PEPPINO RINTRO-NATO DA TRUMP: CONTE AVREBBE CEDUTO AL PRESSING, 7 MILIARDI IN PIÙ DI SPESA MILITARE PER AVVICINARSI AGLI IMPEGNI DELL'ALLEANZA ATLANTICA. DOPO IL PASTICCIO DEI SERVIZI, LA MELINA SUL 5G E LE SCENEGGIATE SUGLI F35, DA QUALCHE PARTE DOVEVA PURE FAR CONTENTO GLI AMERICANI - MA SE ANCORA MANCANO 5 MILIARDI PER COPRIRE L'IVA, DOVE NE TROVA ALTRI 7?
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Federico Capurso per “la Stampa”
La crisi siriana, l' Isis, e poi la Libia, ma non si è parlato solo di questo nel corso dell' incontro tra il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg e il premier Giuseppe Conte, a palazzo Chigi, mercoledì scorso. Il tema più delicato è quello tenuto nascosto ai riflettori: l' incremento delle spese militari italiane.
Il presidente del Consiglio - secondo quanto apprende La Stampa -, avrebbe accolto le osservazioni critiche di Stoltenberg assicurando al segretario generale della Nato l' impegno ad aumentare la spesa militare italiana di circa 7 miliardi di euro, a partire dal 2020.
Luigi Di Maio non può aver accolto la notizia con favore.
Sarà un problema convincere il Movimento 5 stelle della necessità di aumentare la voce di spesa per la Difesa di quasi mezzo punto di Pil. Di più, sarà impossibile. Sarebbe sufficiente ripercorrere la polemica furiosa, montata pochi giorni fa nelle aule parlamentari intorno alla proposta grillina di rinegoziare il programma di acquisto dei bombardieri F-35, poi bocciata dal ministro della Difesa Lorenzo Guerini. I Cinque stelle, in quell' occasione, riposero la loro «piena fiducia in Conte», ma la linea di palazzo Chigi sembra essere quella di voler mantenere gli impegni presi con gli Usa, così come con la Nato.
L' aiuto alle anime pacifiste dei Cinque stelle viene, in questo senso, proprio dal ministro degli Esteri Di Maio, con cui Stoltenberg ha avuto modo di discutere dopo aver lasciato palazzo Chigi. Il titolare della Farnesina, infatti, ha chiesto di calcolare nella spesa militare anche gli investimenti in cyber security e nelle nuove tecnologie come la blockchain che il governo metterà a bilancio. Sono voci di spesa, queste, che ancora non danno la possibilità di alleggerire il peso delle promesse che avrebbe fatto il premier, ma sulla blockchain e sulla sicurezza virtuale il governo ha iniziato a investire già con la passata finanziaria e si promette di incrementare nei prossimi tre anni.
L' Alleanza atlantica chiede da tempo all' Italia un maggior sforzo, così da poter mantenere la parola data in occasione del vertice in Galles del settembre 2014, quando i paesi membri della Nato decisero di arrivare a spendere, entro il 2024, il 2 per cento del Pil per la difesa e, all' interno di quel 2 per cento, il 20 per cento per gli armamenti. Attualmente l' Italia è tra i paesi Nato che spendono meno e, secondo i conti fatti proprio dall' Alleanza atlantica, la sua spesa militare si attesta all' 1,15 per cento del Pil.
Ma quel che meno è piaciuto ai vertici Nato è stata la battuta d' arresto decisa da Conte. La spesa militare per il 2019 infatti non è cresciuta rispetto al 2018, rimanendo di circa 25 miliardi di euro. Una spesa all' interno della quale rientrano il bilancio della Difesa, pari a 21 miliardi, e gli stanziamenti del ministero per lo Sviluppo economico per l' acquisto di nuovi sistemi d' arma (3 miliardi), oltre ai costi per le missioni militari all' estero (poco meno di 1 miliardo, che però copre solo le spese per i primi nove mesi del 2019, per cui occorre considerare un totale di circa 1 miliardo e 350 milioni).
Metterci 7 miliardi di euro in più, come avrebbe promesso Conte a Stoltenberg, vorrebbe dire aumentare la spesa di circa un terzo del suo totale. I Cinque stelle non potrebbero mai digerirlo. E l' accoglienza a Napoli, dove Conte parlerà sabato in occasione della festa per i dieci anni del Movimento, potrebbe essere più fredda del solito.