IL PD SI SPACCA! LA SCHLEIN SI PRENDE I DUE CAPIGRUPPO, GUERINI, CHE GUIDA LA PATTUGLIA DEGLI EX RENZIANI DI BASE RIFORMISTA, FA FUOCO E FIAMME: "C’E’ STATA UNA FORZATURA, COSI’ NON VA. IL CONGRESSO HA AVUTO UN ESITO COMPLESSO CHE VA INTERPRETATO SENZA DANNOSE SEMPLIFICAZIONI” – SCHLEIN HA POTUTO SFANCULARE BONACCINI GRAZIE AL SUPPORTO DEI NEO-ULIVISTI LETTIANI RIBATTEZZATI DAI SOSTENITORI DEL GOVERNATORE DELL’EMILIA ROMAGNA “BADOGLIANI” (TANTO PER FAR CAPIRE L’ARIA CHE TIRA NEL PARTITO…)
-Estratto dell'articolo di Carlo Bertini per la Stampa
Il giorno in cui incassa l'elezione di due capigruppo della sua area politica, Francesco Boccia al Senato e Chiara Braga alla Camera, Elly Schlein fa di tutto per tenere insieme le varie anime del Pd: a Peppe Provenzano, uomo forte della sinistra dem, rimasta all'asciutto nella ripartizione di posti apicali (a differenza della corrente di Dario Franceschini cui fa capo Braga) la segretaria ha anche proposto di fare il numero due del partito; o di accettare una delega agli Esteri in segreteria, per coprire al meglio, con una posizione ferma, lo snodo delicato dell'Ucraina. «Posso dare una mano anche senza incarichi», le ha risposto lui, poco propenso a fare di nuovo il vice dopo esserlo stato con Enrico Letta.
All'area di Stefano Bonaccini si farà invece spazio con quattro deleghe su quattordici, con rigida parità di genere: in pole ci sono Simona Bonafé, Alessandro Alfieri, Pina Picierno e Davide Baruffi, braccio destro del governatore. In alternativa, se alla minoranza fosse assegnato uno dei posti da vicesegretario, le deleghe in segreteria scenderebbe a due. Anche se la leader è più orientata ad assegnare al fedelissimo Marco Furfaro la carica di vicesegretario unico. Invece, alla nuova area di «neo-ulivisti», soprannominata con sprezzo dai sodali di Bonaccini «i badogliani», potrebbe andare qualche delega in segreteria, anche se nei loro riguardi c'è una diffidenza diffusa.
Ma la trattativa va avanti e fino a giovedì non si sbloccherà nulla, perché Schlein attende di parlarne direttamente con Bonaccini che sarà di ritorno dalla missione in America.
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Dopo Simona Malpezzi al Senato («La segretaria ha chiesto fiducia: io gliela accordo ma ne chiedo altrettanta»), il più esplicito nell'assemblea alla Camera è l'ex ministro Lorenzo Guerini, capo della corrente Base Riformista pro-Bonaccini. «Sui capigruppo c'è stata una forzatura, serve una condivisione delle scelte per tenere unito il partito»: primo colpo. E ancora: «Il congresso ha avuto un esito complesso che va interpretato con intelligenza, senza dannose semplificazioni».
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