NEL PD TIRA LA SOLITA BRUTTA CORRENTE – “CAPIBASTONI” E “CACICCHI” A CUI ELLY SCHLEIN AVEVA DICHIARATO GUERRA RIALZANO LA TESTA E SI RIORGANIZZANO – RINASCE L’AREA LETTIANA: SI CHIAMERA’ “CREA! L’ITALIA CHE FAREMO”, PROMOSSA DA MARCO MELONI E ANNA ASCANI. MA DIETRO L’OPERAZIONE C’È LO ZAMPINO DI FRANCESCO BOCCIA E DARIO FRANCESCHINI (PILASTRO CORRENTIZIO DEL PD IN OGNI STAGIONE) PER INGROSSARE L’AREA MODERATA PRO-ELLY E SMEMBRARE LA MINORANZA INTERNA…
-Estratto dell’articolo di Giovanna Vitale per “la Repubblica”
Dopo lo choc delle primarie, vinte a sorpresa da Elly Schlein. Nonostante la guerra dichiarata dalla neo-segretaria nel giorno del suo insediamento – «Dentro di noi abbiamo dei mali da estirpare, non vogliamo più vedere capibastone e cacicchi vari» tuonò il 12 marzo, fra gli applausi scroscianti dell’assemblea nazionale – ebbene le correnti si stanno riorganizzando.
[…] le cosiddette “aree politico-culturali” interne al Pd si sono nel frattempo scomposte e ricomposte, ma non per sparire, né (la maggior parte) per inchinarsi all’ultimo corso democratico. Bensì per fare quel che hanno sempre fatto: contare e contarsi, negli organismi dirigenti e nei gruppi parlamentari; influenzare la linea del partito; prepararsi alla battaglia su liste e candidature in vista delle Europee, abbinate il prossimo anno a una corposa tornata di amministrative e regionali.
[…] ecco che dopo la pausa estiva nascerà una componente nuova di zecca. Appuntamento il 22 e il 23 settembre in quel di Iseo, ridente località sulla riva meridionale dell’omonimo lago: è lì che si svolgerà “Crea! L’Italia che faremo” promossa dagli ex lettiani che ai gazebo avevano sostenuto Stefano Bonaccini, salvo smarcarsi per passare con Schlein all’indomani dell’inatteso trionfo.
Guardata, ma molto da lontano, dall’ex segretario ormai impegnato in incarichi internazionali, verrà tenuta a battesimo dai suoi fedelissimi: il senatore Marco Meloni, già coordinatore del Nazareno, e Anna Ascani, ex viceministra e ora vicepresidente della Camera, che ha appena lanciato una campagna di adesioni sui social.
I bene informati sussurrano che dietro questa operazione ci sia lo zampino di Francesco Boccia, insieme a Dario Franceschini pilastro correntizio del Pd in ogni stagione: sarebbero stati loro due a spingere perché i “neo-ulivisti” — così autoproclamatisi quando decisero di emanciparsi dal governatore emiliano — si strutturassero in un gruppo autonomo, in appoggio all’attuale capa democratica.
Operazione che avrebbe fatto saltare quella, ben più ampia, vagheggiata da Andrea Orlando: creare un’area unica di maggioranza, formata però solo da quanti avevano tirato la volata alla deputata di Bologna.
Ma, appunto: Boccia e Franceschini avrebbero invece lavorato per attirare da questa parte un pezzo di cattolici-riformisti arruolati in principio da Bonaccini, non tanto per disarticolare la minoranza, quanto per ingrossare l’ala moderata pro-Schlein, in modo da bilanciare il potere acquisito dai “nuovi arrivati” — quasi tutti militanti di Sel: da Igor Taruffi a Marta Bonafoni — che di fatto hanno molta voce in capitolo nel partito. Così, saltato lo schema dei due blocchi, le vecchie correnti si sono sentite autorizzate a risorgere più forti e gagliarde di prima, sebbene con qualche variazione onomastica.
Le più solide restano quelle di più antico conio. Areadem, guidata dall’ex ministro della Cultura, ha conquistato la casella strategica del capogruppo alla Camera con Chiara Braga, ha piazzato in segreteria Marina Sereni e confermato vice-capogruppo al Senato Franco Mirabelli. I Dems di Orlando e Peppe Provenzano hanno saputo fare ancora meglio, riuscendo a far eleggere in direzione il più alto numero di rappresentanti (una trentina) e non solo lì: Antonio Misiani e Marco Sarracino, oltre allo stesso Provenzano, si sono accasati al Nazareno con deleghe pesanti (Economia, Sud ed Esteri), Michele Fina fa il tesoriere.
Poi c’è l’Energia popolare di Bonaccini, che ha assorbito gli ex renziani di Base riformista, divenuti di fatto dominanti: dentro c’è un po’ di tutto, i catto-dem di Graziano Delrio, sindaci come Gualtieri, Gori e Nardella, fino al pezzo ex ds. Mentre resistono, sebbene ormai in formato Smart, i Giovani turchi di Matteo Orfini, e Radicalità per ricostruire di Gianni Cuperlo.
E se le Agorà di Goffredo Bettini sono per il momento entrate in sonno, complice una certa freddezza nei confronti della leader, il disciolto Articolo1 capitanato da Roberto Speranza si è costituito in associazione per provare a fare massa critica.
E i “ragazzi” della segretaria? Lei stessa aveva giurato, quando si candidò alle primarie, che gli “schleineiani” non sarebbero mai esistiti. Loro tuttavia un pensierino ce lo stanno facendo. «Per adesso è tutto fluido», spiega uno dei più alti in carica […]