato che metteva insieme culture politiche diverse. Oggi legittimamente diventa un partito di sinistra che nulla ha a che fare con la nostra storia. Per questo abbiamo dato vita a un nuovo network di cattolici, Piattaforma popolare-Tempi nuovi ».

 

Un preavviso di «disdetta» dal «contratto» che lo lega al Pd lo dà Giorgio Gori. Un altro che non ha cariche a cui aspirare o poltrone da mantenere. Per il sindaco di Bergamo il banco di prova è l’Ucraina: se il Partito democratico continuerà sul solco tracciato da Letta, «resta il mio partito».

 

L’Ucraina è dirimente anche per l’europarlamentare Elisabetta Gualmini. E il «giovane turco» Fausto Raciti avverte che è necessario da parte di Schlein «un sostegno primo di ambiguità all’Ucraina». [...]

 

LA DIASPORA DEGLI SCONFITTI

Estratto dell'articolo di Alessandro Di Matteo per “la Stampa”

 

ELLY SCHLEIN ELLY SCHLEIN

[...] Bonaccini ieri si è preso un giorno di decantazione per ricaricare le batterie, ma già domenica sera aveva chiarito: pronto a dare una mano, leali verso la nuova segretaria. Cose simili pensa Guerini, che appunto cerca di calmare gli animi tra i suoi. [...]

 

Alfieri lo scrive su Facebook: «Tanti di noi sono amareggiati e molti sono preoccupati anche delle dinamiche che, se non gestite, l'esito del voto può innescare. Sarò, saremo leali con la nuova segretaria. Lo faremo con la forza delle idee che abbiamo portato avanti in questo congresso».

 

[...]

ELLY SCHLEIN E STEFANO BONACCINI ELLY SCHLEIN E STEFANO BONACCINI

 

Insomma, è il ragionamento che si fa, Schlein ha vinto ma la minoranza ha comunque il consenso del 52per cento degli iscritti e del 46 degli elettori delle primarie. Sarebbe un errore da parte della segretaria non tenerne conto. Anche perché, come dice un parlamentare dell'ala moderata «nelle chat in queste ore tutti si chiedono: "E adesso che si fa?". Se fa un partito identitario, se fa i Ds, alle europee M5s ci supera. E allora qualcuno le presenterà il conto.

GIORGIO GORI GIORGIO GORI

 

Spero tutti ricordino che il Partito socialista francese ha fatto una brutta fine».

Calenda e Renzi sono già pronti ad occupare le «praterie» al centro che - ne sono sicuri - il Pd lascerà incustodite. La fuga verso i centristi al momento non sembra un'opzione, «quei due sono matti», dice un altro parlamentare dell'ala moderata.

 

[...] 

 

stefano bonaccini discorso dopo la sconfitta alle primarie pd 4 stefano bonaccini discorso dopo la sconfitta alle primarie pd 4

[...] Nessuno chiederà la gestione unitaria, non lo farà Bonaccini, non lo vuole Guerini: «Non è questo il tema [...] Il tema è garantire agibilità politica a un'area del partito che ha ottenuto un risultato importante». Poi, certo, ha concesso, «se il Pd diventa qualcosa che non è il Pd il discorso cambia. Ma valutiamo sulle scelte concrete».

giorgio gori giorgio gori

 

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